
Un nuovo studio aggiunge un altro tassello agli effetti negativi del glifosato, il pesticida che tanto l’Europa che gli Usa continuano a definire sicuro. Questa volta si tratta dell’insorgenza di endometriosi e sindrome dell’ovaio policistico
Un nuovo studio pubblicato su Reproductive Sciences il 21 marzo 2025 evidenzia gravi rischi per la salute riproduttiva femminile legati all’esposizione al glifosato, l’erbicida più utilizzato al mondo. Secondo i ricercatori, il glifosato interferisce con gli ormoni femminili e danneggia organi chiave come le ovaie e l’utero, aumentando le difficoltà nel concepimento e il rischio di infertilità e malattie riproduttive.
Danni agli organi riproduttivi e interferenze ormonali
Lo studio indica che l’esposizione al glifosato potrebbe essere correlata a disturbi come la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) e l’endometriosi, due delle principali cause di infertilità femminile. La PCOS, una condizione che influisce su ovulazione e livelli ormonali, può compromettere la fertilità e alterare il ciclo mestruale. L’endometriosi, caratterizzata dalla crescita anomala di tessuto endometriale al di fuori dell’utero, provoca spesso dolore e infertilità.
Secondo i ricercatori, gli erbicidi a base di glifosato possono:
- Danneggiare l’utero, alterandone la struttura e compromettendo la formazione dei vasi sanguigni essenziali per l’impianto dell’embrione;
- Ridurre la funzionalità ovarica, diminuendo il numero e la qualità degli ovuli;
- Provocare stress ossidativo, con conseguente danno a cellule e DNA;
- Modificare l’espressione genetica, con possibili effetti negativi trasmessi alle generazioni future;
- Interferire con la produzione di estrogeni, compromettendo l’equilibrio ormonale essenziale per la fertilità.
Esposizione diffusa e conseguenze a lungo termine
Tanto per ricordare quanto sia pervasiva la presenza di glifosato negli organismi anche di chi vive lontano dalle aree agricole statunitensi coltivate ad Ogm e abbondantemente irrorate di glifosato, basti ricordare la ricerca condotta dal Salvagente nel maggio 2017. In quell’occasione, 14 donne incinte residenti in grandi città italiane si erano sottoposte a uno screening volontario, consegnando campioni delle loro urine per l’analisi. E in tutti i casi il pesticida era presente nel loro corpo.
Un dibattito aperto sulla sicurezza del glifosato
Nonostante la crescente mole di evidenze scientifiche sui rischi per la salute, l’Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA) e l’analoga europea (Efsa) continua a considerare il glifosato sicuro per l’uso agricolo. Tuttavia, studi recenti lo hanno collegato non solo a problemi riproduttivi, ma anche a disturbi neurologici, cancro, infiammazioni epatiche, malattie metaboliche e neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson.
Molti esperti sottolineano che gli erbicidi a base di glifosato, che contengono altre sostanze chimiche oltre al principio attivo, potrebbero essere ancora più tossici del glifosato puro.