Abbiamo analizzato i croccantini e i biscottini per cani e gatti che spesso vengono utilizzati come premi per i nostri animali: in alcuni casi la formulazione nutrizionale non è ideale e tra gli ingredienti di un prodotto figura anche la grappa
Una buona parte della popolazione italiana vive con animali domestici, in particolare gatti e cani, e li considera membri effettivi della famiglia.
Prendersi cura di un animale è però una responsabilità importante che richiede tempo e attenzione, oltre alla cura della salute dell’animale è necessario, infatti, che venga fornito un ambiente adeguato in igiene e spazio e che si dedichi tempo all’educazione e alla socializzazione, dentro e fuori casa. Nella cura dell’animale rientra sicuramente un’alimentazione adeguata che ricopre un ruolo fondamentale per il benessere dell’amico a quattro zampe, sia dal punto di vista medico sia comportamentale. L’alimentazione deve essere controllata tanto sulla quantità, quindi fornire all’animale i quantitativi e le sostanze nutritive necessarie, che sulla qualità dei prodotti.
Secondo il Regolamento (CE) n. 178/2002 il mangime o alimento per animali, è qualsiasi sostanza o prodotto, compresi gli additivi, trasformato, parzialmente trasformato o non trasformato, destinato alla nutrizione per via orale degli animali.
Oltre ai mangimi completi esistono anche i mangimi complementari, comunemente noti come“integratori”. Secondo il Regolamento (CE) n. 767/2009 si tratta di mangimi formulati con un contenuto elevato di specifiche sostanze, ma che da soli non sono sufficienti a coprire la razione giornaliera. Tuttavia, se utilizzati in associazione con altri cibi, possono completare la dieta dell’animale. La maggior parte dei mangimi complementari appartengono alla categoria degli snack o dei “premietti” che si danno al cane o al gatto come ricompensa per premiare un comportamento positivo o durante l’addestramento. Si può, però, incorrere nel rischio di esagerare con le dosi.
Lo studio del Salvagente
Lo scopo dello studio che abbiamo condotto nei laboratori del Gruppo Maurizi è di verificare le proprietà nutrizionali di alcuni mangimi complementari per cani e per gatti in modo da fornire delle indicazioni più precise sull’apporto nutrizionale che forniscono i cosiddetti “premietti” al fine di sensibilizzare il proprietario a non somministrare quantità eccessive di snack.
Le nostre analisi sono state effettuate su 6 tipologie di mangime complementare: tre per i cani e altrettante per i gatti.
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Dall’analisi delle etichette dei prodotti presi in esame balza agli occhi immediatamente che la porzione giornaliera, anche in base al peso dell’animale, viene suggerita solamente per i campioni 2 e 3 (croccantini per i cani) e per il campione 3 destinato ai gatti. Negli altri casi nessuna indicazione viene fornita ai proprietari sulle dosi consigliate.
La mancata indicazione di una porzione da somministrare può trarre in inganno e far pensare che ci sia una troppo ampia libertà di gratificare il proprio animale con dosi che potrebbero rivelarsi eccessive.
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Il parere dell’esperto
Il Salvagente ha chiesto l’aiuto del professor Alessandro Gramenzi, del Dipartimento di Medicina veterinaria dell’Università degli studi di Teramo. Al docente abbiamo delegato l’interpretazione dei risultati ottenuti nelle analisi.
Per quanto riguarda i biscotti per cani, ci ha spiegato Gramenzi: “Il profilo nutrizionale più equilibrato appare quello del campione n. 1 in quanto presenta un migliore rapporto tra proteine, grassi e carboidrati (anche se non abbiamo il dato della fibra). Sempre per il campione n. 1 va però sottolineata la presenza tra gli ingredienti della grappa, come conseguenza della presenza dei fiori di Bach”. Una presenza che aveva stupito anche noi già alla prima lettura delle etichette ma che si giustifica al metodo di estrazione dei fiori di Bach contenuti e che, in dosi molto limitate come quelle usate in questi casi non sembra rappresentare un pericolo. Prosegue il professor Gramenzi: “I campioni 2 e 3 presentano una percentuale troppo bassa in proteine e grassi e di conseguenza troppo alta in carboidrati. Ad esempio un cane di 20 kg mangiando 20 biscotti n. 2 andrebbe a ingerire 3,7 g di proteine, 1,8 g di grassi e 28,4 g di carboidrati”:
Qualche squilibrio, secondo il professore, anche per quanto riguarda i biscotti per i gatti. “In questo caso il prodotto più equilibrato sembra essere il numero 3 e il peggiore sicuramente il numero 1 che presenta una percentuale eccessiva di carboidrati, trattandosi di uno snack per un animale di fatto carnivoro stretto”.
Conclude Gramenzi: “In generale l’argomento snack/biscotti deve essere ben gestito dal proprietario ovvero ben spiegato dal medico veterinario in quanto potrebbe rappresentare un modo per aumentare in modo eccessivo il contenuto calorico giornaliero dei nostri animali. Inoltre l’utilizzo di qualsiasi fuori pasto in caso di animale patologico deve essere sotto stretto controllo veterinario. La tipologia di snack analizzati deve essere utilizzata esclusivamente come premio magari a fini educativi e non inserito nel piano nutrizionale dell’animale”.