La Commissione europea ha inviato una lettera a 20 compagnie aeree elencando diverse affermazioni ambientali potenzialmente ingannevoli, invitandole a modificarle entro 30 giorni
Bruxelles punta il dito contro il greenwashing delle compagnie aeree che ingannano il consumatore con informazioni ambientali scorrette. Molte compagnie, ad esempio, offrono la possibilità di ridurre le emissioni del proprio volo pagando per carburanti alternativi per l’aviazione (SAF). È il caso di Lufthansa che presenta la tariffa “green fares” per ridurre del 20% le emissioni di CO2 legate al proprio volo o di Air France che chiede al consumatore un contributo per investire maggiormente nello sviluppo di questi carburanti visto che “la produzione di SAF costa significativamente di più rispetto al combustibile convenzionale”. Anche Vueling offre la possibilità di contribuire, con una donazione del 2%, all’uso del carburante sostenibile per la propria prenotazione, mentre Ryanair e TAP Portugal offrono un servizio di compensazione della quota stimata di emissioni del proprio volo. C’è anche chi, come Norwegian, afferma che un determinato volo causa “il 34% in meno di emissioni di CO2 rispetto alla media del settore”. O chi sostiene di essere impegnata verso emissioni nette di gas serra pari a zero: Austrian Airlines, ad esempio, promette di “diventare neutrale dal punto di vista del carbonio entro il 2050.” Infine da condannare sono slogan come quello di Air Baltic “green by nature. A smaller footprint in the sky. Think green, fly green” che utilizza impropriamente i termini “green” e “nature”.
A seguito di una segnalazione dell’Ufficio europeo delle unioni di consumatori, la Commissione europea e le autorità dell’UE per la tutela dei consumatori hanno inviato a 20 compagnie aeree una lettera in cui individuano diversi tipi di affermazioni ambientali potenzialmente ingannevoli e invitano le compagnie ad allineare le loro pratiche al diritto dell’UE in materia di tutela dei consumatori entro 30 giorni. In caso contrario potranno essere multate.
Nella lettera vengono elencate una per una le pratiche potenzialmente ingannevoli:
- dare adito all’impressione errata che il pagamento di un supplemento tariffario per finanziare progetti per il clima con scarso impatto ambientale o per sostenere l’uso di carburanti per l’aviazione alternativi riduca o compensi totalmente le emissioni di CO2;
- utilizzare il termine “carburanti per l’aviazione sostenibili” senza dimostrare chiaramente l’impatto ambientale di tali carburanti;
- utilizzare i termini “verde”, “sostenibile” o “responsabile” in modo assoluto o utilizzare altre asserzioni ambientali implicite;
- affermare che la compagnia aerea sta andando verso l’azzeramento delle emissioni nette di gas a effetto serra o prestazioni ambientali future senza impegni o obiettivi chiari e verificabili e senza un sistema di monitoraggio indipendente;
- presentare ai consumatori una “calcolatrice” per quantificare le emissioni di CO2 di un volo specifico, senza fornire sufficienti prove scientifiche dell’affidabilità del calcolo e senza informazioni sugli elementi utilizzati per il calcolo stesso;
- presentare ai consumatori un confronto tra le emissioni di CO2 dei voli senza fornire informazioni sufficienti e accurate sugli elementi su cui si basa il confronto.
Le autorità temono che le pratiche individuate possano essere considerate ingannevoli in base agli articoli 5, 6 e 7 della direttiva sulle pratiche commerciali sleali che vietano questo tipo di affermazioni. Inoltre in una nota la Commissione europea fornisce informazioni specifiche sulle asserzioni ambientali da considerare ingannevoli. Le compagnie aeree devono chiarire se tali asserzioni possono essere suffragate da solide prove scientifiche.