L’Antitrust chiude il procedimento contro Servizio energetico italiano (Sei) per aver attivato contratti di fornitura energia senza il consenso degli utenti, sanzionando la società
L’Antitrust chiude il procedimento contro Servizio energetico italiano (Sei) per aver attivato contratti di fornitura energia senza il consenso degli utenti, sanzionando la società. A essere contestate l’attivazione non richiesta di forniture di energia elettrica e gas, nell’omesso o tardivo invio della documentazione contrattuale e nell’imposizione di ostacoli all’esercizio del diritto di ripensamento. Nello specifico, scrive l’Agcm, “a seguito di un mero contatto, prevalentemente telefonico, nel corso del quale gli agenti non forniscono informazioni corrette sulla finalità della telefonata, sulla natura e condizioni dell’offerta prospettata e sull’identità del Professionista o le enunciano in maniera incomprensibile; a seguito di una telefonata artefatta o manipolata; nonostante l’assenza di qualsiasi contatto con il cliente; a tali attivazioni non richieste conseguivano la richiesta di corrispettivi non dovuti nonché l’indebito depotenziamento o disalimentazione dei punti di prelievo”. Inoltre la società viene accusata di “omesso o tardivo invio della documentazione contrattuale e imposizione di ostacoli all’esercizio del diritto di ripensamento”.
Le iniziative di Sei ritenute inefficaci
Con il provvedimento l’Autorità ha vietato la continuazione della pratica accertata, disponendo che Sei comunicasse, entro il termine di sessanta giorni dalla notifica del Provvedimento, le iniziative assunte in ottemperanza alla diffida. Tra i provvedimento presi da Sei, c’è l’introduzione di un sistema di vendita mediante OTP (acronimo di “one time password”), che il cliente riceve sul proprio cellulare per firmare digitalmente il contratto, in sostituzione del sistema di stipula mediante vocal order a partire dal 30 novembre 2024, e l’adozione di un sistema di tracciamento di tutta la documentazione contrattuale, delle fatture e di ogni comunicazione inerente alla fornitura; “in particolare il plico contrattuale è tempestivamente inviato in formato sia elettronico sia cartaceo, con tracciamento della spedizione” scrive la società.
La multa in arrivo
Ma secondo l’Antitrust, “Dagli elementi raccolti in atti emerge che le iniziative prospettate dal Professionista nella propria Relazione si sono rivelate inefficaci al fine di ottemperare alla diffida” Pertanto, “dalle evidenze documentali risulta che la pratica ritenuta scorretta” non risulta cessata”. Dunque l’Agcm irrogherà una sanzione amministrativa pecuniaria da 10mila a 10 milioni di euro.