
Nuovo richiamo negli Usa: oltre 60 lotti di gamberetti surgelati ritirati per contaminazione da Cesio-137. È il nono caso legato a BMS Foods Indonesia
L’allarme sui gamberi radioattivi sembra non avere mai fine negli Stati Uniti. Dall’altra sponda dell’oceano arriva infatti l’ennesimo richiamo: Southwind Foods LLC, azienda californiana con sede a Carson, ha ritirato dal mercato oltre 60 lotti di gamberi surgelati, distribuiti tra giugno e metà settembre in più di trenta stati americani, da New York alla California.
Secondo quanto reso noto, il rischio riguarda la possibile contaminazione da Cesio-137 (Cs-137), un isotopo radioattivo artificiale del cesio, già al centro di altre allerte. La FDA (Food and Drug Administration) spiega che un’esposizione prolungata a basse dosi attraverso il consumo di cibi contaminati può aumentare il rischio di tumori, poiché il radionuclide danneggia il DNA delle cellule.
Il nuovo richiamo
I prodotti richiamati sono gamberi surgelati confezionati in busta, che potrebbero ancora trovarsi nelle case dei consumatori a causa della lunga conservazione. Southwind Foods ha invitato a non consumare i gamberi e a restituirli al punto vendita per ottenere un rimborso. La lista completa dei lotti è stata pubblicata sul sito della FDA, che continua a monitorare la situazione.
Non si tratta di un episodio isolato. L’agenzia americana segnala che si è arrivati a nove richiami negli ultimi mesi, tutti collegati a partite di gamberi surgelati importati e lavorati da PT. Bahari Makmur Sejati (BMS Foods), azienda indonesiana che secondo le autorità locali sarebbe stata vittima di un incidente industriale fuori dal proprio controllo.
Il precedente
Già ad agosto Il Salvagente aveva documentato il caso in un nostro articolo (“Gamberetti radioattivi negli Usa, sale il livello di allerta) segnalando come i richiami si stessero moltiplicando e come il livello di preoccupazione stesse crescendo. Allora si trattava di pochi Stati coinvolti, oggi la mappa delle distribuzioni e dei richiami si è allargata a gran parte del territorio americano, mostrando tutta la fragilità della catena globale dell’alimentazione: un incidente avvenuto a migliaia di chilometri di distanza può generare conseguenze a cascata nei mercati internazionali. Per la FDA, la priorità ora è circoscrivere l’allerta e rafforzare i controlli su tutti i prodotti provenienti dalle stesse filiere.









