Scandalo Perrier, sotto accusa il governo francese: “sapeva dei trattamenti illeciti di Nestlé”

ACQUA PERRIER CONTAMINATA

Un rapporto del Senato rivela che massimi esponenti dell’Eliseo erano stati messi al corrente dalla stessa Nestlé (almeno dal 2022) dei trattamenti di purificazione e filtrazione, non autorizzati, che sono stati applicati all’acqua per etichettarla come “minerale naturale”

Il governo francese finisce sotto accusa per aver coperto lo scandalo dei trattamenti di filtrazione illegali applicati all’acqua minerale Perrier, di proprietà del colosso alimentare Nestlé. È quanto ha rivelato un rapporto della commissione d’inchiesta del Senato, diffuso lo scorso lunedì, in cui si afferma che l’ufficio del presidente Emmanuel Macron all’Eliseo era stato messo al corrente dalla stessa Nestlé (almeno dal 2022) riguardo ai trattamenti di purificazione e filtrazione, non autorizzati, che sono stati applicati all’acqua (estratta da una sorgente del sud della Francia) per etichettarla come “minerale naturale”. Il governo non è intervenuto e non ha informato le autorità giudiziarie.
Seppur non sia stato dimostrato nessun rischio per la salute, i senatori puntano il dito contro l’inganno verso consumatori e autorità locali. Il rapporto afferma: “oltre alla mancanza di trasparenza di Nestlé Waters, è importante sottolineare la mancanza di trasparenza da parte dello Stato, sia nei confronti delle autorità locali ed europee che nei confronti dei cittadini francesi”.

L’affaire dei trattamenti illeciti, svelato da Le Monde

Le normative europee limitano rigorosamente i trattamenti consentiti per i prodotti commercializzati come “acqua minerale naturale”. L’acqua del rubinetto può essere filtrata e trattata, ma l’acqua minerale naturale – che viene venduta a un prezzo da 100 a 400 volte superiore rispetto a quella del rubinetto – deve essere trattata esclusivamente con metodi naturali e non può essere disinfettata né sottoposta a processi che ne alterino le caratteristiche.
Nel 2019 succede qualcosa che scuote fortemente l’industria francese delle acque minerali: un whistleblower denuncia che il produttore Sources Alma – proprietario dei marchi Cristaline e Vichy Célestins – avrebbe utilizzato trattamenti non autorizzati per microfiltrare l’acqua. Un rappresentante di Sources Alma ha dichiarato alla commissione del Senato di non aver usato trattamenti illegali e che la loro acqua era sicura.
Ma il rapporto del Senato afferma che, dopo l’allerta del whistleblower, Nestlé (i cui marchi includono Vittel e Perrier), aveva contattato volontariamente il governo francese nel 2021 – e successivamente l’Eliseo – per ammettere di aver usato trattamenti di filtrazione. L’azienda ha presentato un piano per affrontare il problema, poi approvato dalle autorità. Secondo i senatori, Alexis Kohler, allora segretario generale dell’Eliseo, avrebbe incontrato dirigenti di Nestlé, ma ha rifiutato di testimoniare davanti alla commissione del Senato. Nel febbraio scorso, Macron ha negato di essere a conoscenza del caso.

Il Senato ha affermato che la relazione tra Nestlé e il governo era diventata così stretta che la formulazione di un rapporto statale sull’acqua sarebbe stata modificata su richiesta dell’azienda. Il senatore socialista Alexandre Ouizille, che ha presieduto i sei mesi di lavori della commissione, ha definito la situazione: “inspiegabile, imperdonabile, incomprensibile”.
Il deputato francese Aurélien Rousseau, ex direttore di gabinetto di Élisabeth Borne a Matignon ed ex ministro della Salute, ha riconosciuto “un errore di valutazione” sull’affaire delle acque minerali naturali trattate, pur affermando che “non si tratta di uno scandalo sanitario”.
L’affaire dei trattamenti illeciti applicati ad alcune acque minerali, rivelata da Le Monde e Radio France nel gennaio 2024, è stata oggetto – secondo quanto affermato dalla commissione d’inchiesta del Senato sulle pratiche dell’industria delle acque in bottiglia – di una “dissimulazione da parte dello Stato”, frutto di una “strategia deliberata”.
Rousseau ha raccontato: “Quando sono stato informato in qualità di direttore di gabinetto, mi è stato detto che nel 2021 Nestlé si era presentata dallo Stato dicendo “applichiamo trattamenti all’acqua che sappiamo essere illegali, concedeteci del tempo”. E ha aggiunto: “quello che è certo è che nel 2025 Nestlé non è ancora rientrata nei limiti previsti, quindi oggi non dovrebbe più avere diritto alla denominazione “acqua minerale”.
Ma, ha precisato, “se nel 2022, quando Nestlé si è rivolta alle autorità, si fosse deciso di dire “bene, non siete più acqua minerale”, credo che Nestlé avrebbe probabilmente risposto – come dice oggi – “chiudiamo queste sorgenti”. Di conseguenza, “ci avrebbero accusati di essere dei tecnocrati fuori di testa”, visti i rischi che ciò avrebbe comportato per l’occupazione.
Oggi, ha concluso, Nestlé deve “rendere conto, anche di fronte alla giustizia, in materia di frode commerciale”.