I deputati francese hanno adottato all’unanimità un disegno di legge volto a limitare la produzione e la vendita di prodotti contenenti i Pfas. Nonostante le richieste degli ambientalisti, la lobby dei produttori riesce a far escludere dal divieto le padelle
I deputati francese hanno adottato all’unanimità un disegno di legge volto a limitare la produzione e la vendita di prodotti contenenti i Pfas, utili all’industria come antiaderenti e impermeabilizzanti ma potenziali cancerogeni e interferenti endocrini. Una vittoria a metà, che lascia fuori le padelle. “Questo testo è un primo grande passo avanti, di cui possiamo essere collettivamente orgogliosi. Per la prima volta, l’Assemblea nazionale adotta un testo sulla piaga degli inquinanti eterni ”, ha lanciato il deputato ambientalista Nicolas Thierry, all’origine del disegno di legge, così come riportarto da Le Monde. Secondo François Veillerette, portavoce di Générations futures “è una prima grande vittoria sulla strada verso l’inevitabile uscita dal Pfas” , “la mobilitazione dei cittadini ha dato i suoi frutti”.
La polemica sulle padelle
Prima dell’approvazione era scoppiata la polemica perché la maggioranza aveva provato a rinviare il divieto per gli utensili da cucina dal 2026 al 2030, compromesso respinto dagli ambientalisti, che non volevano andare oltre il 2027. La presidenza della Repubblica ha risposto semplicemente eliminando il paragrafo riguardante questi prodotti.
A premere per la cancellazione, è stato il comparto produttivo, guidato dal noto marchio Seb. Una portavoce del grupposi è detta “rassicurata dal fatto che la scienza e la ragione hanno prevalso oggi nell’emiciclo” . “Come per l’amianto, i datori di lavoro prevedono una catastrofe industriale se i Pfas saranno banditi “, ha risposto invece la CGT (maggiore sindacato francese) in un comunicato stampa.
Stop dal 2026 per cosmetici, cera da sci e abiti
A finire fuori legge, dunque, dal 1 gennaio 2026, saranno i Pfas nei cosmetici, nella cera da sci (la sciolina di theoniana memoria) e nella produzione di abiti, salvo quelli per la protezione professionale, come per esempio le divise dei vigili del fuoco, mentre il divieto sul resto del tessile partirà dal 2030. Per essere adottato in via definitiva, il testo dovrà ancora essere esaminato dal Senato.