La birra fa latte, l’aglio e la cipolla da evitare… I miti sull’allattamento

PFAS

Bere birra fa aumentare il latte… Mangiare aglio e cipolle fa storcere la bocca al neonato… Prendere caffè eccita il piccolo… Molte le credenze sull’allattamento, cerchiamo di vederci chiaro con i nostri Miti Alimentari

 

Passaparola, consigli del web, delle nonne, di chi ci è già passato… Chi allatta, soprattutto al primo figlio, spesso ha tante ansie e si fa tante domande, affidandosi a risposte non sempre corrette. Per questo cerchiamo di fare un po’ di chiarezza con i nostri Miti Alimentari.

Bevo un po’ più di birra per produrre più latte per il mio bambino…

FALSO/VERO Questo mito che riguarda la fase di allattamento è uno dei più solidi e suggerisce alla mamma di bere più birra perché così possa produrre più latte senza avere mai problemi di “sussistenza” per il neonato. Questo mito si basa sull’utilizzo del luppolo per produrre birra e il luppolo è noto da oltre mille anni essere un valido rimedio depurativo ed è anche capace di aumentare l’appetito. Il paradosso sensoriale è che il luppolo contiene anche diverse sostanze che hanno un sapore amaro, questo lo sa bene chi è un esperto bevitore di birre, ma che possono essere un aiuto per la digestione o per calmare il sistema nervoso sia della mamma che del piccolo. Il luppolo effettivamente fa produrre più latte alla mamma che calma il lattante affamato che non vede l’ora di succhiare latte ad libitum. L’effetto calmante che si osserva più che alla quantità di birra bevuta dalla mamma è in parte collegato ai principi sedativi derivati dal luppolo. In assoluto, la birra non è la scelta migliore per il suo contenuto alcolico, che ricordiamo in alcuni tipi di birre può raggiungere anche valori vicino ai 10°. Questi valori di grado alcolico di certo non sono da considerarsi adatti per il piccolo lattante. Una scelta per salvare “capra e cavoli” può essere di prepararsi una sana tisana a base di luppolo oppure scegliere una sana birra analcolica.

Amo il caffè e mentre allatto non intendo rinunciarci completamente, tanto per il bambino cambia poco…

FALSO Il caffè appartiene al gruppo delle bevande definite “nervine” alla pari del tè, del cioccolato o degli energy drink e questo deriva dal quantitativo di caffeina, teina o teobromina che contengono. Ricordiamo che un tè “deteinato” è stato privato dalla teina, ovvero la caffeina sotto mentite spoglie, ma resta invece intatto il suo contenuto di teofillina che è un composto simile alla caffeina per i suoi effetti ma non identica dal punto di vista chimico. Occorre limitare il consumo di caffeina tanto più è giovane il consumatore perché i suoi effetti nei più piccoli si prolungano per più tempo. La caffeina rende il nostro corpo pronto a scattare, a rispondere rapidamente a stimoli esterni e questo perché ci predispone a usare gli zuccheri di riserva e a produrre energia in breve tempo. La caffeina è un “booster” naturale che in alcune persone è utile appena svegli di mattina perché possano connettersi con il mondo esterno e non tramutarsi in “zombie”. Il neonato non ha bisogno di questo acceleratore metabolico per cui è bene che nel latte materno non sia presente la caffeina, il che non significa divieto assoluto di bere caffè ma avere una misura nel consumarlo. Una diversa raccomandazione riguarda gli energy drink che spesso hanno un carico di caffeina molto elevato con effetti eccitanti tanto più evidenti nel lattante per cui gli energy drink andrebbero evitati e il loro consumo del tutto azzerato in fase di allattamento.

Consumo meno aglio, cipolle etc. perché non voglio che il bambino rifiuti il mio latte

VERO Alcuni alimenti come l’aglio, la cipolla, i carciofi, i broccoli o i semplici asparagi hanno una connotazione sensoriale molto chiara e che non tutti accettano e apprezzano. Fra gli stessi adulti ci sono numerosi fautori della fazione “no aglio” o “no cipolla” e che preferiscono una pasta al pesto fatta senza aglio così da potere commentare nell’orecchio del compagno/a la scelta del menù o i soprammobili dell’ospite. Nel caso dei lattanti non vi è una vera e propria memoria sensoriale già costruita, per cui i nuovi sapori vanno introdotti con saggezza e alcuni di essi in tempi e con modi ben definiti. È evidente che la mamma debba continuare a mangiare in modo vario senza far mancare nulla sulla propria tavola, da escludere sicuramente gli alcolici che è meglio evitare durante l’allattamento. Senza essere precipitosi come tempistica anche i cavoli o l’aglio potranno essere utilizzati per i loro valori salutistici e per far conoscere al lattante i nuovi sapori. Un discorso a parte merita l’acqua che non deve mai essere razionata perché la lattazione e il superlavoro di mamma può indurre una disidratazione sottostimata che si ripercuote sulla salute di tutti compreso il bambino.

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