Esonero contributivo, chi sono i lavoratori che avranno più soldi in busta paga

esonero contributivo

Anche l’ultima legge di Bilancio ha previsto l’esonero contributivo per alcune categorie di lavoratori. L’agevolazione vale per gli ungere 36 e le donne in condizione di svantaggio. Tutto quello che prevede la circolare Inps

Una delle principali motivazioni che ostacolano l’assunzione di chi cerca lavoro è rappresentata dagli oneri che i datori devono sostenere. Tra questi, quelli che maggiormente gravano su chi assume sono i contributi previdenziali e assicurativi. Ecco dunque che spesso, negli ultimi anni, si è cercato di intervenire su questo tema, sgravando i datori di lavoro dagli oneri e cercando di agevolare le nuove assicurazioni. Tra le misure di sostegno più nette c’è il cosiddetto esonero contributivo completo per alcune specifiche categorie di lavoratori. In questo modo lo Stato si fa carico di una parte dei versamenti utili ai fini della pensione del lavoratore, lasciando una parte residuale a carico dei datori di lavoro.

Esonero contributivo 2023

Anche nella legge di Bilancio 2023, varata dal governo guidato da Giorgia Meloni, è stato introdotto l’esonero contributivo di alcune categorie di lavoratori quale misura a sostegno del mondo del lavoro. Più nel dettaglio, è stato previsto che i lavoratori dipendenti – ad esclusione di chi svolge un lavoro domestico – godano di un esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti relativamente ai periodi di paga che vanno dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023. Ma a quanto ammonta questo esonero? In base a quanto indicato nella legge di Bilancio, questo viene riconosciuto nella misura:

  • di due punti percentuali, a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per 13 mensilità, non ecceda l’importo mensile di 2.692 euro;
  • di tre punti percentuali, a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per 13 mensilità, non ecceda l’importo mensile di 1.923 euro.

Queste, dunque, le cifre e i limiti reddituali entro i quali si potrà godere dell’esonero contributivo. Si sottolinea inoltre che le soglie devono essere parametrate su 13 mensilità, ovvero comprendendo anche la tredicesima del mese di dicembre. La circolare Inps del 24 gennaio 2023, n. 7, ha poi chiarito i soggetti che possono beneficiare della misura – come i giovani under 36 e le donne svantaggiate -, l’assetto, la durata dell’intervento e tutte le indicazioni per la gestione degli adempimenti previdenziali connessi all’esonero contributivo. Nello stesso documento vengono riportate inoltre tutte le informazioni sulla compatibilità con la normativa in materia di aiuti di Stato e sulla modalità di esposizione dei dati nel flusso Uniemens.

Esonero contributivo 2023: gli under 36

Tra i soggetti beneficiari dell’esonero contributivo 2023 ci sono i giovani lavoratori che hanno meno di 36 anni di età. In questo caso l’esonero è da intendersi come totale ed interessa tutti i contributi posti a carico del datore di lavoro. L’unica eccezione, invero, è rappresentata dai premi assicurativi Inail. Viene naturalmente previsto un tetto limite di guadagni annui per poter sfruttare l’agevolazione che, nel 2023, è pari ad 8mila euro, ovvero 667 euro mensili. Si tratta di un innalzamento rispetto al recente passato: nel 2022, infatti, la soglia era a 6mila euro annui, 500 mensili. In base al funzionamento previsto dell’esonero, superata la soglia limite prevista, non si avrà più diritto allo sgravio, con gli importi contributivi eccedenti che dovranno essere totalmente versati dai datori di lavoro. Si sottolinea inoltre che, per i contratti a tempo parziale, è prevista una riduzione proporzionale del massimale annuo. Solitamente per un part-time al 50% viene stabilita una soglia per l’esonero contributivo che è pari a 4mila euro annui.

Esonero contributivo under 36, i requisiti

Oltre all’età, sono previsti anche altri requisiti per beneficiare dell’esonero contributivo under 36. Iniziamo col dire che a questa misura possono accedere soltanto i datori di lavoro privati, ad esclusione delle imprese che operano nel settore finanziario, che nel 2023 si impegnano ad assumere con contratti di lavoro a tempo indeterminato dei giovani under 36. Si ricorda, a tal proposito, che è possibile beneficiare della misura anche nel caso di contratti a termine che passano all’indeterminato, mentre sono da ritenersi escluse dall’agevolazione le assunzioni di lavoratori intermittenti, di personale domestico e di dirigenti.

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Altro requisito importante per poter beneficiare dell’esonero contributivo under 36 è che è riservato solo a quei lavoratori assunti che non erano mai stati occupati con un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, presso il medesimo datore di lavoro o anche presso altri soggetti. Se ne deduce che l’agevolazione spetta soltanto a chi viene assunto a tempo indeterminato per la prima volta nella sua vita.

Sono previsti inoltre dei requisiti per i datori di lavoro che intendono assumere dei dipendenti sfruttando l’esonero contributivo under 36. Più nel dettaglio, è stabilito che:

  • vengano rispettati i principi generali in materia di incentivi all’assunzione;
  • sia garantita l’applicazione delle norme poste a tutela delle condizioni di lavoro e dell’assicurazione obbligatoria dei lavoratori;
  • siano in una situazione di regolarità contributiva.

Ricordiamo, infine, che l’esonero contributivo ha durata limitata nel tempo e la misura standard è di 36 mesi, prorogabili fino a 48 mesi solo per le aziende che hanno sede o unità produttive in specifiche Regioni italiane, quali Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna.

Esonero contributivo 2023: le donne svantaggiate

Oltre che per gli under 36, l’esonero contributivo 2023 prevede tra i suoi beneficiari anche le donne svantaggiate dal punto di vista occupazionale. In base a quanto previsto dall’ultima legge di Bilancio, si tratta delle lavoratrici:

  • con almeno 50 anni di età e disoccupate da più di 12 mesi;
  • di qualsiasi età e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi;
  • di qualsiasi età, prive di impiego retribuito da almeno 6 mesi e residenti in Regioni ammesse ai finanziamenti dei fondi strutturali dell’Unione europea;
  • di qualsiasi età, disoccupate da almeno 6 mesi e che svolgono professioni o attività lavorative in settori economici caratterizzati da un’accentuata disparità occupazionale di genere.

Così come avveniva nel caso degli under 36, anche per le donne svantaggiate è stabilito un limite di guadagno massimo annuo di 8mila euro, che viene riproporzionato in caso di rapporti part-time. In merito alla durata dell’agevolazione, si hanno dei tempi ridotti in questo caso rispetto agli under 36. Si tratta di:

  • 12 mesi per le assunzioni a tempo determinato;
  • 18 mesi per quelle a tempo indeterminato, ivi comprese le stabilizzazioni di precedenti contratti di lavoro a termine.

L’applicazione dell’esonero contributivo 2023

Apprese le fondamenta su cui si basa l’esonero contributivo 2023, ci soffermiamo ora sulla sua applicazione. In tal senso le linee guida vengono fornite nella circolare dell’Inps n.7 del 2023, che ha chiarito:

  • la durata e la cumulabilità della misura;
  • le modalità di calcolo della retribuzione imponibile e la compilazione dei flussi Uniemens per i conguagli, utilizzabili già dal periodo di paga di gennaio 2023.

Nella stessa circolare dell’Istituto nazionale di previdenza sociale si sottolinea inoltre che lo sgravio è da intendersi come riferito alla retribuzione imponibile nel suo complesso e, dunque, se si supera il massimale annuo della base contributiva e pensionabile, deve essere considerata sia la quota di retribuzione imponibile ai fini Ivs (Invalidità, vecchiaia superstiti) sia la quota di retribuzione non imponibile ai fini Ivs per il superamento del massimale. I limiti mensili di riferimento, come detto, sono pari a 2.692 euro – per la riduzione del 2% – e a 1.923 euro – per la riduzione del 3% – più la tredicesima. La verifica delle soglie dovrà dunque essere mensile, con lo sgravio nel pagamento dei contributi previdenziali Ivs che potrà mutare nei diversi mesi in relazione della retribuzione effettivamente percepita.

Ma per quanto dura l’esonero contributivo? A questa domanda ha risposto sempre l’Inps, sottolineando che la misura potrà essere sfruttata nei periodi di paga compresi tra il 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023. Al fine di rendere più chiara la durata e l’applicabilità dell’esonero contributivo, riportiamo alcuni esempi. Il primo è quello di un lavoratore che ha terminato il proprio rapporto di lavoro entro il 31 dicembre 2022 e, nel corso dell’anno 2023, ha ricevuto le ultime competenze, come i residui di ferie e permessi, ratei di mensilità aggiuntive. In questa situazione, come intuibile, l’esonero non trova applicazione. Altro caso è quello del lavoratore che cessa il proprio rapporto di lavoro entro il 31 dicembre 2023 e che, nel corso del 2024, riceve le ultime competenze. In questa fattispecie, l’esonero nel 2024 non trova applicazione. Stesso discorso vale in caso di continuità del rapporto di lavoro, con l’esonero che nel 2024 non può essere applicato agli emolumenti, anche se questi sono riferiti all’annualità pregressa.