Per alcuni è semplicemente una pianta infestante da estirpare, ma la portulaca è una pianta dalle mille proprietà che può essere usata anche in cucina, come ingrediente di diverse preparazioni.
La portulaca è una pianta della famiglia delle Portulacaceae che cresce spontaneamente in tutto il mondo. Da un punto di vista prettamente botanico la comunità scientifica l’ha inserita inoltre nella lunga lista delle cosiddette piante succulente, cioè quei vegetali in grado di immagazzinare una grande quantità d’acqua.
Di norma, viene considerata di per sé una vera e propria erbaccia, ma la verità è che può essere molto preziosa per la nostra dieta, essendo ricca di proprietà che verranno analizzate più nel dettaglio qui di seguito.
Che cos’è la portulaca: la descrizione del vegetale
Solitamente questa pianta cresce spontaneamente nella stagione calda, dunque in primavera e in estate, all’interno di campi coltivati e orti, oppure nei frutteti. Anche chiamata con il suo nome scientifico Portulaca oleracea o con quello popolare di erba porcellana è originaria di alcune zone dell’America meridionale, dell’India e del Nord Africa.
La pianta cresce in modo prostrato, ciò significa che i suoi fusti verdi/rossastri, molto carnosi e ramificati, si sviluppano a livello del terreno schiacciati a terra: essi presentano inoltre delle piccole foglioline verdi di dimensione ovale e, nelle giornate d’estate, anche dei minuscoli fiorellini di colore giallo intenso.
La pianta non sopporta le temperature rigide e dunque muore durante l’inverno: tuttavia, la fioritura permette ai suoi semi di cadere a terra, preparando così il terreno per la stagione estiva successiva.
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Ne esistono di diversi tipi ed è importante non confonderli per non avere brutte sorprese. C’è infatti per esempio la portulaca ornamentale, facilmente coltivabile in terrazzo, in grado di resistere alle basse temperature: questa varietà però non è commestibile. Il tipo che si può mangiare al contrario si chiama portulaca oleracea e si riconosce per le sue foglie di color verde chiaro caratterizzate da piccoli ciuffi bianchi.
Come coltivarla
Chi fosse interessato ad avere la propria piccola piantagione di questo vegetale deve sapere che, fortunatamente, si tratta di una pianta che non richiede particolari attenzioni.
La coltivazione della portulaca richiede terreni compatti e poveri, sempre ben esposti alla luce del sole; non è necessario, inoltre, innaffiarla troppo spesso. La semina è molto semplice: basterà infatti acquistare i semi presso il proprio vivaio di fiducia oppure si potrà farla crescere a partire da un rametto della pianta selvatica facilmente reperibile ovunque.
C’è però un’unica importante accortezza da prendere in considerazione: poiché tende ad espandersi molto in orizzontale, sarà fondamentale piantarla in uno spazio decisamente ampio e delimitato. È importante, inoltre, ricordare che si tratta pur sempre di una pianta infestante che potrebbe di per sé essere già presente da diverso tempo nel proprio orto o giardino di casa.
Una varietà molto rustica è inoltre la Portulaca grandifolia, che è perenne ma che fatica a resistere alle rigide temperature dell’inverno: per assicurarsi che non muoia durante la stagione più fredda, dunque, sarebbe consigliabile coprirla con un telo da giardinaggio. Diverso è il discorso per la bella stagione, quando la portulaca cresce senza problemi e senza necessitare (come già anticipato in precedenza) di un’irrigazione frequente.
Le proprietà benefiche della pianta
Tendenzialmente si è portati a pensare che molte delle erbacce che infestano i nostri giardini non siano commestibili, o che siano addirittura velenose o mortali. Questo non è il caso della portulaca, che oltre a essere molto gustosa è anche ricca di proprietà .
Si tratta infatti prima di tutto di una preziossima fonte vegetale di Omega 3,
sostanze molto importanti tra le altre cose per il buon funzionamento del nostro sistema cardiovascolare e per il mantenimento di normali livelli di colesterolo buono nel sangue. La presenza di tali acidi grassi polinsaturi garantisce anche altri benefici importanti per l’organismo umano: il consumo di portulaca ha dunque un effetto depurativo, diuretico, dissetante e antibatterico.
Come gran parte della verdura, la presenza di fibre è una valida alleata per la regolarità delle funzioni intestinali e della flora batterica. Non è un caso che a lungo la medicina tradizionale l’abbia utilizzata per curare disturbi come dissenteria, vomito, enterite acuta ed emorragia post parto.
La pianta è stata ampiamente usata anche nell’ambito della millenaria medicina tradizionale cinese, che l’ha resa un elemento chiave di tisane dall’effetto antidolorifico per fegato e stomaco.
Proprio alla luce degli oggettivi benefici sull’organismo, la pianta può essere consumata in caso di cirrosi, glaucoma, ipertensione o insufficienza cardiaca. Un’altra possibilità è l’uso esterno che si può fare della pianta: grazie al suo effetto emoliente può per esempio essere applicata su eritemi e scottature.
Non si segnalano, per il resto, particolari effetti negativi o controindicazioni. In ogni caso, prima di consumare la pianta (soprattutto in quantità eccessive) è consigliabile fare affidamento al proprio medico/nutrizionista di fiducia. Un esperto sarà inoltre in grado di evidenziare per il suo paziente eventuali intolleranze o allergie, invitando così alla moderazione per quanto riguarda il suo consumo.
Il dettaglio dei valori nutrizionali
Questa pianta, come molte altre, presenta un apporto calorico decisamente limitato ed è quindi molto adatta per qualunque dieta ipocalorica. A circa 100 grammi di prodotto corrispondono 20 calorie, per un quantitativo di acqua del
93%, con un 3% di carboidrati e un 1% di proteine. Gli unici grassi presenti sono i già citati Omega 3 (che si concentrano però soprattutto nei semi della pianta).
Vale la pena in questo caso segnalare l’importantissima presenza di acido alfa-linolenico, presente in quantità circa 5-7 volte superiori rispetto a (per esempio) gli spinaci. Da sottolineare è inoltre la presenza delle tracce di acido eicosapentaenoico, che solitamente è reperibile in prodotti di origine marina come le alghe e in altri organismi acquatici.
Molto significativo, infine, è il quantitativo di alcuni sali minerali quali il potassio, il magnesio e il ferro.
Come utilizzarla in cucina
In cucina può certamente essere consumata a crudo, anche se è preferibile scegliere i germogli più giovani, visto che quelli più vecchi tendono ad avere un retrogusto amarognolo molto fastidioso.
Le foglie della pianta sono ottime in qualunque insalata e, rispetto alla classica lattuga, conferiscono al piatto in questione un sapore davvero unico, fresco e piacevolmente acidulo.
Spesso la portulaca viene mangiata anche cotta, per esempio come ingrediente di ricche e saporite zuppe o come ripieno di pasta fresca, di frittate e negli sformati. Il suo utilizzo è piuttosto comune nei Paesi del nord Europa, soprattutto nella sua versione al vapore, oppure saltata/fritta in padella con una noce di burro.
Si è visto in precedenza, inoltre, come i semini di portulaca vantino diverse proprietà benefiche: ecco perché questo tipo di ingrediente può risultare molto prezioso e nutriente se utilizzato per esempio al posto della frutta secca come condimento dello yogurt o ancora come ingrediente per un ottimo pane ai cereali.
Un esempio di ricetta: la frittata
Chi è alla ricerca di un pasto ricco ma allo stesso tempo sano e nutriente con la portulaca come ingrediente potrebbe per esempio pensare di preparare la classica frittata, in una versione però che ricorda molto da vicino la tortilla de patatas spagnola.
Per questa preparazione serviranno:
- 4 uova grandi
- 100 g di portulaca
- 1 cipolla
- 4 patate di media grandezza
- Sale q.b.
- Pepe q.b.
- Olio extravergine di oliva q.b.
Il primo step consiste nel lavare molto bene sotto acqua corrente l’erba, avendo cura di lasciarla asciugare. Successivamente si potrà passare alla preparazione delle patate, che andranno sbucciate e tagliate a cubetti grossolani. Dopo aver tagliato a fettine sottili anche la cipolla sarà quindi necessario versare cipolle e patate nella stessa padella (meglio se con i bordi alti) facendo soffriggere il tutto per qualche minuto con un filo d’olio extravergine d’oliva.
Mentre le patate e le cipolle cuociono bisognerà creare la base per la frittata, sbattendo in una ciotola le quattro uova con una forchetta, aggiungendo la verdura precedentemente pulita e aggiustando di sale e pepe a piacere. Il composto così amalgamato andrà aggiunto alla padella insieme a cipolle e patate: è importante, in questa fase, abbassare l’intensità della fiamma per non rischiare di bruciare il composto.
Dopo circa 5 minuti di cottura (ma è fondamentale controllare sempre il livello di doratura) sarà possibile girare la frittata, facendo attenzione a non romperla. Dopo averla fatta cuocere anche dall’altro lato sarà poi possibile servirla su un piatto da portata.
La preparazione, davvero deliziosa, potrà così essere proposta ai propri ospiti accompagnata da un rametto di rosmarino, da qualche oliva snocciolata e, perché no, da un drink con bassa gradazione alcolica come il classico spritz da aperitivo.