Pesticidi, non solo sul prosecco: in Europa uno su otto contiene Pfas

pesticidi prosecco

Un pesticida su otto in Europa contiene Pfas. Il dato preoccupante è stato esposto durante la conferenza stampa di presentazione del test commissionato dal Salvagente su 15 bottiglie di prosecco, dove sono stati trovati residui di pesticidi e sostanze perfluoroalchiliche

Un pesticida su otto in Europa contiene Pfas. Il dato preoccupante è stato esposto durante la conferenza stampa di presentazione del test commissionato dal Salvagente su 15 bottiglie di prosecco, dove sono stati trovati residui di pesticidi e sostanze perfluoroalchiliche, i cosiddetti inquinanti per sempre connessi a numerose patologie. In diverse bottiglie il test ha trovato più di un pesticida diverso (fino a 10 nello stesso campione), fortunatamente nessuno al di sopra dei limiti di legge, ma sull’effetto cocktail di varie sostanze la scienza si sta ancora interrogando.
Le cantine interessate dal nostro test sono: Mionetto, Bolla, Cinzano, Martini, Bortolomiol, Casa Sant’Orsola, Villa Sandi, Allini (Lidl), Maschio, Valdo, Bernabei, La Gioiosa, Meolo (Eurospin), Astoria e Carpenè Malvolti.

I risultati del test e il focus sul Tfa

prosecco
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I risultati del test, contenuti nel numero di dicembre del Salvagente, secondo Riccardo Quintili, direttore del mensile, costituiscono “l’ennesima dimostrazione di quanto siano ubiquitari questi composti che abbiamo trovato anche in questo gioiello del Made in Italy: il prosecco che sarà protagonista delle feste in vista”.
Un’inchiesta che racconta ormai la difficoltà degli agricoltori di andare a cercare l’acqua sempre più in profondità per non trovare inquinanti. “Abbiamo cercato i pesticidi e i Pfas, in particolare una sostanza che abbiamo imparato a conoscere anche grazie al lavoro di Pan Europe, ovvero il Tfa”. L’acido trifluoroacetico (Tfa), rilevato in tutti i campioni, è un metabolita dei Pfas, ampiamente utilizzati in particolare negli insetticidi, nei fungicidi e negli erbicidi.

“Vanno vietati i pesticidi che contengono Pfas”

Barbara Berardi, di Pesticide Action Europe, intervenuta durante la conferenza stampa, ha dichiarato: “A fronte di una contaminazione generale e persistente possiamo dire che il Tfa è una sostanza pericolosa e l’estensione è allarmante. Per evitare danni alla salute pubblica bisogna agire subito vietando tutti i pesticidi che contengono Pfas. L’Efsa e l’Oms devono definire valori tossicologici e limiti per l’acqua potabile per proteggere soprattutto i bambini e le persone più vulnerabili”. Secondo Berardi, c’è bisogno di un monitoraggio puntuale e regolare del Tfa nelle acque potabili e negli alimenti: “Bisogna applicare il principio del ‘chi inquina paga’. L’agricoltura intensiva, che secondo molti ci permette di produrre cibo a buon mercato, ha una serie di costi indiretti – in termini di tasse, inquinamento e salute pubblica – che non sono sostenibili”. L’esperta ricorda che l’Ue si è impegnata a ridurre l’uso dei Pfas già nel 2020, “ma al momento i pesticidi Pfas sono esentati dalle restrizioni proposte e questo non ha senso. In Europa, una sostanza attiva su otto tra quelle autorizzate è un pesticida Pfas. Sono 32 le sostanze attive Pfas autorizzate, di cui 24 in Italia”.
I dati raccolti da Pan Europe mostrano che i residui di pesticidi Pfas nei prodotti freschi europei sono triplicati tra il 2011 e il 2021.
Nel 94% dei campioni di acqua di rubinetto analizzati è stato trovato Tfa, così come nel 63% delle acque minerali. Anche nel vino è stato rilevato un aumento esponenziale negli ultimi anni: “nessuna bottiglia precedente al 1988 conteneva Tfa”.

Guarda, eurodeputata Verdi: “Revocare autorizzazioni, alternative esistono”

Cristina Guarda, eurodeputata dei Verdi e agricoltrice, componente della commissione Agricoltura, commenta così: “I risultati del test del Salvagente sulla presenza di Pfas nel prosecco sono preoccupanti e confermano quanto denunciamo da tempo: il Tfa è presente in livelli sempre più elevati nell’agricoltura convenzionale di tutta Europa. Dobbiamo difendere la qualità dei nostri vini da queste sostanze. A Bruxelles, sto lavorando coinvolgendo moltissimi colleghi affinché la Commissione europea revochi subito le autorizzazioni ai prodotti fitosanitari contenenti Pfas e acceleri la restrizione universale dei perfluoroalchilici. Le alternative a fungicidi, erbicidi e acaricidi di ultima generazione contenenti Pfas esistono ed è importante prendere coscienza che si può scegliere: questi prodotti fanno male prima di tutto alla salute di noi agricoltori. Vanno finanziate ricerca e trasferimento della conoscenza delle alternative.”

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Zamboni (Mamme no Pfas): “Dobbiamo uscirne”

Michela Zamboni, delle Mamme No Pfas, che da quasi 10 anni si battono contro la contaminazione in Veneto, racconta come la bonifica del territorio sia ancora in ritardo e con quanta difficoltà i cittadini stiano ottenendo risultati – per ora solo parziali – nei monitoraggi sui Pfas presenti nel cibo. “Dobbiamo uscirne – chiarisce Zamboni – noi chiediamo tutela per una contaminazione non scelta. Dobbiamo fare qualcosa per lasciare un mondo migliore di quello che abbiamo trovato”.

Prosecco, Pfas e pesticidi: il test del Salvagente su 15 bottiglie