Dalle analisi effettuate dalla rivista tedesca Oko-test su 20 confezioni di fagioli pronti è emersa una contaminazione da Bisfenolo A in tutti e 15 i prodotti in lattina, 14 dei quali in quantità fortemente elevata. Si salvano solo i 5 prodotti in barattoli di vetro
I fagioli in scatola (di latta) non sfuggono al Bisfenolo A. È questo, purtroppo, il risultato del nuovo test effettuato dalla rivista tedesca Oko-test che ha portato in laboratorio 20 confezioni di fagioli pronti, di cui 8 biologici, per la maggior parte cotti secondo la ricetta Baked Beans, ovvero con aggiunta di salsa di pomodoro, zucchero e spezie. Si salvano dalla contaminazione solo 5 prodotti e, non a caso, sono gli unici confezionati in barattoli di vetro. In tutti gli altri, conservati in lattina, il laboratorio ha rilevato tracce di BPA, e in 14 casi su 15 le quantità sono state classificate come “fortemente elevate”.
Il principale indiziato come responsabile della contaminazione è il materiale utilizzato per la confezione, anche se i produttori di lattine affermano che il BPA si trova ormai ovunque nell’ambiente e può penetrare nei prodotti durante i vari passaggi di produzione. Cosa che non si può escludere del tutto, ma la vernice interna delle lattine rimane una possibile fonte di contaminazione. Anche se oggi è diminuito l’uso della resina epossidica, da cui il BPA può trasferirsi agli alimenti, non si può escludere una contaminazione incrociata attraverso la verniciatura esterna.
Il punto, però, è che poco importa da dove provenga: il BPA non dovrebbe essere più presente nei nostri alimenti visto che, per i suoi effetti ormonali, è stato ufficialmente classificato dall’Ue come probabilmente tossico per la riproduzione. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha segnalato anche possibili effetti sul sistema immunitario, anche in quantità minime, e per questo ha abbassato drasticamente la dose giornaliera tollerabile (TDI) a un livello 20mila volte inferiore rispetto a prima: 0,2 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo. Questo vuol dire che, considerando una persona che pesa 60 kg e in un giorno consuma mezza scatola di fagioli (pari a circa 200 grammi), il TDI si supera con 14 dei prodotti testatiI. Solo un prodotto in lattina contiene livelli di BPA classificati come “tracce” e si tratta dei fagioli Coroos.
Pesticidi quasi inesistenti, ma in un caso spunta il glifosato
Rispetto ai pesticidi ci sono buone notizie perché solo in due prodotti sono state rilevate tracce, in quantità minime. Tuttavia, nei fagioli Suntat è stato trovato il glifosato, nemico insidioso della nostra salute, classificato come probabile cancerogeno dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC). La presenza dell’erbicida anche in tracce, è comunque allarmante quando i livelli superano 0,01 mg/kg.
Troppi zuccheri e aromi non necessari
Un’altra nota dolente del test sui fagioli in scatola è la presenza elevata di zucchero, sebbene la ricetta dei Baked Beans preveda che abbiano un sapore piuttosto dolce. Il prodotto con la maggiore quantità di zucchero sono i Baked Beans di Edeka, con 5,1 grammi per 100 grammi di prodotto finito. Quindi, una mezza scatola dei fagioli Edeka con 10,2 grammi di zucchero contribuisce significativamente a raggiungere il limite giornaliero di 25 grammi raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità . Ci sono comunque alternative meno dolci come i fagioli Mamma Lucia che contengono solo 2,1 grammi di zucchero per 100 grammi.
Quello che viene considerato totalmente inutile è la presenza di aromi che si trova in 8 prodotti.
In alcuni casi c’è confusione tra l’indicazione del paese di produzione con quello di coltivazione, che non sono necessariamente lo stesso. Nel caso dei fagioli Krini, il produttore usa una bandiera italiana e scrive “prodotto in Italia” ma dall’etichetta non si capisce se gli ingredienti principali, cioè i fagioli, provengono dal nostro paese. Sempre sull’etichetta dei faglioli Krini è presente un altro errore che riguarda la quantità di zucchero indicata nella dichiarazione nutrizionale: 1 grammo per 100 grammi di prodotto finito, contro i 4 misurati dal laboratorio.
Buone notizie per la presenza di proteine, fibre e pochi grassi
Una buona notizia riguarda la presenza di proteine, fibre e pochi grassi. Tutti i prodotti del test possono essere definiti “fonte di proteine” in base al regolamento dell’Ue, secondo cui almeno il 12% dell’energia totale deve provenire da questo nutriente. Inoltre, questi fagioli sono una fonte di fibre: con quantità che variano tra 8 e 20 grammi per porzione, contribuiscono significativamente a raggiungere il valore di riferimento della Società Tedesca di Nutrizione, che raccomanda agli adulti di assumere almeno 30 grammi di fibre al giorno. Infine, tutti i 20 prodotti contengono pochissimi grassi, per lo più intorno a 0,5 grammi per 100 grammi. E anche i livelli di sale, dichiarati in media a 0,6 grammi per 100 grammi e confermati dal laboratorio, non presentano criticità .