Airbag difettosi, dopo Citroën e Ds cresce l’elenco dei richiami (e il caos)

AIRBAG Citroën

Il tempo passa ma sembra, anzi appare ogni giorno più evidente, che nessuno voglia intervenire e dare risposte ai cittadini coinvolti nel caso degli airbag difettosi (prodotti dalla società Takata). Dopo i richiami di Citroën e Ds si aggiungono altre auto

“In queste settimane – spiegano da Federconsumatori – siamo stati tempestati dalle segnalazioni degli utenti coinvolti, che riguardano ormai numerose case automobilistiche, tra le quali, oltre a Citroën e DS Automobiles, Volkswagen, Nissan, Seat, Skoda e Audi“.

L’associazione dei consumatori non usa mezzi termini: “Risulta  scandaloso ed insostenibile il totale silenzio di GROUPE PSA ITALIA e DS AUTOMOBILIES ITALIA più volte interpellate ed ancora silenti alle nostre urgenti richieste, oltre a quello del MIMIT anch’esso competente per materia e di AGCM al quale abbiamo inviato segnalazione”.

A poco sono servite, finora, le iniziative delle associazioni europee dei consumatori, come l’Ufc che aveva inviato una diffida al gruppo.

L’albo dei richiami incompleto

Continua Federconsumatori: “L’unico cenno di attenzione è pervenuto dal ministero dei Trasporti, che si è almeno degnato di pubblicare nell’apposito albo dei richiami tutti i modelli di auto coinvolti con le relative targhe: guarda caso la pubblicazione è avvenuta all’indomani della nostra richiesta indirizza al ministro Salvini. Peccato che manchi, a tutt’oggi, l’elenco di tutte le auto coinvolte, che invitiamo il ministero a pubblicare al più presto”.

E secondo Federconsumatori non è cosa da poco, dato che “dalle segnalazioni ricevute, emerge che in alcuni casi la lettera di richiamo non è mai arrivata!”.

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L’inchiesta sull’incidente mortale

A tutti questi elementi si aggiunge anche un caso drammatico, spiega l’associazione: “abbiamo infatti fornito dati e chiarimenti sulla vicenda nell’ambito delle indagini che la Questura di Catanzaro sta conducendo sulla morte di una donna in un incidente che sembrerebbe riconducibile a questo grave difetto di produzione. È necessario e doveroso fare di tutto affinché episodi simili non si ripetano”.

Le assicurazioni nicchiano

Silenzio quasi glaciale anche sul fronte delle assicurazioni. Spiega ancora Federconsumatori: “Da Ania, che abbiamo interpellato per chiedere chiarimenti e indicazioni in relazione alla sospensione delle polizze assicurative delle auto ferme, è giunto solo un timido e pressoché scontato rimando alla consultazione dei contratti singolarmente stipulati”.

Nessuna tutela

I cittadini, intanto, continuano a non poter utilizzare la propria auto (dal momento che i ricambi ancora scarseggiano) e, nella quasi totalità dei casi, non hanno ricevuto alcuna tutela da parte della casa automobilistica in termini di fornitura di auto sostitutiva o di rimborso delle spese sostenute in tal senso. Conclude Federconsumatori: “È inaccettabile che i cittadini coinvolti, al disagio di non poter utilizzare la propria auto, debbano sommare anche l’onere di procurarsene e pagarne un’altra. Oltre ad aver dovuto pagare il carro attrezzi per trasportare l’auto presso le officine autorizzate, dal momento che nella lettera di richiamo era indicato chiaramente quanto fosse pericoloso e da evitare mettersi alla guida del veicolo. Ricordiamo che è necessario conservare tutti gli eventuali giustificativi delle spese sostenute per sopperire al mancato utilizzo della propria automobile: ricevute di taxi, del noleggio auto, del car sharing o dell’abbonamento ai mezzi pubblici, oltre che la ricevuta del carro attrezzi qualora si fosse ricorsi a tale servizio per trasportare l’auto presso l’officina”.

I danni

L’associazione ha invitato tutti i cittadini coinvolti a rivolgersi alle sue sedi per ottenere informazioni e per segnalare il tipo di disagio subito. “Stiamo approfondendo ogni iniziativa, anche di carattere legale, più efficace ed opportuna per tutelare i diritti dei cittadini coinvolti in questa vicenda, permettendo loro di ottenere i giusti ristori e l’eventuale riconoscimento del disagio patito conseguente alla lunga attesa” conclude Federconsumatori.

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