
Uno studio inglese su 187mila persone ha rilevato come nei cibi ultraprocessati, alcuni additivi come dolcificanti, coloranti, aromi ed esaltatori di sapidità sono associati a un aumento del rischio di mortalità. Un additivo, invece, avrebbe un effetto protettivo
Uno studio inglese su 187mila persone ha rilevato come nei cibi ultraprocessati (Upf), alcuni additivi come dolcificanti, coloranti, aromi ed esaltatori di sapidità sono associati a un aumento del rischio di mortalità. Un additivo, invece, avrebbe un effetto protettivo.
Lo studio
Lo studio, pubblicato su eClinicalMedicine, ha analizzato quasi 187mila adulti seguiti per 11 anni, di età compresa tra 40 e 75 anni, reclutati tra il 2006 e il 2010. Secondo i ricercatori il rischio di mortalità cresce già quando gli Upf superano il 18% dell’apporto calorico giornaliero.
Glutammato, acesulfame, sucralosio e gli altri
L’analisi è stata condotta sui dati contenuti nella UK Biobank, e ha messo in relazione l’assunzione di 57 sostanze tipiche dei cibi ultraprocessati con la mortalità totale. 13 di queste sono risultate significativamente associate alla mortalità per tutte le cause: glutammato, ribonucleotide, acesulfame, saccarina, sucralosio, agente agglomerante, agente rassodante, gelificante, addensante, fruttosio, zucchero invertito, lattosio e maltodestrina.
L’effetto positivo della pectina
Al contrario, l’assunzione di alimenti contenenti un agente gelificante è inversamente correlata al rischio di mortalità. Questa associazione negativa può essere in parte spiegata dall’uso della pectina, un agente gelificante a base di fibre che potrebbe avere potenziali benefici per la salute. Lo studio ribadisce le raccomandazioni di ridurre il consumo di cibi ultraprocessati.
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