Nuovi capannoni Fileni nel riminese, nasce un comitato: “Basta allevamenti, bonificare l’area”

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In Alta Valmarecchia è nato un comitato civico  per fermare lo sviluppo di nuovi progetti di allevamento intensivo per conto di Fileni. Per permettere al colosso di costruire 16 nuovi capannoni dove entreranno 500mila polli, al cui progetto ha partecipato un socio del sindaco, il Comune di Maiolo ha approvato una variante ad hoc

In Alta Valmarecchia è nato un comitato civico  per fermare lo sviluppo di nuovi progetti di allevamento intensivo per conto di Fileni. Per permettere al colosso di costruire 16 nuovi capannoni dove entreranno 500mila polli, al cui progetto ha partecipato un socio del sindaco, il Comune di Maiolo ha approvato una variante ad hoc, come racconta un servizio pubblicato sul numero di febbraio di Altreconomia.

I nuovi capannoni di Fileni

A partire dall’inizio del mese di gennaio 2023, alcune decine di cittadini hanno iniziato a riunirsi per studiare i documenti con cui la Regione Emilia-Romagna ha autorizzato i lavori (già in corso) per la creazione di un nuovo impianto in località Cavallara, nel comune di Maiolo, capace di produrre da solo il 10% dei polli biologici venduti in un anno in Italia.

Come racconta Luca Martinelli su Altreconomia, “Da qualche mese, lungo questa strada, in località Cavallara, è stato aperto un cantiere: nell’aprile 2022 la società marchigiana Fileni ha ottenuto dalla Regione l’autorizzazione a demolire un vecchio allevamento per polli costruito nei primi anni Settanta e inattivo almeno dal 2009 per realizzarne uno nuovo. Al posto dei 13 capannoni a tre piani, in parte crollati con la nevicata eccezionale del gennaio e febbraio 2012, sorgeranno 16 nuovi “grattacieli orizzontali” a un piano: definizione coniata nel 1981 dal poeta e sceneggiatore Tonino Guerra, nato nella vicina Santarcangelo di Romagna e vissuto in Alta Valmarecchia, per descrivere gli allevamenti che deturpavano le colline romagnole”. Le strutture saranno lunghe tra i 107 e i 122 metri, con altezza variabile tra i 4,38 e i 4,63. Secondo i dati presentati da Fileni nell’ambito della procedura di Valutazione dell’impatto ambientale (Via), in un anno ospiteranno almeno mezzo milione di polli e arriveranno a produrre annualmente circa 2.022 tonnellate di carne avicola.

La rabbia dei cittadini

“Siamo preoccupati per un intervento, di cui nessuno ha finora informato i cittadini che come noi ne erano completamente all’oscuro, che – precisa il Comitato – riporterebbe la valle indietro di cinquant’anni, con problematiche ambientali e paesaggistiche di grande impatto sul territorio (questi impianti intensivi sono considerati per legge nocivi) a cominciare dalle pesanti emissioni di ammoniaca e di metano, con effetti negativi sulla qualità dell’aria e sul riscaldamento globale, a cui si aggiungono le criticità legate agli sversamenti nel fiume e nelle falde acquifere, all’approvvigionamento idrico, alla viabilità e traffico e l’elenco potrebbe continuare”.

L’area interessata è posta al confine con alcune frazioni del comune di San Leo, Novafeltria e Talamello ed è a ridosso del fiume Marecchia ed è su queste località che si riverseranno tutte le problematiche legate al nuovo impianto senza contare che l’intera Valmarecchia in ogni caso ne sarà suo malgrado coinvolta.

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Va altresì ribadito – aggiungono i promotori – che un allevamento intensivo per polli (l’azienda è stata autorizzata al momento solo a produrre polli ma la stessa potrebbe chiedere l’autorizzazione anche per altri animali) proprio sotto la rocca e il borgo medievale di San Leo cozza profondamente anche con l’immagine dell’Alta Valmarecchia che tanti operatori turistici, agricoltori, categorie, associazioni di cittadini, enti pubblici e privati stanno costruendo, la stessa che i nostri amministratori propagandano scegliendo claim come ‘paesaggi da vivere’ nei documenti ufficiali tra cui quelli della ‘Strategia nazionale aree interne’, quelli del ‘Piano strategico della Valmarecchia’ nel cui ambito è stato sottoscritto il ‘Contratto di fiume’ da tutti i sindaci della valle, da Rimini a Casteldelci”.

Secondo il comitato, non regge nemmeno la promessa di nuovi posti di lavoro in Alta Valle: i documenti ufficiali spiegano che l’intero allevamento, che ogni anno arriverà a produrre almeno mezzo milione di animali, vedrà la presenza di 3 addetti.

La risposta del sindaco

Contattato dal giornalista di Altreconomia, il sindaco di Maiolo, Marcello Fattori, difende però la scelta: “Avevo sul territorio capannoni pieni di pollina (deiezioni, ndr) dal 2012. Il sito va bonificato e così ho accolto la proposta dell’azienda anche se non ho difficoltà ad ammettere che rifare un allevamento di polli non è l’ambizione della vita. Sto bonificando un sito in stato d’abbandono e non avrei mai trovato nessuno che potesse rinaturalizzare quell’area”. Ma, spiega al Salvagente, Luca Martinelli, mentre il progetto Fileni costerà 8,5 milioni, al Comune ne sarebbero bastati 1,5 (70-90 mila per abbattere e bonificare il singolo capannone, secondo quanto riferitogli dal sindaco stesso) per ripristinare l’area senza doverla destinare a nuova produzione. I fondi, avrebbero potuti essere ottenuti da quelli per le politiche di coesione, o per le aree interne.

Il socio che ha partecipato alla progettazione

Invece si è preferita questa strada. In cui, tra l’altro si trova anche un possibile conflitto d’interessi. “Un geometra, socio del suo studio associato – scrive Altreconomia – ha partecipato in proprio all’attività di elaborazione del progetto Fileni, come si evince dagli atti pubblicati da Regione Emilia-Romagna. Per rendere possibile l’investimento, la sua amministrazione ha invece votato una modifica al piano regolatore comunale, che per gli allevamenti ammetteva “esclusivamente interventi di manutenzione or- dinaria e di demolizione senza ricostruzione”, incompatibili con il progetto proposto. Una variante, si spiega, ‘funzionale all’autorizzazione del progetto in oggetto’, come ritorna più volte nella procedura di valutazione d’impatto ambientale”.

“Una vertenza di carattere nazionale”

Crediamo che questa vertenza non sia locale ma regionale e nazionale, è risaputo che gli allevamenti intensivi di polli in Italia sono già troppi e vanno ridotti, senza poi tener conto dei limiti messi in evidenza dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, dalle crisi pandemiche basti citare la ben nota epidemia di influenza aviaria con continua ecatombe di pennuti. Dunque diciamo no agli impianti intensivi non solo in Valmarecchia ma ovunque” spiega il neonato comitato con una nota.

La prima assemblea del comitato


Per informare i cittadini, sabato 11 febbraio alle ore 20,30, a Novafeltria, presso il Teatro Sociale, il comitato ha promosso un’assemblea cittadina in cui sarà presentato il progetto e sarà possibile intervenire, porre domande e ascoltare le testimonianze di chi già vive nei pressi di un allevamento intensivo Fileni. Parteciperà, infatti, Andrea Tesei, presidente del Comitato per la Vallesina (comune di Jesi, provincia di Ancona). Tra i relatori è stata chiamata anche la giornalista della trasmissione di Rai 3 “Report” Giulia Innocenzi, autrice dell’inchiesta sugli allevamenti biologici di Fileni andata in onda il 9 gennaio 2023. Gli altri relatori sono il dottor Lorenzo Menghini, medico oncologo, il professor Riccardo Santolini, Ecologo che insegna all’Università di Urbino, l’architetto Massimo Bottini, presidente di Italia Nostra Valmarecchia. Introduce e modera Luca Martinelli, giornalista di “
Altreconomia”.