Eritritolo, il dolcificante “innocuo” che potrebbe minacciare il cervello

ERITRITOLO

Una nuova ricerca americana svela potenziali effetti dell’eritritolo sul sistema vascolare cerebrale: aumentato rischio di ictus e danni neurologici. E si conferma il sospetto che il dolcificante non sia così sicuro come in molti lo immaginano

Il suo nome compare spesso tra gli ingredienti di dolci, bevande e snack che promettono zero zuccheri e poche calorie. È l’eritritolo, un dolcificante artificiale sempre più diffuso, amatissimo da chi segue una dieta chetogenica o deve controllare la glicemia. Ma, e i nostri lettori lo sanno bene, è anche al centro di sospetti allarmanti. L’ultimo è uno studio scientifico appena pubblicato che riapre la discussione sui suoi possibili effetti collaterali, con particolare attenzione al cervello.

Secondo quanto riportato dal Journal of Applied Physiology, l’eritritolo potrebbe compromettere la funzionalità dei vasi sanguigni cerebrali e aumentare il rischio di ictus ischemico. A lanciare l’allarme sono i ricercatori dell’Università del Colorado, che hanno condotto esperimenti in vitro su cellule endoteliali dei microvasi cerebrali umani esposte a concentrazioni realistiche di eritritolo – ovvero dosi compatibili con un consumo giornaliero medio di alimenti e bevande “senza zucchero”.

I risultati: più radicali liberi e meno ossido nitrico

I ricercatori hanno osservato un aumento del 75% della produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS), molecole altamente instabili che danneggiano le cellule e possono indebolire la barriera emato-encefalica. Allo stesso tempo, la produzione di ossido nitrico, fondamentale per il corretto flusso sanguigno, è diminuita del 20%, mentre la presenza di endotelina-1, un potente vasocostrittore, è cresciuta del 30%.

Tradotto: l’eritritolo potrebbe contribuire a un restringimento dei vasi cerebrali e a una maggiore vulnerabilità a ischemie. Ma non è tutto. Il dolcificante ha anche inibito la capacità delle cellule di produrre attivatore tissutale del plasminogeno (t-PA), una proteina chiave per sciogliere i coaguli di sangue. Un altro tassello che fa crescere le preoccupazioni sul rischio trombotico.

Non è il primo campanello d’allarme

Già nel 2024, diversi studi avevano messo in discussione la sicurezza dell’eritritolo. Alcuni ricercatori avevano evidenziato un aumento della reattività piastrinica, un maggior rischio di eventi cardiovascolari e un’associazione con la mortalità generale negli uomini. Un altro studio parlava di possibili effetti emorragici.

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Ora, con il nuovo lavoro del Colorado, arriva anche una spiegazione meccanicistica su come queste alterazioni vascolari potrebbero svilupparsi. E se si considera che l’eritritolo può attraversare la barriera emato-encefalica, le implicazioni sul piano neurologico -soprattutto in caso di consumo cronico – appaiono ancora più gravi.

Serve una revisione delle politiche di sicurezza alimentare?

Attualmente l’eritritolo è approvato dalla Fda statunitense e dall’Efsa europea. Ma questa nuova ondata di dati suggerisce che l’etichetta di “dolcificante sicuro” potrebbe essere stata apposta con troppa leggerezza.

Gli autori dello studio invitano alla prudenza e chiedono ulteriori ricerche cliniche, soprattutto su esseri umani, per valutare l’effettivo rischio legato al consumo prolungato. Intanto, il consiglio è quello di limitare l’assunzione di prodotti “sugar free” che lo contengono, spesso in quantità non trascurabili.