Amianto nei cosmetici, decine di donne portano le aziende in tribunale

The Guardian ha raccontato le storie di decine di donne inglesi che stanno portando in tribunale i brand di make-up, sostenendo di aver contratto il mesotelioma a causa dell’amianto contenuto nel talco presente in molti trucchi

Non si fermano le notizie allarmanti che riguardano i rischi legati al talco nei cosmetici. Dopo l’accordo trovato da Johnson & Johnson per “risolvere”, con il pagamento di 700 milioni di dollari, le accuse di aver ingannato i clienti sulla sicurezza dei suoi prodotti a base di talco con tracce di amianto, accusato di aver causato diversi casi di tumore, arrivano altre storie di donne che stanno portando in Tribunale alcune aziende di cosmesi.

Le cause contro i brand della cosmesi

Il talco, presente in ombretti, fard, cipria e non solo nei trucchi in polvere, ma anche in quelli in crema come fondotinta, rossetti e rimmel, viene utilizzato nella cosmesi per la sua capacità di assorbimento dell’umidità e per prevenire l’agglomerazione del prodotto sulla pelle. Ma, oltre a magnesio, ossigeno e silicio, può contenere tracce di asbesto, lo stesso minerale contenuto nell’amianto e che oggi è vietato per legge. 
Qualche giorno fa il Guardian ha raccontato le storie di decine di donne britanniche che stanno portando nei tribunali degli Stati Uniti alcune aziende di make-up, sostenendo di aver contratto il mesotelioma, un tumore aggressivo e quasi sempre fatale, a causa del talco contenuto nei prodotti di bellezza.

Tra le storie raccontate dal quotidiano inglese quella di Hannah Fletcher, a cui nel 2016, mentre lavorava per British Airways, fu diagnosticato un mesotelioma peritoneale (della membrana che riveste l’addome) causato dall’esposizione all’amianto. Dopo varie ricerche che hanno escluso ogni potenziale forma di esposizione, ha scoperto che le tracce di talco e fibre di amianto nel peritoneo erano causate proprio dall’utilizzo di cipria, fondotinta e ombretti vari. Per questo ha avviato un’azione legale con il suo avvocato negli Stati Uniti convincendo decine di altre donne ad intraprendere azioni legali per lo stesso problema. Fletcher ha raccontato pubblicamente la sua storia senza fare i nomi delle aziende che ha citato in giudizio. “Ma non è stato difficile – scrive The Guardian – scoprire che si trattava di Clinique, Estée Lauder e Avon, poiché ci sono documenti pubblici del tribunale che forniscono i loro nomi”. E non è neanche tanto difficile controllare visto che, come racconta un’altra donna coinvolta nella vicenda, è bastato leggere gli ingredienti dei trucchi che aveva in borsa per scoprire che il primo ingrediente dell’ombretto Clinique era il talco. Stessa cosa per il mascara Rimmel.
Quasi tutte le grandi marche di make-up usano talco nei loro cosmetici e respingono qualsiasi accusa che possano essere contaminati. Il gruppo Estée Lauder Companies, che include Clinique e Bobbi Brown oltre a Estée Lauder stessa, ha dichiarato: “Usiamo solo talco che è testato e certificato come privo di amianto. Inoltre, tutti i nostri ingredienti sono sottoposti a una revisione completa della sicurezza e valutazione, e i nostri prodotti sono sicuri per l’uso previsto.”

I test utilizzati dall’industria sono poco sensibili

Secondo il The Guardian è vero che alcuni studi hanno scoperto che il talco cosmetico non è causalmente correlato allo sviluppo del mesotelioma, ma il problema sarebbe il metodo utilizzato per testarlo. Il metodo più sensibile, e quindi più affidabile, è la microscopia elettronica a trasmissione, ma l’industria cosmetica utilizza comunemente la diffrazione dei raggi X che non è in grado di rilevare livelli inferiori allo 0,5%, ma consente di affermare che il proprio talco “non contiene amianto rilevabile”. E facciamo attenzione proprio a questa dicitura che non equivale a “senza amianto”, come indicato su alcuni cosmetici per legge. Bisogna pretendere che questi prodotti siano sicuri e che le etichette siano chiare e trasparenti, anche perché oggi la cosmetica riguarda sempre di più ragazze giovani o addirittura bambine che vengono affascinate dal mondo dei trucchi.

Esiste un’alternativa al talco: l’amido di mais

Esiste un ingrediente che in cosmetica svolge la stessa funzione del talco, e non comporta alcun rischio per la salute: si tratta dell’amido di mais, che alcune aziende hanno già cominciato ad usare. Esistono poi marchi “clean beauty”, vegani e cruelty-free che non sono sempre senza talco, ma promettono di usare solo materie prime certificate. Ad esempio Dr. Hauschka usa talco nei suoi cosmetici, ma assicura che “l’assenza di amianto è sempre stata confermata dai nostri fornitori e commissioniamo regolarmente laboratori indipendenti per i test.” Anche Living Nature sostiene di usare “uno dei talchi più puri sulla Terra”, mentre Victoria Beckham Beauty afferma di “lavorare solo con produttori che ottengono il minerale da aziende che lo estraggono correttamente e testano e certificano che il loro talco sia privo di fibre di amianto“, utilizzando microscopie ottiche ed elettroniche e diffrazione a raggi X. Ci sono, infine, diversi grandi marchi privi di talco, come Bare Minerals, Glossier e Ilia, oltre a marchi più piccoli come Zoeva, Zao e Manesi 7.

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