Truffa al bancomat, risparmiatrice ottiene indietro 13mila euro

Grazie a una decisione dell’Arbitro Bancario e Finanziario, la banca deve risarcire alla risparmiatrice truffata l’intera somma prelevata

Un’importante vittoria sul fronte del risparmio arriva dall’Arbitro Bancario e Finanziario che è intervenuto a tutela di una risparmiatrice vittima di una truffa sul proprio bancomat. Ecco come sono andati i fatti: a settembre 2023 una signora di Como, con il bancomat in scadenza, riceve una telefonata da un sedicente operatore di call center bancario che le aveva annunciato l’invio della nuova carta, avvisando che il pin sarebbe rimasto invariato. La carta però non è mai arrivata alla correntista, e la banca non ha mai provato di averla inviata. Venti giorni dopo la telefonata, la risparmiatrice si rivolge alla filiale del suo istituto bancario chiedendo lumi sulla nuova carta e lì fa l’amara scoperta: non solo apprende che la nuova carta era attiva da 6 giorni, ma scopre che i malviventi le avevano prelevato ben 12.900 euro dal conto.

A quel punto la correntista, grazie all’assistenza di Confconsumatori, ha contestato alla banca l’invio a terzi della carta e ha chiesto la prova dell’invio del bancomat e del luogo di recapito. L’Associazione dei consumatori ha contestato anche il superamento di ogni limite di prelievo giornaliero e mensile e la mancata offerta del servizio “Sms alert” nonché la clonazione del pin, mai divulgato a terzi.

La decisione dell’Arbitro Bancario Finanziario

A fronte del reclamo, l’istituto bancario ha restituito alla risparmiatrice la metà della cifra sottratta, ma la correntista non intendeva rimetterci 6.450 euro e pertanto, sempre il supporto dello sportello online di Confconsumatori, ha adito l’Arbitro bancario e finanziario. Il collegio Abf di Milano, con la decisione del 21 marzo 2024, ha imposto all’istituto di credito di restituire l’intera somma sottratta, osservando la fondatezza di tutti i rilievi presentati da Confconsumatori e accertando poi che la documentazione fornita in giudizio non aveva evidenziato attraverso quale pin sarebbero stati eseguiti i prelievi. La risparmiatrice quindi si vedrà restituire anche i restanti 6.450 euro prelevati dai truffatori.
L’Associazione ricorda che gli operatori, tramite gli sportelli fisici e online, sono a completa disposizione per fornire ai risparmiatori informazioni utili a ridurre i rischi di frode.