Una lettrice si chiede perché nonostante la legge preveda i controlli su una caldaia nuova ogni 4 anni, l’istallatore sostenga che vanno fatti ogni anno. Che succede se non si fanno tanto frequentemente? Facciamo il punto con Valentina Masciari di Konsumer Italia
Caro Salvagente, sono una vostra abbonata e non so a chi poter porre questo quesito: perché cambiando la caldaia uso domestico (Chaffoteaux), la legge dice che si inizierebbe a fare i controlli con il quarto anno ma il costruttore dice che va fatta ogni anno? Se uno non seguisse quanto detto dal tecnico che la monta che succederebbe?
Nadia Santini
Cara Nadia, la sua domanda ci consente, grazie all’aiuto di Valentina Masciari (responsabile utenze dell’associazione dei consumatori Konsumer Italia) di fare una panoramica sulle regole per la manutenzione delle caldaie.
Partiamo dalle certezze: i controlli sulle caldaie sono obbligatori e stabiliti dalla legge (Dpr 74/2013), che in base all’obsolescenza e al tipo di impianto, stabilisce la frequenza dei controlli.
Tale struttura di controlli, chiaramente è stata fissata per prevenire i
rischi legati al malfunzionamento dell’impianto e non ultimo, per
migliorarne l’efficienza energetica.
Comunque, il controllo della caldaia, si articola in due tipi di
interventi: la manutenzione ordinaria e il controllo dei  fumi.
La manutenzione ordinaria della caldaia
Consiste nell’effettuare la pulizia dell’apparecchio e a verificare i parametri di funzionamento, soprattutto sulle parti soggette a maggiore usura.
Per la manutenzione ordinaria della caldaia, non è previsto un obbligo annuale, anche se è consigliabile tener presente alcuni criteri per cercare di capire con quale frequenza è necessario eseguire questo controllo.
Uno di tali criteri, è certamente seguire i consigli del tecnico che installa la caldaia e che indica, in genere, la periodicità con cui effettuare i controlli.
Se invece l’installatore non fornisce informazioni in merito, è possibile tener conto delle indicazioni contenute nel libretto riguardante l’uso e la manutenzione del proprio impianto, che viene rilasciato dalla casa produttrice.
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Il controllo dei fumi
L’analisi della combustione dei fumi, che ne misura anche i valori inquinanti, serve per verificare sempre, la sicurezza dell’impianto oltre che l’efficienza energetica. Qui è
previsto un obbligo sulla periodicità dei controlli, obbligo fissato dall’allegato A del DPR n. 74/2013.
La periodicità dipende dalla tipologia di impianto e dalla potenza termica e varia dai due ai quattro anni. Ogni anno è prevista solo per impianti a  combustibile liquido o solido, con potenza superiore a 100kW.
Infine, anche se è scontato, il controllo e la revisione della caldaia, devono essere fatti da tecnici abilitati, che devono annotare sul libretto della caldaia tutti gli interventi di controllo eseguiti, oltre che allegare un bollino, blu o verde,  che attesta la conformità dell’impianto e
certifica il suo buono stato.
Il bollino blu viene applicato su impianti termici con una potenza inferiore ai 35kW.
Il bollino verde, viene applicato sui generatori di calore con una potenza compresa fra i 35 e i 350 kW.
Ritornando al quesito della signora Santini per il controllo ordinario, l’indicazione data dal tecnico è un parametro da tener presente ma non la obbliga, anche se magari, le consentirebbe di avere una caldaia con un funzionamento migliore.