Colazione con cereali per bambini: aumentano grassi e zuccheri

Boy eating cereal while having breakfast with his sister in the kitchen

La colazione a base di cereali per i bambini non è sana come i produttori raccontano in spot e sulle confezioni. Un’analisi su 1200 prodotti ha rivelato aumento di grassi, sodio e zuccheri, oltre a una diminuzione di proteine e fibre, confermando un nostro test del 2021

La colazione a base di cereali per i bambini non è sana come i produttori raccontano in spot e sulle confezioni. Un’analisi su 1200 prodotti lanciati sul mercato dal 2010 al 2023, ha rivelato aumento di grassi, sodio e zuccheri, oltre a una diminuzione di proteine e fibre. Secondo lo studio, pubblicata su Jama Network Open e diretto da Shuoli Zhao della University of Kentucky, i cereali per bambini contengono alti livelli di zuccheri aggiunti, con una singola porzione che supera il 45% del limite giornaliero raccomandato dall’American Heart Association per i bambini stessi.

Aumentano zuccheri e grassi

Lo studio conferma quando aveva già raccontato il Salvagente nell’agosto del 2021, quando avevamo portato in laboratorio 14 confezioni di cereali tradizionali confrontandoli con 20 prodotti destinati a bambini e ragazzi, e scoprendo che contenevano fino a 5 volte più zucchero rispetto ai corn flakes per adulti. Avevamo chiesto a due laboratori differenti di misurare le micotossine, i pesticidi, i metalli pesanti e l’acrilammide.
Per ragioni difficili da comprendere – ma facili da ricondurre alla logica di un favore alle aziende – la Commissione europea nel 2017 ha adottato un regolamento che prevede esclusivamente dei valori guida per questa sostanza (dunque, nessun limite di legge obbligatorio né sanzioni per le aziende che non riescono a stare in quei valori).

Chi va fuori soglia con l’acrilammide

Le nostre analisi dimostrano che la maggioranza delle aziende riesce a rispettarli ma con due clamorose eccezioni: nei cereali Misura e gli Special K di Kellogg’s, infatti, il laboratorio ha rilevato un quantitativo di acrilammide superiore ai valori guida. Le aziende, va detto, ci hanno assicurato di monitorare costantemente il valore e di lavorare per una sua attenuazione. Quel che emerge, però, è l’immobilismo della Commissione europea che sembra aver dimenticato il suo ruolo di tutela della salute pubblica lasciando alle aziende l’onere di monitorare la presenza di una sostanza potenzialmente cancerogena negli alimenti, senza prevedere sanzioni in caso che questo non accada.

Cosa abbiamo trovato nel test del 2021

Acrilammide

L’acrilammide è una sostanza chimica che si forma naturalmente negli alimenti contenenti amido durante le cotture ad alta temperatura, per via di un processo noto come “reazione di Maillard”, che avviene tra gli amminoacidi delle proteine e gli zuccheri. È il caso di fritture, cotture al forno e alla griglia, ma anche altre trasformazioni industriali (alimentari e non) che avvengono a temperature elevate e che in condizioni di bassa umidità danno luogo a una reazione analoga. Il consumo di questa molecola deve essere strettamente monitorata dato che la Iarc ha classificato l’acrilammide come “probabile cancerogena”. Due campioni, Misura e Special K di Kellogg’s superavano i valori guida indicati dall’Efsa nel 2018: attenzione, non si tratta di prodotti fuori legge perché quelli stabiliti dall’Autorità per la sicurezza alimentare non sono limiti di legge ma esclusivamente una soglia di riferimento a cui le aziende devono mirare.

Glifosato

Buone, invece, le notizie sulla contaminazione da glifosato: le analisi hanno evidenziato la presenza dell’erbicida in un unico campione, il Kellogg’s Special K Classics, in quantità peraltro limitate.

Metalli pesanti

Cadmio e piombo sono i due metalli pesanti che abbiamo cercato nei 14 campioni di corn flakes. Il Regolamento 1881/2006 fissava i limiti per entrambi sulla materia prima (piombo 0,20 mg/kg e cadmio 0,10 mg/kg): in nove dei nostri campioni le analisi hanno misurato quantità di entrambi i metalli al di sotto del limite di quantificazione (piombo <0,02 mg/kg e cadmio <0,010 mg/kg) mentre negli altri campioni la concentrazione è leggermente più alta ma ampiamente sotto quanto previsto dalle norme.

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Pesticidi

L’analisi multiresiduale effettuata sui campioni si è concentrata sulla ricerca di centinaia di molecole. Solo 3 campioni sono risultati positivi a piccole concentrazioni di piperonil butossido e deltametrina: sostanze di cui si sa ancora poco, sia per quanto riguarda la loro azione in combinazione con altre sostanze tossiche sia per la loro capacità di favorire tumori o altre malattie degenerative a lunga latenza (ossia, legate a piccole esposizioni ma ripetute e prolungate nel tempo).

Micotossine

Le analisi hanno ricercato 24 molecole. Quelle più comunemente rilevate sono zearalenone, enniatine, beauvericina e fumonisine: si tratta di micotossine definite emergenti su cui, cioè, si stanno ancora raccogliendo informazioni circa l’eventuale tossicità. Per questo non sono previsti limiti di legge (se non per la somma di fumonisine B1+B1 che non deve essere maggiore di 1.000 mcg/kg). Si tratta di concentrazioni basse che prese singolarmente non preoccupano. Tuttavia non possiamo sottovalutare l’effetto cocktail, ovvero la contaminazione multipla alla quale il nostro organismo viene esposto una volta ingerito il prodotto contaminato da più micotossine.

Zucchero e sale

Nella valutazione dei 14 campioni non potevamo non considerare la quantità di zucchero e sale. Per il primo, le linee guida nutrizionali fissano a 19 grammi la quantità massima di zucchero che un adulto può mangiare al giorno: iniziare con un bel carico di dolcezza già al mattino non è mai una buona idea. Per il sale, invece, l’Oms indica una quantità non superiore ai 5 grammi al giorno: considerando che il sale è anche in alimenti insospettabili, come i corn flakes, il rischio che le raccomandazioni vengano disattese è molto alto, con tutte le conseguenze che derivano da un consumo eccessivo di sale, maggiore rischio di malattie cardiovascolari in primis.