Class action contro Tim, ammessa la prima azione di classe nella telefonia

tim telecom

Il Tribunale di Milano ha ammesso l’azione di classe contro Tim per un addebito illegittimo sugli utenti business. C’è tempo fino al 16 luglio per aderire e chiedere il rimborso. Ecco come fare

Il Tribunale di Milano ha ammesso l’azione di classe contro Tim in favore degli utenti business per un addebito illegittimo, pari a 46,80 euro annui, legato ai costi di emissione e spedizione della fattura per servizi di fibra e telefonia. “L’addebito, modesto per il singolo utente ma milionario per l’intera classe degli utenti, va contrastato come comportamento arbitrario, già accertato come illegittimo in sentenza di merito, e per recuperare il maltolto” commenta l’avvocato Domenico Romito, presidente di Avvocati dei Consumatori, che abbiamo raggiunto al telefono in qualità di promotore dell’iniziativa d’intesa con l’associazione Centro Consumatori Italia.

Ci spiega nel dettaglio la vicenda?

“È da diversi anni che Tim addebita questo costo in maniera silente e arrogante, visto che continua imperterrita nel suo comportamento scorretto, nonostante una causa che abbiamo già vinto davanti al giudice di pace di Bari. Si tratta di un vero e proprio obolo, di cui molti forse neanche si accorgono perché viene addebitato ogni mese, per un importo di 4,57 euro. Mi chiedo, se tutti gli utenti dovessero pagare un costo per ogni fornitore che emette una fattura sarebbero sul lastrico. Inoltre c’è una doppia scorrettezza perché, secondo la legge sull’Iva, non si possono caricare costi impropri per l’emissione della fattura e dall’altro lato, gli utenti titolari di partita Iva ricevono già la fattura in formato digitale, che arriva direttamente nel cassetto fiscale, quindi non abbiamo bisogno di quella cartacea. Strano come le aziende siano sempre molto attente a questi aspetti quando riguardano loro, mentre con gli utenti ci provano continuamente, per vedere “se va va” come diceva Totò in una famosa scena”.

Quanti utenti si aspetta di coinvolgere?

“Non credo che saranno molti perché l’adesione dipende anche da quanto i mass media daranno risalto alla notizia, non curandosi del fatto che Tim è un grande inserzionista. Purtroppo, in questi casi, è tutto legato alla diffusione che la notizia riesce ad ottenere”.

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Quali sono i prossimi passi da fare?

“Tutti gli utenti business Tim possono partecipare gratuitamente all’azione di classe inviando semplicemente una e-mail entro il 16 luglio con il proprio nome, cognome e numerazione dell’utenza Tim a uno dei nostri indirizzi ([email protected], [email protected], [email protected]). Abbiamo una settimana di tempo per raccogliere le adesioni e sono assolutamente fiducioso che il Tribunale di Milano ci darà ragione. Abbiamo superato il primo scoglio dell’ammissione, che di solito è quello più importante, e credo non ci siano precedenti importanti nel settore delle telecomunicazioni. Sarebbe quindi il primo caso di class action nell’utenza telefonica e, per chi partecipa ci sarebbe un doppio vantaggio perché oltre a recuperare quanto pagato in passato, ci si libererebbe di questa gabella anche per il futuro”.