Quali sono le proprietà dell’uva ursina

UVA URSINA

L’uva ursina è una pianta rara e spontanea, che però abbonda tra gli integratori alimentari. Viene indicata come antinfiammatorio e come disinfettante urinario, ma le sue proprietà non sono riconosciute e dimostrate a livello scientifico

Trova largo utilizzo come diuretico e disinfettante urinario, anche dal potere astringente. Tra gli scaffali fisici delle erboristerie, e quelli virtuali dei social, viene indicata come prodotto dall’effetto antibatterico, per la presenza di arbutina. È l’uva ursina, un piccolo arbusto, latifoglie, impreziosito di graziose bacche rosse dal sapore aspro e poco gradevole. È proprio in queste perline vermiglio e nelle foglie sempreverdi che si nasconderebbero le proprietà benefiche per l’organismo, decantate dai produttori di sostanze integranti.

Che cos’è l’uva ursina

La piccola pianta ha un’altezza di circa 30/35 centimetri e nasce in modo spontaneo. Emette delle foglie che si rigenerano solo ogni circa 3 anni, bisogna cercarla nei boschi, ma ai produttori di integratori alimentari fa talmente gola che non è così complicato trovarla.

Nel linguaggio botanico è nota con il nome “Arctostaphylos uva-ursi”, proprio perché ne vanno golosi gli orsi. Altre fonti tendono a indicare come uva ursina anche i frutti delle piante Arctostaphylos adentricha e Arctostaphylos coactylis. Sono in particolare le foglie a essere utilizzate per realizzare estratti a uso terapeutico.

Quali proprietà possiede?

I nutrizionisti dell’Irccs Humanitas ne elencano diverse, precisando che non sono mai state accertate dal punto di vista scientifico. Quelle attribuite al consumo di prodotti a base di pianta ipotizzano effetti:

·       Antibatterici

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Sembrerebbe essere in grado di ridurre i batteri presenti nelle urine e coadiuvare le terapie contro i disturbi del tratto urinario, come la cistite, comprese le infezioni e infiammazioni a carico di reni, vescica, uretra e vie urinarie e altri disturbi come aumento della minzione, minzione dolorosa, presenza di acido urico o altri acidi in eccesso nelle urine;

·       Antinfiammatori e disinfettanti

Alcuni studi hanno messo in evidenza presunti effetti benefici contro disturbi anche molto diversi tra loro, come costipazione e bronchite.

Cosa dicono le autorità?

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) non ha mai approvato i messaggi pubblicitari che promettono tali benefici, per i prodotti a base di uva ursina, in particolare gli integratori alimentari.

Gli esperti raccomandano di moderarne il consumo, per non andare incontro a rischi dovuti agli effetti collaterali più comuni, quali:

·       Nausea;

·       Vomito;

·       Mal di stomaco;

·       Colorazione verde-marrone delle urine.

Quanta ne possiamo assumere?

In generale l’assunzione orale è considerata ben tollerata dagli adulti nel breve termine (non oltre 1 un mese, meglio 1 settimana). Alte dosi e usi eccessivamente prolungati nel tempo possono però dar vita a effetti collaterali anche gravi, tra cui:

·       Danni al fegato (l’uva ursina contiene una sostanza chimica che potrebbe causare gravi problemi al fegato);

·       Agli occhi (contiene una sostanza chimica che può assottigliare la retina);

·       All’apparato respiratorio, fino ad arrivare a insorgenza di convulsioni e morte.

A scopo precauzionale si raccomanda di evitarne l’uso in caso di gravidanza o allattamento.

Non va somministrata ai bambini.

Infine, può avere effetti diuretici e può interagire con i farmaci e altre sostanze a base di litio.

Fa davvero bene alla prostata?

I prodotti estratti vengono commercializzati non solo come rimedio contro le cistiti, uretriti e infiammazioni e infezioni lievi dell’apparato urinario. Nel commercio in rete vengono indicati anche per contrastare le prostatiti.

In realtà il ministero della Salute, con decreto del 9 luglio 2012 dal titolo “Disciplina dell’impiego negli integratori alimentari di sostanze e preparati vegetali”, ha individuato solo gli effetti fisiologici dell’Arctostaplhylus Uva Ursi, ossia “Drenaggio dei liquidi corporei. Funzionalità delle vie urinarie“.

Da questa definizione probabilmente sono stati attribuiti altri benefici mai dimostrati, come quelli antisettici per le vie urinarie, per via della presenza dell’idrochinone (o chinolo), il principio attivo contenuto che combatterebbe l’adesione dei batteri alle pareti uroteliali agevolando il loro allontanamento da parte dell’urina.

Si pensa che l’idrochinone possa agire come antinfiammatorio contro patogeni come l’Escherichia coli e lo Streptococcus. Questo fenolo non a caso per anni ha fatto fortuna nella cosmetica, in particolare nella produzione di lozioni per capelli, unghie artificiali, ma anche come molecola schiarente sotto forma di creme.

E invece, proprio l’idrochinone è finito sotto la lente delle autorità di vigilanza, per effetto del nuovo Regolamento Cosmetici della Comunità europea (numero 1223/09, aggiornato al Reg. 344/2013). Il suo utilizzo è stato fortemente ristretto e limitato, con massima concentrazione dello 0,02%, solo a “sistemi di unghie artificiali”. Già dal 2000 è vietato come schiarente della pelle in cosmesi. Infatti, il suo utilizzo è al momento consentito solo se prescritto dal dermatologo sotto forma di preparazione galenica. “L’idrochinone – sostengono gli organi di vigilanza europea – può provocare un’irritazione ed una dermatite della pelle e può ugualmente provocare il cancro. Il prodotto non è conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici”.

Meglio una tisana

Dunque, rispetto ai presunti benefici, gli esperti sono molto cauti. Piuttosto ne viene raccomandato l’uso delle foglie in tisana e in decotto, soprattutto se associate alla gramigna, al timo. Anche in tal caso è sempre consigliabile un consumo moderato.

Di norma si consiglia di non utilizzare l’uva ursina oltre i 7 giorni e di non superare i 5 trattamenti nell’arco di un anno. Per gli integratori è raccomandata la prescrizione medica poiché si sono riscontrati casi di gastralgia e anche di intossicazione.

Ancora meglio una sana alimentazione

Una dieta equilibrata, per un organismo sano, accompagnata a regolare attività fisica, è già sufficiente per garantire i benefici ipotetici di prodotti a base di erbe e piante, come l’uva ursina.

Entrando nello specifico, la dieta mediterranea prevede già una lunga lista di cibi dal potere antinfiammatorio, antibatterico e utili per contrastare patologie e invecchiamento delle cellule.

Sono alimenti da introdurre in un contesto di dieta bilanciata, un regime alimentare che non aiuta solo a dimagrire, ma sostiene il benessere del corpo e della mente.

Questi cibi sono disponibili in natura e sono facilmente reperibili (Qui ne illustriamo proprietà e quantitativi da assumere).

Per quanto concerne la salute della prostata, la Società italiana di andrologia (Sia), suggerisce alcuni consigli pratici riguardo l’alimentazione. Secondo Sia, ci sono alimenti che possono davvero fare la differenza nella prevenzione del tumore alla prostata, anche come supporto alla terapia, riducendone la tossicità e aiutando a bloccare la progressione della malattia. In particolare, sono:

·       Tè verde;

·       Pomodoro cotto;

·       Frutti rossi, uva e melograno.

Questi alimenti sono ad alto contenuto di sostanze antiossidanti e antiproliferative, come epigallocatechine, licopene, resveratrolo e pterostilbene.

A compromettere il funzionamento della prostata, e delle vie urinarie in generale, non sono solo i tumori, che con 36mila nuovi casi all’anno rappresenta il cancro più frequente della popolazione maschile in Italia. Vi è un’ampia gamma di patologie dovute ad altrettanti numerosi fattori di rischio. Di sicuro, l’assunzione di eccessive quantità di alcool, grassi saturi derivati del latte, possono avere un ruolo determinante nella salute.

Come prevenire le infezioni delle vie urinarie

In sintesi, come possiamo intuire è fondamentale la prevenzione delle infezioni delle vie urinarie e di patologie come le cistiti. Ma non ci sono integratori o piante miracolose che tengano. Per un organismo sano, gli scienziati della Fondazione Umberto Veronesi consigliano di favorire:

·       Un adeguato introito di acqua (1,5 o 2 litri al giorno), in base anche alla stagione e all’attività fisica;

·       Eventualmente anche tisane e infusi, purché senza zucchero;

·       Il consumo di verdure, di cereali integrali e di frutta, variando i colori e rispettando la stagionalità;

·       L’aglio, la cipolla e le erbe aromatiche per insaporire i cibi;

·       Il pesce fresco come fonte principale di proteine animali;

·       I formaggi freschi a basso contenuto di grassi;

·       L’olio extravergine d’oliva a crudo per condire gli alimenti;

·       Il latte fermentato e suoi derivati, come lo yogurt o il kefir.

L’assunzione di eventuali integratori alimentari andrebbe valutata con il proprio urologo, in particolare quelli specifici a base di frutti rossi, d-mannosio e probiotici.

A fianco della buona tavola non possono però mancare anche abitudini e stile di vita corretti che puntano soprattutto a una corretta igiene intima quotidiana. Occorre avere cura di effettuare movimenti che vanno dalla vagina all’ano; se si compie il movimento contrario si rischia, infatti, di trasportare materiale fecale a contatto con gli orifizi urinari e di innescare un’infezione. L’igiene personale, nella donna, va intensificata durante il ciclo mestruale.

Ma anche l’eccesso di igiene non va bene, e neppure l’uso di detergenti troppo aggressivi che alterando la flora vaginale, possono predisporre anch’essi alle infezioni.

È bene fare attenzione anche all’abbigliamento: la biancheria intima deve essere di cotone e i pantaloni non troppo stretti.

Nella vita di coppia è consigliato urinare prima e soprattutto dopo il rapporto sessuale, poiché il flusso urinario facilita il trasporto verso l’esterno di eventuali batteri penetrati in vescica.

Infine, bisogna eliminare alcuni importanti fattori di rischio:

·       Il fumo e l’alcol;

·       La sedentarietà.