Tra le cause del fenomeno, che rende friabile lo smalto dei denti, c’è l’assunzione precoce di antibiotici, l’esposizione alle diossine e l’uso di plastificanti come il Bisfenolo A
Sempre più bambini sono affetti dal fenomeno dei cosiddetti “denti di gesso”, in gergo medico ipomineralizzazione molare-incisiva (abbreviata in Mih), in cui lo smalto è talmente danneggiato da diventare morbido rendendo i denti macchiati e friabili, di conseguenza più vulnerabili alle carie. Si tratta di una tendenza in aumento tra i più piccoli: si stima che quasi il 29% dei bambini di 12 anni sia affetto da denti di gesso, che si mostrano tali già durante l’eruzione dal cavo orale. Scoperta per la prima volta nel 1987, la Mih sta preoccupando sempre più i dentisti, che segnalano un aumento costante di genitori disperati per questa formazione anomalo dello smalto dei denti dei propri figli. La Società tedesca di odontoiatria, stomatologia e chirurgia maxillo-facciale definisce i denti di gesso una “nuova malattia diffusa”.
Antibiotici e BpA tra le cause
Non è ancora chiaro perché così tanti bambini siano affetti da Mih. La scarsa igiene orale non c’entra, poiché i denti sono spesso friabili già al momento dell’eruzione. Le cause di questa alterazione dello smalto sono probabilmente da ricercare durante la gravidanza e nei primi mesi o anni di vita. Lo sviluppo e l’indurimento dei denti avvengono tra l’ottavo mese di gravidanza e il quarto anno di vita. In questa fase, calcio e fosfato si depositano nei denti. Nei denti di gesso, questo processo è compromesso, lasciando lo smalto morbido. Secondo Katrin Bekes, presidente della Società tedesca di odontoiatria pediatrica, è “quasi certo” che vi siano più fattori coinvolti.
Una delle cause più certe è l’assunzione precoce di antibiotici: secondo il rapporto odontoiatrico 2021 della cassa di assicurazione sanitaria Barmer, esiste una correlazione tra l’uso di alcuni antibiotici nei primi quattro anni di vita e l’insorgenza dell’Mih.
Ma ci sarebbero anche altre cause tra cui l’esposizione alle diossine e l’uso di plastificanti nei materiali sintetici. Tra cui il Bisfenolo A che, purtroppo, è una sostanza difficile da evitare fin da neonati poiché è presente in contenitori di plastica, giocattoli, lattine e bottiglie per bevande e, fino a non molto tempo fa, anche in biberon e tettarelle. Uno studio pubblicato nel 2013 sull’American Journal of Pathology suggerisce che il BpA potrebbe essere un fattore scatenante dei denti di gesso poiché in esperimenti su ratti gravidi e neonati, questa sostanza ha causato gravi alterazioni nello sviluppo dello smalto. Tuttavia, l’Istituto federale tedesco per la valutazione del rischio (BfR) ritiene improbabile un collegamento diretto tra BpA e denti di gesso nei bambini. Secondo il BfR, lo sviluppo dell’Mih è probabilmente il risultato di molteplici fattori.
Come si riconoscono i denti di gesso?
I denti di gesso sono esteticamente sgradevoli, presentano macchie dal bianco-giallastro al giallo-brunastro, ma rappresentano anche un serio rischio per la salute orale. La loro superficie porosa favorisce l’annidamento di batteri nocivi, aumentando il rischio di carie. Inoltre sono denti difficile da pulire e provocano dolore quando entrano in contatto con aria o cibi freddi, rendendo l’igiene orale ancora più complicata.
I denti colpiti possono essere sia i molari, sia gli incisivi o gli altri denti anteriori. Sono principalmente quelli permanenti a essere interessati, rendendo la malattia particolarmente problematica anche perché non ci sono cure. Per questo è fondamentale una prevenzione particolarmente accurata: i bambini devono lavare i denti in modo scrupoloso, e i genitori dovrebbero aiutarli il più a lungo possibile.
È importante utilizzare un dentifricio al fluoro e visitare regolarmente il dentista che, all’occorrenza, può fluorare e sigillare i denti danneggiati, rendendoli meno sensibili e meno soggetti a carie. In aggiunta, a casa si può utilizzare una pasta arricchita con calcio e fosfato per sostenere la mineralizzazione. Se ci sono solo piccole (e poche) macchie bianche su un dente che non presenta fratture, e il bambino non ha dolore, allora ci si può limitare a controlli regolari e misure di prevenzione.