Mais Ogm e pesticidi genetici: “La Ue mette a rischio gli impollinatori”

OGM PESTICIDI GENETICI

Autorizzati con inusitata velocità, due nuovi mais Ogm della Corteva in Europa. L’associazione francese dei consumatori UFC-Que Choisir lancia tutti i dubbi su una tecnica che spinge la pianta a produrre un pesticida genetico che potrebbe avere effetto anche sugli impollinatori

Negli ultimi mesi, la Commissione Europea ha autorizzato la commercializzazione di due nuove varietà di mais geneticamente modificato (OGM) destinate all’alimentazione animale e umana, provocando reazioni accese tra esperti scientifici e associazioni di consumatori. L’associazione francese UFC-Que Choisir, uno dei più importanti organismi di difesa dei consumatori transalpini, ha sollevato serie preoccupazioni riguardo l’impatto di questi nuovi prodotti sul piano della salute pubblica e ambientale. Il fulcro del dibattito riguarda l’uso di nuove tecnologie genomiche (NTG), tra cui il controverso Crispr-Cas9, e il “pesticida genetico” prodotto da una delle varietà di mais approvate.

Le nuove tecniche genomiche: una frontiera ambigua

L’approvazione del mais DP915635 segna un’importante svolta, poiché introduce per la prima volta l’uso di NTG nell’Unione Europea. Crispr-Cas9, una delle tecnologie utilizzate, consente di apportare modifiche precise al DNA delle piante. Questo strumento è considerato rivoluzionario, ma è ancora oggetto di dibattito per quanto riguarda la sua sicurezza a lungo termine.

La questione sollevata dall’UFC-Que Choisir non è soltanto legata alla tecnologia in sé, ma riguarda la rapidità con cui la Commissione Europea ha approvato la commercializzazione di questi prodotti senza un quadro normativo solido. La legislazione europea in materia di OGM è ancora in fase di revisione, e l’associazione teme che si possano trascurare aspetti fondamentali relativi alla trasparenza e alla sicurezza alimentare.

Il pesticida genetico: un rischio per gli impollinatori?

La preoccupazione maggiore riguarda il mais DP23211, una varietà che incorpora una nuova tecnologia in grado di produrre un “pesticida genetico”. Questa pianta è stata modificata per sintetizzare un RNA a doppia catena (RNA db) che, quando ingerito dall’insetto nocivo della chrysomèle, un parassita del mais, blocca l’espressione di un gene essenziale, portando alla morte delle sue larve.

L’UFC-Que Choisir ha espresso preoccupazione per la mancanza di studi indipendenti che valutino l’impatto di questo nuovo tipo di pesticida sull’ambiente. L’associazione, in linea con altre organizzazioni di protezione degli insetti come Pollinis, teme che il meccanismo del “pesticida genetico” possa influenzare non solo il parassita target, ma anche specie di insetti geneticamente affini, comprese le popolazioni di impollinatori già in declino. Un impatto negativo sugli impollinatori potrebbe avere effetti devastanti sull’ecosistema e l’agricoltura a livello globale.

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Le critiche alla valutazione dell’Efsa

L’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) ha giudicato sicuri questi nuovi mais OGM, non riscontrando problemi di tossicità o allergenicità legati all’RNA db prodotto dalla pianta. Tuttavia, l’UFC-Que Choisir ha contestato questa valutazione, mettendo in dubbio la trasparenza del processo di approvazione e l’indipendenza degli esperti coinvolti. In particolare, l’associazione francese ha sollevato preoccupazioni in merito ai conflitti di interesse all’interno del panel OGM dell’Efsa, sulla base di un recente rapporto dell’istituto tedesco Testbiotech, che ha rivelato come la metà degli esperti dell’Efsa abbia legami diretti con l’industria biotecnologica.

Secondo UFC-Que Choisir, questi legami mettono in discussione l’affidabilità delle valutazioni di sicurezza. Le critiche riguardano anche la mancanza di risposte adeguate da parte dell’Efsa alle preoccupazioni sollevate da diversi Stati membri dell’UE, in particolare per quanto riguarda la potenziale tossicità dei prodotti OGM per gli esseri umani, gli animali e l’ambiente.

L’impatto sui consumatori europei

Mentre l’autorizzazione dell’UE si limita attualmente all’importazione e alla commercializzazione dei mais OGM, l’UFC-Que Choisir solleva interrogativi cruciali sul loro impatto a lungo termine per i consumatori europei. Esistono dubbi significativi riguardo alla presenza di frammenti di RNA nei prodotti derivati dal mais OGM che verranno distribuiti nel mercato europeo, come i chicchi di mais interi o macinati. Inoltre, l’associazione chiede chiarezza sull’impatto che questi prodotti potrebbero avere su animali da allevamento e umani, nel caso in cui consumassero tali alimenti.

Sebbene le autorità europee sostengano che non ci siano prove concrete di rischi per la salute, l’UFC-Que Choisir rimane scettica, sottolineando la necessità di ulteriori ricerche indipendenti e di una sorveglianza continua sui prodotti OGM che entrano nel mercato alimentare.