Torna l’Ancien régime: nessun taglio per i pesticidi

PESTICIDI

Dopo lo schiaffo ricevuto in ottobre in commissione, la lobby dell’agrofarma restaura l’esistente tramite il voto al Parlamento europeo: salta il taglio dei pesticidi del 50% entro il 2030

È bastato un voto del Parlamento europeo – mercoledì 22 novembre, 207 a favore e 121 astenuti – per seppellire il Green new deal che aveva segnato l’avvio della legislatura a maggioranza Ursola e decretare la restaurazione.

Gli europarlamentari hanno bocciato il Regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (SUR) proposto dalla Commissione europea e che prevedeva tra le altre cose la riduzione dell’uso dei pesticidi del 50% entro il 2030 e del 65% per quelli più pericolosi. Un colpo di spugna che l’Ancien régime assesta alla prospettiva di un’agricoltura più pulita e sostenibile.

La proposta di Regolamento avanzata dalla Commissione nel giugno 2022 per dimezzare l’uso dei pesticidi chimici entro il 2030 e limitarne fortemente l’utilizzo nelle aree sensibili urbane e ai siti Natura2000, ad eccezione di quelli autorizzati per l’agricoltura biologica e il controllo biologico, rappresentava una pietra miliare delle Strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030, già fortemente indebolite dal rinvio dell’adozione del Quadro legislativo sui sistemi alimentari sostenibili.

Una bocciatura che arriva dopo il voto del 25 ottobre scorso espresso dalla Commissione Envi, Ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, del Parlamento europeo  che invece a maggioranza aveva approvato e migliorato la proposta della Commissione Ue di riduzione dei pesticidi e degli imballaggi di plastica. In quesl caso a finire sotto schiaffo era stata la lobby dell’agro-industria e le associazioni di categoria degli agricoltori che invece hanno trovato la loro rivinciata con il voto di mercoledi – 22 novembre – in plenaria.

“Dal momento che gli europarlamentari, a partire dai gruppi conservatori e popolari fino ad una parte di Socialisti e Democratici e dei Liberali di Renew, hanno respinto la richiesta di rinviare il testo in Commissione Ambiente – scrive il Wwf – ora la palla passa al Consiglio dell’Unione europea che dovrà adottare una posizione negoziale in prima lettura. Solo allora il testo adottato dal Consiglio potrà eventualmente passare all’esame in seconda lettura del Parlamento. Un percorso che difficilmente potrà essere concluso entro la fine della legislatura“. Per questo il voto dell’Europarlamento rappresenta la pietra tombala sul “sogno verde” europeo e la restaurazione dell’Antico regime.

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Per Wwf Italia “la bocciatura del Regolamento SUR è una sconfitta non solo per l’ambiente ma soprattutto per la salute delle persone e degli agricoltori”. Critica anche Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio e fondatrice della campagna Cambia la Terra, un progetto che vede anche la partecipazione di Legambiente, Lipu, Medici per l’ambiente, Slow Food e Wwf: “Sui temi della difesa dell’ambiente e della salute umana siamo tornati, con il voto dell’Europarlamento e non solo, all’anno zero delle politiche comunitarie. Difendere gli agricoltori non significa difendere i pesticidi: al contrario, la transizione verso l’agroecologia per un’agricoltura più pulita può dare vantaggi in termini di salute (in primo luogo quella degli operatori agricoli, oltre che dei cittadini), di tutela dell’ambiente e del clima, di economia”.