Tatuaggi, ancora troppi inchiostri tossici in Europa

TATUAGGI

Nel 2022 l’Europa aveva fissato dei limiti alle concentrazione di alcune sostanze negli inchiostri per tatuaggi. L’Agenzia svedese per i prodotti medici analizzando i prodotti in commercio dopo l’entrata in vigore del regolamento ha trovato che quasi un pigmento su due è ancora irregolare e pericoloso

Il regolamento europeo del 2022 sulla sicurezza degli inchiostri utilizzati nei tatuaggi non sembra aver convinto il mercato a togliere di mezzo quelli con metalli pesanti e composti cancerogeni come gli Ipa (gli idrocarburi policiclici aromatici). È quanto si deduce dall’analisi dell’Agenzia svedese per i prodotti medici anticipata a Euractiv.

Per rendere sicuri gli inchiostri da quasi due anni l’Europa ha fissato limiti di concentrazione per le sostanze chimiche e norme specifiche sulla dichiarazione di contenuto e sull’etichettatura dei prodotti.

Sei mesi dopo l’entrata in vigore delle nuove regole, l’Agenzia svedese per i prodotti medici ha iniziato a raccogliere campioni casuali di inchiostri per tatuaggi da aziende e mercati con sede in Svezia per analizzarne i contenuti. Il loro rapporto, presentato quest’autunno, mostra che quasi la metà dei 46 inchiostri testati continuano a contenere livelli eccessivi di contaminanti come idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) e/o metalli pesanti come arsenico, antimonio, cobalto, piombo e nichel, comprese sostanze che possono essere cancerogeno o allergenico.

“Non abbiamo visto alcun miglioramento nonostante l’introduzione del regolamento UE. Quindi, questo è molto serio. Le aziende che lavorano con inchiostri per tatuaggi devono migliorare le proprie responsabilità normative”, ha detto a Euractiv Elmira Tavoosi, assessore senior dell’agenzia.

L’agenzia presenterà i risultati a un gruppo di lavoro dell’UE tra poche settimane. Secondo Tavoosi, in seguito all’intervento dell’agenzia svedese, 21 degli inchiostri testati sono stati ritirati dal mercato. Nel 96% dei casi testati, gli inchiostri non erano conformi anche alle norme di etichettatura dell’UE e della Svezia. “Ad esempio, abbiamo trovato un marchio ‘conforme al REACH’ non valido o falso su diversi prodotti”, ha affermato Tavoosi.

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Vernici per auto e inchiostro per stampanti

Tra i pigmenti usati per i tatuaggi e il trucco permanente (soprattutto per contorno occhi e labbra) negli anni sono stati trovati anche quelli usati a scopo industriale, come inchiostro per stampanti e vernici per automobili. Sali e ossidi di metalli sono usati per creare diverse tonalità, sfumature e luminosità.
Negli Usa la Fda, la Food and drug administration, l’autorità che regola e controlla tutto quello che viene a contatto – cibo, farmaci e non solo – con il consumatore, aveva riportato tra il 1988 e il 2003 solo 5 casi di reazioni a seguito di trucco permanente o tatuaggio, l’anno successivo ne registrava ben 150. Un balzo che segnala un trend in crescita di anno in anno. Sulla parte di pelle interessata dal “trattamento” le reazioni ci sono state sia nel caso di trucco semipermanente sia di colorazioni spacciate per henné. Con quali conseguenze?
Lo spiegavano al Salvagente – con una terminologia appropriata ma comprensibile nel suo complesso – Beatrice Bocca e Alessandro Alimonti dell’Iss: “L’istopatologia delle lesioni ha mostrato frequentemente reazioni di tipo lichenoide, granulomatoso, nodulare, pseudolinfomatoso. Tra gli altri aspetti clinici: fototossicità e psoriasi. E il trattamento con corticosteroidi topici o intralesione può essere inefficace e la reazione può persistere per mesi o addirittura per anni”.
Nel 2011 i due ricercatori hanno condotto un’indagine su oltre 50 pigmenti in vendita riscontrando che la grossa variabilità nel contenuto dei metalli nei colori indica che il mercato è piuttosto eterogeneo dal punto di vista della tecnologia di produzione. I ricercatori hanno concluso anche che i colori campionati appaiono non sicuri da un punto di vista dermatologico per Cromo e Nichel e che la contemporanea presenza di più di un metallo allergico negli inchiostri non esclude il rischio di “sensibilizzazione crociata” a causa degli effetti sinergici tra i metalli. Infine è stato riscontrato che il contatto “per tutta la vita” tra tatuaggio e pelle potrebbe provocare effetti cronici – anche sistemici – ancora sconosciuti.

Il pericolo dal bianco e dal nero

Ricerche scientifiche successive hanno dimostrato che l’inchiostro utilizzato per trucco permanente e tatuaggi può penetrare nel sangue e raggiungere i linfonodi gonfiandoli.
A causare questi effetti è soprattutto il biossido di titanio che, dopo il “carbon black” (l’inchiostro nero), è il secondo ingrediente più utilizzato per la colorazione sottocutanea. È un pigmento bianco usato anche negli schermi solari e nelle vernici, che, se mescolato con coloranti, dà diverse tonalità. Grazie alla sua particolare luminosità, gli scienziati hanno potuto scoprire che i pigmenti viaggiano dai tatuaggi e dal trucco permanente fino ai linfonodi i quali si colorano come l’inchiostro che proviene dal punto di immissione. Non si sa quali conseguenze sulla salute provochino ma di sicuro è meglio essere prudenti, poiché non tutti reagiamo allo stesso modo e l’accumulo nel tempo di questi metalli può essere tossico.
Altre ricerche hanno infatti confermato la deposizione di elementi tossici e pigmenti con tanto di infiammazioni cutanee derivanti da immissione di inchiostri per tatuaggi e trucco permanente o semipermanente.