8 alimenti per bambini su 10 sono ultraprocessati: lo studio che preoccupa la Francia

Un’inchiesta rivela che oltre 8 prodotti per bambini su 10 nei supermercati francesi sono ultraprocessati, con rischi documentati: obesità infantile, carie, disturbi metabolici e abitudini alimentari scorrette già dalla prima infanzia. E in Italia?

Chi comincia male è già a metà dell’opera. Si può parafrasare così l’ultima inchiesta del mensile francese dei consumatori 60 millions de consommateurs che ha visitato i reparti dedicati ai bambini dei principlali supermercati francesi.

La realtà, a giudizio dei nostri colleghi transalpini, è preoccupante: oltre l’80% dei prodotti destinati ai bambini sono in realtà alimenti ultraprocessati (UPF). Il mensile dei consumatori ha analizzato 43 referenze mirate ai più piccoli – creme dessert, formaggi fusi, nuggets, biscotti, yogurt alla frutta – e ha scoperto che l’81% rientra nella categoria dei prodotti ultraprocessati, confermando i dati emersi dallo studio effettuato dal Club europeo dei dietisti dell’infanzia (88%).

Dati che potremmo tranquillamente assumere come validi sul nostro territorio dove la dieta di grandi e piccoli si sta arricchendo sempre più di questa categoria di alimenti.

Cosa sono gli ultraprocessati?

Gli alimenti ultraprocessati sono caratterizzati da:

  • Il Salvagente ha dedicato agli alimenti ultraprocessati un volume della serie “Le guide”. Lo trovate QUI

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    Alta presenza di additivi (emulsionanti, stabilizzanti…), aromi e composti “cosmetici” (come isolati proteici, sciroppi di glucosio, fibre estratte).

  • Processi industriali intensivi: frazionamento, estrusione, cottura industriale, soffiatura.

  • Poco contenuto di materie prime “vere” come frutta, verdura, carne, latte, cereali integrali.

Effetti preoccupanti sulla salute dei bambini

Secondo l’indagine, gli UPF rappresentano il 46% dell’apporto calorico dei bambini, contro il 36% degli adulti. Oltre alla mediocre qualità nutritiva (il 78% dei prodotti analizzati ottiene un Nutri-Score C o D), l’ultraprocessamento in sé è legato a rischi sanitari:

  • Aumento della massa grassa e dell’obesità infantile

  • Carie dentali

  • Rischi cardio-metabolici (diabete tipo 2, ipertensione, problemi cardiovascolari)

Perché è tanto facile esagerare?

Gli UPF sono studiati per essere ipersensoriali: consistenze ultra-morbide, gusto dolce o salato immediato, facile da masticare e ingerire. Questo stimola il consumo e ritarda il senso di sazietà. Il celebre studio statunitense di Kevin Hall (2019) ha mostrato che, confrontando due diete equivalenti in calorie e macronutrienti, un gruppo che mangiava solo UPF assumeva in media 500 calorie al giorno in più e aumentava più velocemente di peso.

Il gusto, ingrato maestro di dipendenza

Gli additivi, aromi e coloranti negli UPF standardizzano i sapori: i bambini si abituano ai gusti “forti”, dolci o intensi, e perdono interesse verso frutta, verdura e alimenti naturali. Il nutrizionista Pascal Nourtier racconta casi clamorosi di piccoli pazienti che, dopo aver consumato esclusivamente UPF come nuggets o cordon-bleu, rifiutano ogni alimento semplice.

Cosa suggerisce Salut publique France e altri esperti?

  • Ridurre drasticamente il consumo di bevande zuccherate, alimenti ultraprocessati, dolci, salati e grassi

  • Privilegiare cibi naturali, preferibilmente senza additivi o con liste ingredienti corte

  • Diffondere tra i genitori il principio di precauzione, non limitandosi a colpevolizzare un singolo alimento, ma riducendo la quota complessiva di UPF nella dieta infantile

In Italia: serve al più presto una riflessione

Inutile dire che anche i nostri supermercati pullulano di prodotti simili a quelli indagati in Francia. Per questo è fondamentale:

  • Leggere attentamente le etichette

  • Preferire pasti fatti in casa

  • Limitare i prodotti pronti e confezionati per i più piccoli

  • Educare i bambini al gusto naturale e alla variabilità alimentare