Il governo Meloni “spedisce” la questione al Cnel mentre le opposizioni (tranne Renzi) hanno avviato una petizione per approvare la proposta di legge di salario minimo di 9 euro l’ora. Ma cosa ha detto l’Ue in merito? E come funziona negli altri paesi?
Nel pomeriggio dell’11 agosto si è concluso con una fumata nera l’incontro tra opposizioni e Giorgia Meloni, che si è detta contraria alla proposta congiunta di stabilire per legge una soglia di salario minimo di 9 euro l’ora e ha incaricato il Cnel ad affrontare la questione. Nel frattempo tutte le opposizioni (tranne Italia Viva di Matteo Renzi) hanno avviato una petizione per chiedere al Parlamento di approvare la proposta di legge che fissa il salario minimo a 9 euro l’ora.
Cosa dice l’articolo 36 della Costituzione
All’interno della Costituzione italiana, nella parte dedicata ai diritti e doveri dei cittadini, ci sono le radici che stanno finalmente germogliando lungo la strada del salario minimo per i lavoratori. L’articolo 36 stabilisce che “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Sono anche le basi dello Statuto dei Lavoratori approvato con la legge 300 del 1970.
La direttiva Ue del 2022 lo richiede entro due anni
Va ricordato che nel settembre del 2022, l’Unione europea ha varato la direttiva sul salario minimo, lasciando liberi i paesi di approvare le loro leggi, entro 2 anni. Il dibattito in Italia divide: la Cgil, favorevole, scende in piazza. Confindustria è contraria.
La direttiva Ue, concordata a giugno con il Consiglio europeo, si pone gli stessi obiettivi che prevedeva la nostra legge fondamentale dello Stato italiano nel lontano dopoguerra, già nel 1948, quando è entrata in vigore la Costituzione italiana. Le nuove regole europee intendono migliorare le condizioni di vita e di lavoro di tutti i lavoratori degli Stati membri Ue, raggiungendo progressi in ambito economico e sociale. A tal fine, vengono definiti i requisiti essenziali per l’adeguatezza dei salari minimi garantiti, come stabilito dalle leggi nazionali o dai contratti collettivi dei singoli Stati europei. La legge vuole inoltre migliorare l’accesso effettivo dei lavoratori alla tutela garantita dal salario minimo.
La legge europea è tecnicamente una nuova direttiva che dovrà applicarsi a tutti i lavoratori dell’Unione europea con un contratto o un rapporto di lavoro. I paesi Ue in cui il salario minimo gode già di protezione, grazie ai contratti collettivi, non saranno tenuti a introdurre queste norme o a rendere gli accordi già previsti universalmente applicabili. Il traguardo è ancora lontano e spetterà ora ai paesi europei recepire le nuove regole di Bruxelles. Infatti, la direttiva europea è un atto legislativo che stabilisce un obiettivo che tutti gli Stati membri dell’Ue devono realizzare. Tuttavia, spetta ai singoli Parlamenti definire attraverso disposizioni nazionali come tali obiettivi andranno raggiunti.
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Cosa chiede l’Ue
Quei paesi che non hanno ancora approvato il salario minimo avranno a disposizione 2 anni di tempo per conformarsi alla direttiva europea. Nel caso specifico, la definizione del salario minimo rimarrà di competenza dei singoli Stati membri, i quali dovranno però garantire che consenta ai lavoratori una vita dignitosa, tenendo conto del costo della vita, che attualmente è in costante aumento. A fine settembre 2022 l’inflazione in Italia ha raggiunto l’8,9%. Gli Stati dovranno anche considerare i più ampi livelli di retribuzione. Per quanto riguarda la valutazione dell’adeguatezza dei salari minimi garantiti esistenti, i Paesi Ue potranno determinare un paniere di beni e servizi a prezzi reali, o fissarlo al 60% del salario mediano lordo e al 50% del salario medio lordo.
La contrattazione collettiva
La direttiva europea promuove la contrattazione collettiva a livello settoriale e interprofessionale. Questo fattore è essenziale al fine di determinare i salari minimi adeguati. I nuovi contratti collettivi dovranno dunque adeguarsi alle nuove regole europee. Significa che gli Stati membri in cui meno dell’80% dei lavoratori è interessato dalla contrattazione collettiva, dovranno – congiuntamente alle parti sociali – stabilire un piano d’azione per aumentare tale percentuale. Questo non è il caso dell’Italia dove i contratti collettivi nazionali coprono oltre l’80% della forza lavoro.
Con il salario minimo quasi 9 miliardi in più
Con l’introduzione di un salario minimo anche in Italia potrebbe cambiare il destino di ben 4,6 milioni di lavoratori italiani non coperti dalla contrattazione collettiva. Questi lavoratori rappresentano il 30% dell’intera forza lavoro italiana e, dai dati dell’Inps emerge che vivono con uno stipendio pari o al di sotto di 1.000 euro al mese. Lavoratori che riceverebbero in totale 8,4 miliardi di euro in più.
Solo 4 paesi Ue senza salario minimo
Il salario minimo è presente in quasi tutti i Paesi europei, ad eccezione del nostro, della Danimarca, dell’Austria, della Finlandia, e della Svezia. Come ricorda l’Adnkronos, “in Francia e in Spagna esiste già da tempo, rispettivamente dal 1950 e dal 1963, mentre i valori più alti si registrano in Lussemburgo 2.387,40 al mese e in Germania 2.080 al mese. La Spagna e l’Olanda hanno aumentato l’importo nel 2023 e la Germania a fine 2022, mentre il Belgio e l’Irlanda hanno già previsto un aumento nei prossimi anni”. Lo Studio Legale Daverio&Florio, specializzato nel diritto del lavoro e nel diritto della previdenza sociale. ha pubblicato un approfondimento a riguardo.
Germania: 12 euro lordi all’ora
In Germania, il salario minimo è stato introdotto nel 2015 e a fine 2022 è aumentato da 10,45 a 12 euro lordi all’ora, per un totale di 2.080 lordi mensili. Si applica a tutti i dipendenti, con alcune eccezioni, e un ulteriore aumento è in arrivo nel 2024.
Belgio: reddito minimo mensile di 1.955 euro
In Belgio, sin dal 1975 esiste il reddito minimo mensile medio garantito (Gammi), che in seguito all’ultima indicizzazione del dicembre 2022 ammonta effettivamente a 1.954,99 euro lordi. È rivolto ai dipendenti con un contratto di lavoro dai 18 anni in su e che lavorino a tempo pieno. Anche qui il salario è spesso soggetto a riforme, ed è previsto un aumento di 35 euro lordi (soggetto a indicizzazione) il 1° aprile del 2024 e del 2026.
Olanda, salario minimo mensile anche qui
L’Olanda è uno dei Paesi “storici” considerato che adottò il salario dal 1969. Attualmente il salario minimo mensile ammonta a 1.934,40 lordi grazie al recente aumento del 10,15%. Il salario minimo si applica solo nel caso in cui un dipendente sia assunto con un contratto di lavoro ed è progressivo: dai 15 ai 21 anni aumenta in base all’età, diventando successivamente fisso. Dal 2024, inoltre, l’Olanda introdurrà un salario minimo orario, attualmente è mensile, al fine di renderlo ancora più equo.
Irlanda, 11,30 euro lordi all’ora
In Irlanda il salario minimo nazionale è stabilito dal National Minimum Wage Act 2000 (11,30 euro l’ora lordi e 1.909,70 euro al mese lordi), ma verrà sostituito con il “salario di sussistenza” a partire dal 2026. Per determinare la cifra, il governo irlandese sta adottando un approccio a soglia fissa del 60% del salario mediano, che si stima comporterà un aumento del reddito da 11,30 a 13,10 euro lordi all’ora. Attualmente hanno diritto al salario minimo i lavoratori a tempo pieno, a tempo parziale, temporanei, occasionali e stagionali di età superiore ai 20 anni. Ai dipendenti di età inferiore ai 20 anni si applicano aliquote salariali minime diverse.
Spagna, 36 euro lordi al giorno, 1.080 al mese
Il primo salario minimo in Spagna (Smi) risale al 1963. Recentemente il salario minimo è aumentato dell’8% rispetto al 2022, frutto di un accordo tra il governo spagnolo e i due sindacati più rappresentativi a livello nazionale (Ccoo e Ugt). L’importo attuale è di 1.080 euro al mese lordi ed è determinato su base mensile o giornaliera (36 euro al giorno lordi), ma con valori inferiori per i lavoratori temporanei, stagionali e domestici.
Francia, 11,52 euro lordi all’ora
In Francia, uno dei primi Paesi ad averlo introdotto dal 1950, il salario minimo è valido per tutti i dipendenti che hanno almeno 18 anni, indipendentemente dal contenuto e dalla forma del contratto di lavoro e della retribuzione. Il “salario minimo di crescita interprofessionale” (Smic) è di 11,52 euro lordi all’ora, pari a 1.747,20 euro lordi mensili (per 35 ore), e si rivaluta in base all’aumento dei prezzi e all’aumento del salario medio.
Gran Bretagna, si parte dagli 8,58 euro (per gli over 18)
Se si guarda ai Paesi extra Ue, ma sul territorio europeo, in Uk dal 1998 esiste il National Minimum Wage Act, con un valore che viene deciso ogni anno dal governo sulla base delle raccomandazioni della Low Pay Commission, basandosi sull’andamento dell’economia, del costo della vita e degli stipendi. Il salario minimo è calcolato considerando una tariffa oraria e l’importo varia in base all’età. Attualmente va da dai 5,28 sterline (6,07 euro) lorde per i lavoratori sotto i 18 anni, 7,49 sterline (8,58 euro) da 18 a 20 anni, 10,18 sterline (11,66 euro) da 21 a 22 anni e 10,42 sterline (11,94 euro) da 23 anni e oltre (National Living Wage).
La situazione complessa della Svizzera
E infine con la Svizzera, per cui il dossier fa un discorso a parte. Secondo la legge federale svizzera, infatti, non esiste un salario minimo mensile nazionale. Tuttavia, ci sono cinque cantoni che hanno implementato i salari minimi: si va da circa 19,75 (20,31 euro ca.) franchi lordi all’ora definiti dal Canton Ticino ai 24 franchi dal Cantone di Ginevra (24,45 euro ). Inoltre, ci sono periodicamente iniziative cantonali per l’introduzione di un salario minimo, come avvenuto recentemente a Zurigo dove il primo consiglio comunale ha detto sì all’introduzione di un salario minimo di 23,90 franchi lordi (24,35 euro) all’ora. In contrasto, un’iniziativa nazionale per il salario minimo nazionale fu respinta nel 2014.
Negli altri paesi extra Ue
In Messico la National Commission of Minimum Wages (NCMW) ha stabilito per il 2023, si legge ancora nel Rapporto dello Studio Legale Daverio&Florio, il salario minimo di 344,93 euro lordi, che arriva fino a 519,48 euro per i dipendenti che si trovano e lavorano negli Stati vicini al confine con gli Stati Uniti, considerando che il costo della vita in quelle zone è più alto che in qualsiasi altro Stato.In Australia il salario minimo nazionale viene rivisto ogni anno ed è attualmente di 21,38 Aud all’ora (circa 13,17 euro) o 812,60 Aud (circa 500,49 euro) a settimana lordi. Esistono inoltre tariffe minime nazionali speciali per i dipendenti giovani (di età inferiore ai 21 anni), per i dipendenti in formazione e per i dipendenti disabili. In Argentina, a causa dell’elevato tasso di inflazione nel Paese, il Nbepm stabilisce un calendario di aumenti del salario minimo, almeno due volte l’anno, che prevede una tariffa mensile e una tariffa oraria. Ad esempio, i dipendenti a tempo pieno per il mese di maggio 2023 hanno come valore mensile 84.512 pesos argentini (circa 338,56 euro). Per chi viene pagato al giorno, sono 422,56 pesos argentini (circa 1,69 euro) all’ora.
La legislazione differenziata in Cina
Chiude l’analisi la Cina, dove non esiste uno standard salariale minimo unificato e i dipartimenti amministrativi competenti delle regioni amministrative provinciali possono stabilire gli standard salariali minimi corrispondenti in base alle condizioni economiche locali. Il salario minimo in Cina è generalmente suddiviso in due categorie: il salario minimo mensile e il salario minimo orario. Il salario minimo mensile si applica ai lavoratori dipendenti a tempo pieno, mentre il salario minimo orario si applica ai lavoratori dipendenti a tempo parziale. Ma per beneficiarne devono essere soddisfatte alcune condizioni, come avere almeno 16 anni e non essere in pensione, ma non solo.