Convivere a 70 anni: da Torino a Roma, l’Italia punta al cohousing per anziani

DIABETE

A Torino è nata la Specht Residenzen, una residenza dedicata agli over 65 che ricalca il modello abitativo del cohousing per anziani molto diffuso nei paesi del Nord Europa e negli Stati Uniti. Grazie ad una legge questa soluzione più che virtuosa si sta diffondendo anche da noi

Una seconda vita per chi, arrivato ad una certa età, vuole mantenere la sua autonomia, ma non vuole pesare sugli altri. È questo l’obiettivo principale del cohousing per anziani (o senior cohousing), un modello abitativo virtuoso, molto presente nei paesi del Nord Europa e negli Stati Uniti, che si sta diffondendo sempre di più anche in Italia.
L’ultimo esempio, in ordine cronologico, è quello di Torino, dove una palazzina di corso Palestro ha cambiato volto e, da ospitare uffici, è passata ad essere una residenza dedicata agli over 65. La Specht Residenzen, nome che rimanda alla società che la gestisce, la Specht Group Italia, è un condominio organizzato in piccoli appartamenti dedicati alle persone che vogliono vivere la terza età all’interno di una comunità per poter condividere una nuova socialità e non rimanere mai soli.
Oltre ad organizzare iniziative ricreative, in cui ci si incontra e ci si confronta, in questi condomini ci sono una serie di servizi dedicati a questa fascia d’età, compresa una prima assistenza medica. Grazie a soluzioni di telemedicina e al personale specializzato, che viene spesso messo a disposizione per qualche ora al giorno, è possibile monitorare lo stato di salute degli abitanti, fornendo una prima risposta ai loro bisogni direttamente nel posto in cui si trovano. Un aspetto fondamentale che rassicura non solo l’utente stesso, ma anche i suoi familiari che, sempre più spesso, vivono lontani.

Quello di Torino è solo uno dei tanti esempi che stanno nascendo nel nostro paese grazie, anche, ad una legge, entrata in vigore lo scorso marzo, che punta proprio a promuovere queste soluzioni abitative.
Nel numero di settembre del Salvagente abbiamo pubblicato un servizio che approfondisce il fenomeno in tutte le sue sfaccettature, da quelle sociali a quelle sanitarie, ed illustra alcune iniziative importanti che si stanno realizzando da Nord a Sud. Come Spazio Blu, il progetto pilota targato Inps, Cassa Depositi e Prestiti, Gemelli e Investire Sgr. Per saperne di più abbiamo intervistato Manuel Soldato, geriatra e direttore sanitario di “Gemelli a casa”, il servizio di assistenza domiciliare del policlinico universitario Agostino Gemelli. “Investire nell’abitare per gli anziani è una condizione propedeutica al buon invecchiare e al mantenimento della salute – ha spiegato Soldato aggiungendo che “quando la volontà di restare a casa propria diventa una strada non più percorribile, bisogna pensare a soluzioni fuori casa, il più possibile simili ad un contesto abitativo che l’anziano possa percepire come uno spazio proprio”.
Nel servizio c’è anche un’intervista all’avvocato Laila Perciballi, che è stata nominata primo Garante dei diritti degli anziani di Roma e si occupa proprio di promuovere queste nuove forme abitative. Perciballi ci ha raccontato le esperienze più significative che ha avuto modo di “toccare con mano” e ci ha parlato di quello che è uno dei progetti più ambiziosi di cui si sta occupando, ovvero la creazione di una banca del tempo per garantire una maggiore assistenza domiciliare mediante ore di volontariato dei professionisti della salute, compresi i medici in pensione.