La Gdf di Milano, in un’inchiesta del pm Paolo Storari, ha eseguito il maxi sequestro preventivo nei confronti di Esselunga in un’indagine con al centro una presunta “somministrazione illecita di manodopera”
Un “sistematico sfruttamento dei lavoratori” che ha anche provocato “ingentissimi danni all’erario“. L’ipotesi di “una complessa frode fiscale” messa in atto col meccanismo dei “serbatoi di manodopera” ha motivato il sequestro preventivo d’urgenza di 47,8 milioni di euro nei confrontni del gruppo Esselunga disposto dal pm Paolo Storari ed eseguito stamattina dalla Gdf di Milano.
Come riporta il portale di Repubblica, la condotta “di Esselunga, di carattere fraudolento, dura da numerosi anni e ha comportato non solo il sistematico sfruttamento dei lavoratori ma anche ingentissimi danni all’erario”, scrive Storari nel decreto di sequestro. Sono indagati l’ex direttore finanziario del colosso dei supermercati, Stefano Ciolli, e Albino Rocca, attuale direttore finanziario. Ed Esselunga per la responsabilità amministrativa degli enti.
Il magistrato della Procura di Milano già in passato ha firmato inchieste analoghe su grandi gruppi della logistica e della distribuzione, come Dhl e Brt.
Cosa viene contestato a Esselunga? Ricostruendo la “filiera della manodopera” è emerso, secondo i pm, che “i rapporti di lavoro con la società committente”, ossia Esselunga, “sono stati in taluni casi schermati da società filtro che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative (società “serbatoio”), mentre in altri sono stati intrattenuti direttamente con quest’ultime che hanno sistematicamente omesso il versamento dell’Iva e, nella maggior parte dei casi, degli oneri di natura previdenziale e assistenziale“.
Per l’accusa nel caso Esselunga sarebbe stata accertata una presunta “frode fiscale caratterizzata dall’utilizzo, da parte della beneficiaria finale del meccanismo illecito”, ossia Esselunga stessa, “di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti e dalla stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo di fatture inesistenti per un ammontare complessivo di oltre 221 milioni di euro, più Iva, superiore a 47 milioni di euro“.
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La posizione di Esselunga
“L’azienda – si legge in una nota di Esselunga – si è immediatamente attivata per offrire la più ampia collaborazione alle autorità giudiziarie e pieno supporto per lo svolgimento delle attività. Attendiamo con fiducia le verifiche e gli approfondimenti, nella consapevolezza di aver operato sempre nel rispetto della legalità”.