L’abuso di medicinali a base di codeina, un oppiode, per curare il mal di testa sono inutili, rischiano di creare dipendenza e addirittura favorisce l’insorgenza di cefalee di rimbalzo. L’allarme francese e le raccomandazioni dell’Istituto superiore di sanità italiano
Secondo un stima del mensile dei consumatori francesi 60 Millions de consommateurs, il 40% delle persone assumono farmaci a base di codeina per curare il mal di testa, una scelta non solo impropria perché questi farmaci non alleviano questo tipo di dolore ma addirittura controproducente perché contribuirebbero all’insorgenza delle cefalee.
Lo dice a chiare lettere anche l’Istituto superiore di sanità italiano: “Le cefalee da antidolorifici, o cefalee di rimbalzo, sono mal di testa ripetuti o quotidiani provocati dall’assunzione di antidolorifici protratta per diversi mesi. Stranamente, questo tipo di cefalee si presenta solo nelle persone che utilizzano gli antidolorifici per curare il mal di testa, e non nelle persone che ne fanno uso, anche se prolungato, per altre malattie come, ad esempio, l’artrite e il mal di schiena”.
E prosegue: “Tutti gli antidolorifici venduti comunemente in farmacia possono provocare la cefalea di rimbalzo. Essi comprendono:
- codeina
- paracetamolo
- farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come l’aspirina e l’ibuprofene
- farmaci specifici antiemicranici, conosciuti come triptani, quale, ad esempio, il sumatriptan
Tra questi, gli antidolorifici contenenti codeina sono quelli con il rischio più alto di causare il mal di testa da uso eccessivo di farmaci”.
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Cos’è la codeina e quali effetti produce
La codeina viene utilizzata per contrastare il dolore di intensità lieve o moderato.
In combinazione con altri farmaci viene inoltre impiegato per calmare la tosse.La codeina, come specifica l’Irccs Humanitas, è un analgesico dotato anche di effetto antitussigeno. Agisce modificando il modo in cui il cervello e il sistema nervoso rispondono al dolore e riducendo l’attività delle aree cerebrali che controllano la tosse. “La codeina è disponibile sotto forma di compresse, capsule e soluzione per uso orale. A seconda del bisogno può essere assunta ogni 4 o ogni 6 ore.
Ne esistono anche formulazioni in cui il principio attivo è combinato con altri farmaci, in particolare paracetamolo, aspirina e carisoprodol“.
Pare quindi ovvio che l’antidolorifico a base di codeina non sia indicato – né prescritto – per il mal di testa eppure l’uso improprio, se non il vero e proprio abuso, è diffuso.
Quando la cura è peggiore della malattia
Scrive il mensile dei consumatori francesi: “Il problema è che, poiché la codeina non è molto efficace contro il mal di testa, il paziente la riprende. Il rischio è quindi, da un lato, di sviluppare nuovi mal di testa dovuti all’abuso di questi oppioidi e, dall’altro, di sviluppare una dipendenza“.
Si raccomanda inoltre, prosegue 60 Millions, di “evitare gli oppioidi per il cosiddetto dolore ‘nociplastico’ (causato da una lesione o da un danno improvviso, ndr). ‘Si tratta di dolori per i quali non è stata dimostrata alcuna lesione particolare, e che derivano da una disfunzione delle vie neurali del dolore. Per questi dolori, i farmaci oppioidi non sono efficaci’, spiega Anne-Priscille Trouvin, reumatologa e medico del dolore all’ospedale Cochin, di Parigi”.
Cosa fare nel caso di cefalee di rimbalzo per abuso di antidolorifici a base di codeina? È l’Iss italiano a rispondere: “Se la cefalea da antidolorifici è provocata dall’assunzione prolungata di prodotti a base di codeina, sospenderli improvvisamente potrebbe essere pericoloso. In questo caso è consigliabile ridurre gradualmente il numero di farmaci assunti, sotto l’attenta supervisione di un medico“.