Pfas nell’abbigliamento sportivo. Il test francese boccia Quechua, Salomon e Columbia

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Que Choisir ha analizzato giacche, pantaloni e guanti impermabili alla ricerca di Pfas, sostanze potenzialmente cancerogene e interferenti endocrini. Più della metà dei prodotti testati li contengono

Que Choisir ha analizzato giacche, pantaloni e guanti impermabili alla ricerca di Pfas, sostanze potenzialmente cancerogene e interferenti endocrini. Più della metà dei prodotti testati li contengono. Le sostanze perfluoroalchiliche, nonostante alcune di esse come Pfoa e Pfos siano state vietate in Ue, sono ancora molto utilizzate dall’industria per la loro proprietà antiaderente, antimacchia, impermeabilizzante, idrorepellente. I Pfas vengono infatti utilizzati un po’ ovunque, in campi diversi come l’imballaggio alimentare, le schiume antincendio, la cosmetica, il tessile, la moquette, l’elettronica, e anche nei sacchetti di carta per gli alimenti.

Una sostanza utilizzata dovunque

Que Choisir ha analizzato l’abbigliamento sportivo per l’outdoor, guanti e muffole da sci, giacche impermeabili, pantaloni idrorepellenti e molti tessuti con proprietà tecniche che potrebbero includerli nelle loro membrane traspiranti o impermeabili o nel trattamento idrorepellente, oltre agli spray impermeabilizzanti e le tovaglie antimacchia. “Sebbene non abbiamo rilevato nessuno dei Pfas vietati, altri mostrano livelli preoccupanti” scrive il magazine francese – Infatti, quando alcuni vengono vietati, vengono sostituiti da quelli che rimangono autorizzati e sono altrettanto efficienti da utilizzare”. L’utilizzo di “altre molecole di Pfas di tossicità sconosciuta, ma che presentano le stesse caratteristiche di persistenza della sostanza originaria, rende impossibile per le autorità pubbliche verificare che la sostituzione porti ad una riduzione del rischio”, spiega un recente rapporto sull’argomento dell’Ispettorato generale francese per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile.

I risultati delle analisi

Durante le prove sono state condotte due analisi. Una riguarda 100 Pfas identificabili e dosabili: quando la loro somma ha raggiunto i 250 ppb (soglia che i paesi europei più avanzati nella normativa, tra cui Germania e Svezia, vorrebbero come soglia massima di tolleranza) Que Choisir ha penalizzato i prodotti. L’altra misura il fluoro totale e quando il suo contenuto ha superato i 50 mg/kg senza che siano stati rilevati Pfas, il magazine ha chiesto ai produttori informazioni. la sua provenienza.

Giacche impermeabili: promossi e bocciati

Tre giacche sono state penalizzate: la Quechua, marca emblematica di Decathlon (che sta per rinunciare al Pfas), con 610 ppb, la Salomon, con 400 ppb, e la Millet, marca ben nota agli alpinisti, che contiene almeno 20 volte più fluoro rispetto ad altri. Il produttore sostiene che questo contenuto proviene dalla sua membrana goretex, realizzata in Ptfe espanso (Teflon), che a fine vita rischia di rilasciare Pfas nell’ambiente. Bene i prodotti di Lafuma Mc Kinley, NorthFace.

Guanti e muffole da sci per bambini

I due riferimenti senza Pfas e senza fluoro, Reusch e Wedze (Decathlon), dimostrano che esistono alternative al loro utilizzo. Al contrario, tre marchi contengono troppo. I guanti da sci Baby di Ziener sono i peggiori, con sei volte più Pfas rispetto al limite considerato accettabile. Se il paio Rossignol lo supera di più di tre volte, il produttore garantisce di portare tutte le sue gamme a “zero Pfas”. Quelli di Leki sono un po’ meno contaminati.

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Pantaloni antipioggia

Vaude e Icepeak dimostrano che il trattamento idrorepellente può essere eseguito senza l’uso di Pfas. D’altra parte, 3.500 ppb per i pantaloni Black Diamond sono un contenuto assolutamente fenomenale che fa esplodere tutti i parametri, mentre l’etichetta menziona un trattamento idrorepellente senza Pfc, vecchio nome usato per i Pfas. “Inaccettabile!” secondo Que Choisir. Il modello Columbia, invece, soffre di una concentrazione troppo elevata, 980 ppb, e di una quantità di fluoro troppo elevata. Così così  Forclaz (Decathlon).

Spray impermeabilizzanti

Gli spray sono stati analizzati prima della loro applicazione sui tessuti, da qui i livelli talvolta elevati. Se la metà dei prodotti dimostra che è possibile fare a meno dei Pfas, lo strumento analitico utilizzato dal laboratorio si è saturato per Collonil ed Estex, che ne incorporano molto nella loro formulazione. “Quanto all’impermeabilizzante Mc Kinley di Intersport, osa definirsi ecologico quando contiene Pfas molto persistenti, che non si degradano nell’ambiente e sono bioaccumulabili. Strabiliante!” scrive Que Choisir.

Tovaglie antimacchia

Cinque delle sei tovaglie analizzate contengono Pfas. Ciò non sorprende per il Coucke e il So’Home (La Redoute), che incorporano un “trattamento al Teflon”. Il primo raggiunge 1.980 ppb. L’Ochre Sun, d’altro canto, mostra 440 ppb di precursori di un Pfas cancerogeno limitato a 260 ppb dalle recenti normative. Il Garnier-Thiebaut contiene 1.490 ppb, il Linvosges, 740 ppb. L’unica senza PFAS rilevabili, la tovaglia Tropic di La Redoute Interiors, contiene fluoro totale, che il distributore, interrogato, attribuisce al trattamento antimacchia.

La normativa Ue tarda a aumentare le restrizioni

Nel 2019, la Germania ha proposto una nuova restrizione, che prendeva di mira il PFHxA e i suoi derivati, ovvero i composti identificati nelle analisi di Que Choisir. L’Agenzia europea per le sostanze chimiche ha espresso parere favorevole nel 2021. “È sconcertante constatare che questo rafforzamento delle normative non sia ancora riuscito… Alcuni paesi europei sono tuttavia consapevoli dell’urgenza della situazione. Germania, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia e Danimarca hanno lavorato per tre anni su una proposta per limitare la produzione, l’uso e l’immissione sul mercato europeo di tutti i Pfas” scrive il magazine francese, “Questo progetto è molto severo sulle concentrazioni tollerate, le riduce a 25ppb (parti per miliardo) per Pfas e a 250ppb per la somma di quelle contenute in un prodotto”.