Promossi a pieni voti solo 4 dei 25 prodotti analizzati dalla rivista tedesca Oko-Test; il booster Colibri di Domany e il siero Revitalift Filler 1,5 % di L’Oréal ottengono un gravemente insoddisfacente per la rispettiva presenza di formaldeide e di un conservante problematico
Alzi la mano chi non ha mai acquistato un prodotto contenente acido ialuronico. Da diverso tempo questa sostanza viene sbandierata dalle aziende come una potente arma contro l’invecchiamento e basta fare un giro nei negozi di cosmetici, dalle farmacie ai supermercati, per trovarla in centinaia di prodotti, dalle creme ai sieri. Ma l’acido ialuronico è davvero così efficacie?
La rivista tedesca Oko-test ha analizzato 25 sieri all’acido ialuronico, nella fascia di prezzo compresa tra 3 e 42 euro, di cui 9 con certificazione di cosmetici naturali. Risultato? Solo 4 prodotti sono stati promossi con il massimo dei voti perché risultano privi di ingredienti problematici e non fanno promesse di anti-invecchiamento che non possono mantenere. Sono il siero Free di Free Organics, il siero Isana di Rossman, il siero Judith Williams di Judith Williams Beauty World e il siero NØ di Kroll Cosmetics.
Conservanti problematici e basse concentrazioni di acido ialuronico
Altri 5 prodotti hanno ottenuto un giudizio buono mentre tutti gli altri passano dal soddisfacente all’insoddisfacente, per arrivare al gravemente insoddisfacente in due casi: il booster Colibri di Domany e il siero Revitalift Filler 1,5 % di L’Oréal. In quest’ultimo caso, oltre all’allettante promessa di marketing del produttore, secondo cui il prodotto “penetra in profondità nella pelle per riempire le rughe”, il siero contiene anche il clorfenesina, un conservante organo-alogenato che può causare allergie e irritazioni cutanee. La stessa sostanza è contenuta anche nel siero Neutrogena Hydro Boost Intensive di Johnson & Johnson, mentre nel Colibri Skincare Hyaluron Booster, il laboratorio ha rilevato quantità rilevanti di formaldeide (conservante vietato) o di sostanze che possono rilasciarla. Nella lista degli ingredienti non risulta alcuna sostanza che potrebbe spiegarne la presenza e il produttore non ha fornito chiarimenti in merito, per cui si ipotizza che possa provenire dalla preconservazione di alcune materie prime o si sia formata durante la conservazione.
Tra gli altri ingredienti critici, si segnalano anche i Peg/derivati Peg che possono rendere la pelle più permeabile alle sostanze estranee. Sono stati rilevati in 4 prodotti, tra cui il siero della Nivea e il siero Garnier.
Inoltre la concentrazione effettiva di acido ialuronico spesso non è chiara perché molte aziende non rivelano quanta sostanza è contenuta nel prodotto invocando il segreto della formula. Quando il sodium hyaluronate, come nella lista degli ingredienti del siero Garnier, appare solo al decimo posto, dietro al composto sintetico Carbomer, il dubbio che la concentrazione sia realmente efficace è a dir poco lecito.
Nessuna prova scientifica sull’effetto anti-age
Resta il fatto che comunque sarebbe meglio non dare troppo peso alle promesse anti-invecchiamento fatte dai produttori poiché ad oggi non esistono prove scientifiche che dimostrino un vantaggio dei sieri all’acido ialuronico rispetto a un comune siero idratante. Per quanto riguarda gli integratori orali, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha esaminato le prove nel 2012 e non ha trovato un nesso causale tra l’assunzione di acido ialuronico e la protezione della pelle dalla disidratazione.
Anche i produttori che hanno fornito le ricerche a supporto delle loro affermazioni anti-età (4 su 13) non hanno fornito prove convincenti che hanno dimostrato un reale vantaggio per i sieri all’acido ialuronico rispetto a un normale prodotto idratante, spesso più economico. Altri produttori non hanno fornito prove o hanno presentato studi relativi a formulazioni differenti, le cui liste di ingredienti non corrispondevano al prodotto testato.