La Corte di Cassazione conferma una condanna per frode in commercio per un’azienda che aveva posticipato di un giorno la data di confezionamento di un lotto di cozze fresche.
La Corte di Cassazione conferma una condanna per frode in commercio per un’azienda che aveva posticipato di un giorno la data di confezionamento di un lotto di cozze fresche. A riportare la notizia il Sole 24 ore, che fa riferimento a un imprenditore che aveva tentato la frode con oltre 600 retine che contenevano ciascuna un chilo di mitili, con la data di impacchettamento falsa. Considerando che si trattava di frutti di mare, il cui deterioramento può portare a problemi di salute, l’azione risulta la particolarmente grave.
Differenza tra frode e tentativo di frode
La Suprema corte ha spiegato che la frode è consumata quando c’è la consegna materiale dell’alimento all’acquirente, mentre per il tentativo non è necessario verificare l’esistenza di una contrattazione finalizzata alla vendita, basta accertare che un prodotto diverso, per origine, provenienza, qualità o quantità diverse da quelle dichiarate, sia destinato ad essere venduto.