Carne coltivata, a Londra arrivano i primi bocconcini per animali domestici

Dal 7 febbraio la Meatly ha messo in vendita in alcuni negozi di Londra i primi bocconcini di pollo per gli animali domestici ottenuti da un mix di carne coltivata e vegetali

Gli animali domestici che vivono nel Regno Unito saranno i primi a “testare” alimenti a base di carne coltivata. Dal 7 febbraio, infatti, la Meatly ha lanciato sul mercato i primi bocconcini di pollo per gli animali domestici ottenuti da un mix di carne coltivata e vegetali. La decisione dell’azienda arriva dopo l’autorizzazione da parte della Food Standard Agency (FSA) la scorsa estate. I bocconcini Chick Bites, da 50 grammi l’una, al costo di 3,49 sterline, saranno in vendita in edizione limitata presso il punto vendita Pets at Home di Brentford (Londra).

Da un unico campione di uovo si può ottenere carne per tutti

Come si legge sul sito dell’azienda i “Chick Bites combinano ingredienti di origine vegetale con Meatly Chicken, offrendo un’alternativa nutriente, sana e sostenibile ai tradizionali snack per cani”. “Un modo più etico per gli altri animali e migliore per l’ambiente” per mangiare carne. Una sfida con un enorme impatto ambientale.
“Per produrre Meatly Chicken, è stato prelevato un singolo campione di cellule da un uovo di gallina. Da questo unico campione, è possibile ottenere una quantità di carne coltivata sufficiente per nutrire gli animali domestici per sempre”.
Il processo prevede che successivamente il campione di cellule prelevato dall’uovo sia coltivato con vitamine e aminoacidi in laboratorio, e poi con le cellule in un contenitore simile a quello in cui viene fermentata la birra. Il risultato è una pasta simile al paté.
Meatly fa sapere che ha in programma di espandere la produzione rendendo i prodotti più accessibili nei prossimi 3-5 anni, con ulteriori collaborazioni in vista con THE PACK e Pets at Home. Le riduzioni dei costi potrebbero essere ottenute mescolando la carne con le verdure, come si fa con altri alimenti per animali domestici.

Gli animali domestici consumano il 20% della produzione di carne

Lo scopo è molto chiaro: contribuire a diminuire il numero di animali allevati per fornire carne per gli animali domestici, perché questi “consumano” tra il 20 e il 30% dell’intera produzione di carne, con numeri in costante crescita. Nel Regno Unito, secondo il sito Green Queen agli animali domestici è destinato il 22% di tutta quella prodotta da allevamenti. Secondo una ricerca citata dal quotidiano britannico Guardian l’industria degli alimenti per animali domestici potrà avere un impatto climatico simile a quello delle Filippine, il 13° paese più popoloso del mondo.
Probabilmente nei prossimi mesi altre aziende seguiranno l’esempio di Meatly, a cominciare dall’austriaca BioCraft Pet Nutrition, alle statunitensi Marina Cat e Wild Earth, alla cèca Bene Meat, la prima ad aver depositato la richiesta nell’apposito EU Feed Materials Register.
Quel che è certo è che i proprietari iniziano a essere più consapevoli dell’impatto ambientale del proprio animale, e a essere disposti a modificare qualcosa per diminuirlo. Uno studio dell’Università di Winchester ha rilevato che il 50% dei proprietari di animali domestici intervistati darebbe da mangiare ai propri animali domestici carne coltivata, mentre il 32% la mangerebbe da solo.