Dal petrolio ai nostri piatti: residui di esano in burro, uova e carne di pollo

Residui di esano, un solvente utilizzato per estrarre l’olio da semi di soia, girasole o colza, potrebbero trovarsi anche in burro, uova, margarine e carne di pollo. Lo denuncia un’indagine di Radio France che ha trovato residui di esano in 25 prodotti su 54 testati

Residui di esano, un solvente derivato dal petrolio utilizzato per estrarre l’olio da semi di soia, girasole o colza, potrebbero trovarsi anche in burro, uova, margarine e carne di pollo. All’origine della contaminazione ci sarebbe l’alimentazione degli animali da allevamento: i residui di esano passerebbero, ad esempio, nel latte delle mucche, e da lì nei latticini come il burro. È quanto è emerso da un’indagine condotta da Radio France, secondo cui residui di esano si trovano, oltre che in alimenti che contengono olio di semi di girasole, soia e colza, anche in tanti altri prodotti di origine animale. Oltre che in oli biologici, nonostante il regolamento sul bio vieti l’uso di esano nei processi di produzione. Su 54 prodotti testati dal centro comune di misurazioni dell’università della Côte d’Opale a Dunkerque e da un altro laboratorio privato, ben 25 (quasi la metà) contenevano residui di esano. Si trattava di oli, margarine, burri, uova e pezzi di pollo acquistati nel 2024 in negozi del Nord della Francia.

L’esano, solvente neurotossico, torna alla ribalta: a che punto è la regolamentazione?

L’esano è stato riconosciuto, già da diversi anni, come neurotossico e interferente endocrino per l’essere umano, sia per inalazione sia in caso di forti dosi assunte tramite l’alimentazione. In Europa l’uso dell’esano come solvente di estrazione negli alimenti è disciplinato dalla direttiva 2009/32/CE che ammette i seguenti limiti massimi di residuo (MRL) nei vari prodotti alimentari:

  • oli e grassi, inclusi il burro di cacao: max 1 mg/kg,
  • alimenti contenenti proteine defatate e farine defatate: max 10 mg/kg,
  • prodotti di soia defatati destinati al consumatore finale: max 30 mg/kg,
  • germi di cereali defatati: max 5 mg/kg,
  • aromi naturali estratti con solventi: max 1 mg/kg.

La combinazione di esano e etilmethylchetone è espressamente vietata.

“A settembre, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha ritenuto necessario rivalutare questa sostanza chimica – precisa Brigitte Le Magueresse, direttrice di ricerca all’università di Lione 1 – perché l’esposizione alimentare si è rivelata più frequente di quanto si pensasse in precedenza”.
In attesa di questa rivalutazione, sarebbe auspicabile che l’industria adottasse metodi di estrazione alternativi, privi di esano, oggi già disponibili. Inoltre, sarebbe opportuno obbligare i produttori a indicare sull’etichetta l’utilizzo di esano negli alimenti coinvolti. Una proposta di legge in tal senso è stata recentemente presentata all’Assemblea nazionale francese.