Effetto domino, il nostro test su 15 frollini

frollini

Abbiamo portato in laboratorio 15 frollini di marchi differenti, i più venduti sul mercato. E tra pesticidi, acrilammide, zucchero e sale il rischio che si corre è di cominciare male la giornata già dal primo pasto. Ma l’alternativa c’è: nel nostro test 2 i biscotti “eccellenti” e ben 4 gli “ottimi”

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Chi ben comincia è già a metà dell’opera. Ovvero, iniziare la giornata con una buona colazione aiuta a mantenerci in forma e in salute. Il rischio, però, è che la classica colazione con latte e frollini possa innescare un effetto domino travolgendo l’intero equilibrio nutrizionale della giornata. Zucchero e sale in eccesso, acrilammide e qualche pesticida: è quello che abbiamo trovato in alcuni dei 15 campioni di biscotti da colazione che abbiamo portato in laboratorio.

Abbiamo testato: GALLETTI Barilla, FROLLINI Carrefour, Colussi Il granturchese, FROLLINI Conad, Coop, Dolciando (Eurospin), Esselunga, Galbusera buoni così, Gentilini Novellini, FROLLINI I Tesori del forno (Todis), Le Bon (Md), Misura Dolcesenza senza zuccheri aggiunti, NaturaSì Novellini, Real Forno (Lidl) e Saiwa Oro classico

 

Nessuna sorpresa per le micotossine: in questa prova tutti i prodotti hanno ottenuto un punteggio eccellente a dimostrazione del fatto che la scelta della materia prima (così come il procedimento di stoccaggio e trasporto) è diventata più accurata tanto da evitare, come accadeva spesso in passato, la profilerazione di funghi e muffe. Semmai qualche problema può essere segnalato per il Don, la micotossina particolarmente problematica per i bambini. Pur non essendo alimenti per la prima infanzia, infatti, va detto che in un caso abbiamo misurato valori superiori a quelli previsti per i più piccoli. Per legge questi limiti valgono solo fino ai tre anni d’età, ma è opinione comune che i bambini di tre anni e un giorno non possano essere considerati come adulti.

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Guardando i risultati dell’acrilammide, poi, è evidente quanto sia ancora lunga la strada che le aziende devono compiere per tenere sotto controllo questo contaminante di processo che si sviluppa naturalmente nel corso della cottura di alimenti che contengono amido. 

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Stesso discorso per i pesticidi: solo un terzo dei frollini (di cui uno biologico, quello NaturaSì) non ne contiene nessuna traccia residua. Infine il confronto della composizione nutrizionale e degli ingredienti dei 15 campioni. Sotto il primo profilo, salta agli occhi l’eccesso di sale e zucchero. Meglio per le fibre: alcuni dei protagonisti della prima colazione (Misura, Saiwa, NaturaSì) ne apportano la giusta quantità per contrastare i problemi digestivi, contenere il colesterolo cattivo e regolare il livello di zuccheri nel sangue. Effetti benefici che saranno maggiori se anche gli altri pasti della giornata conterranno cibi a elevato apporto di fibre. 

Il giallo degli ingredienti dei frollini

Più della metà dei frollini non annovera nella sua ricetta nessun ingrediente sospetto, pur essendo i biscotti alimenti ultra-processati per eccellenza. C’è ancora qualche azienda – Eurospin, Conad, Lidl, Todis e MD – che utilizza l’olio di palma mentre qualcuno opta per quello di colza (è quanto dichiara in etichetta Mulino Bianco con la dicitura “oli e grassi vegetali (girasole, mais e soia).

Ci fa sapere però Barilla di aver sempre utilizzato nelle sue ricette dei Galletti solo olio di girasole. E in generale mai il colza.

Perché allora tra gli ingredienti compaiono anche altri oli vegetali?

Per effetto – dicono dalla Barilla – della circolare ministeriale che dà la possibilità di indicare l’intera lista degli oli potenzialmente presenti, a prescindere da quelli realmente utilizzati. La circolare (11 marzo 2022) è quella che nell’ambiente viene chiamata circolare Ucraina e dà alle aziende più flessibilità a fronte della scarsità di olio di girasole e a questa si è attenuta Barilla, a quanto ci comunica. Spiegando che “da quando la crisi è rientrata, le nostre etichette sono già state tutte adeguate e adesso riportano gli oli esatti; saranno a scaffale nelle prossime settimane”. In ogni caso, conclude l’azienda, “non è mai stato utilizzato olio di colza e tutte le informazioni sono sulla pagina i nostri oli sito web di Mulino Bianco”.

Se Barilla sta tornando alle indicazioni più precise, resta da capire quando lo faranno tutti gli altri marchi, assieme alla considerazione, nostra, che ancora oggi il consumatore non è in grado di sapere con precisione quali oli vegetali sono davvero utilizzati

Non manca, poi, chi ha sostituito lo zucchero con gli edulcoranti. Non va dimenticato, però, che l’assunzione di maltitolo (e sciroppo di maltitolo) non è priva di possibili effetti collaterali. In particolare, questi sostituti dello zucchero possono causare dolori di stomaco e produzione di gas intestinali. Inoltre possono esercitare un effetto lassativo tale da portare a episodi di diarrea.

Cosa abbiamo trovato nel test

I 15 campioni di frollini hanno dovuto superare diverse prove. In laboratorio, innanzitutto, abbiamo ricercato le micotossine, la presenza dei pesticidi e la concentrazione di acrilammide. Gli stessi campioni, poi, sono stati valutati da un punto di vista nutrizionale e degli ingredienti, confrontando le informazioni disponibili in etichetta.

Sale

Anche i frollini hanno il sale: in piccole quantità ma la sua presenza in alimenti insospettabili, come appunto i dolci, potrebbe essere sottovalutata. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità non si dovrebbero mai superare i 5 grammi di sale al giorno: i nostri biscotti contengono in media 0,72 grammi di sale ogni 100 grammi… più o meno 0,05 grammi per un biscotto di circa 7 grammi. A ognuno i suoi conti.

Zucchero

Se è vero che le dosi di zucchero giornaliere consigliate dall’Oms sono più alte di quelle del sale (25 grammi), è anche vero che i frollini ne sono ricchi. Il campione meno zuccherato è quello di NaturaSì mentre quello più dolce è il frollino di Carrefour. Per i biscotti Misura e quelli Galbusera, abbiamo sommato il contenuto di zuccheri e quelli di polioli.

Fibre

In una dieta equilibrata dovremmo assumere quotidianamente almeno 30 grammi di fibre. Di queste poco meno della metà – tra gli 8 e i 12 grammi – dovrebbero provenire dal primo pasto della giornata. Per raggiungere questa dose consigliata a colazione si dovrebbero però mangiare tanti frollini, ben oltre la porzione consigliata.

Ingredienti sgraditi

Sette frollini su 15 non contengono nessun ingrediente sgradito. Nella altre ricette appaiono olio di palma o di colza, difosfato disodico e alcuni edulcoranti come il maltitolo e lo sciroppo di maltitolo. Questi ultimi possono causare dolori di stomaco e produzione di gas intestinali. Inoltre possono esercitare un effetto lassativo tale da portare a diarrea (Galbusera, è l’unico ad avere un’avvertenza di questo tipo in etichetta). Il difosfato disodico (che troviamo nei biscotti Galbusera) appartiene alla famiglia dei fosfati e polifosfati: questi additivi sono accusati di ostacolare l’assimilazione del calcio così importante nella crescita dei più piccoli. Più precisamente, questi fosfati trattengono il calcio, ma anche il magnesio e il ferro, ostacolandone l’assimilazione nel nostro organismo. Un aspetto ancora più preoccupante per i giovani consumatori, tanto che i polifosfati sono vietati negli alimenti per l’infanzia, il baby food da 0-3 anni: i frollini che abbiamo analizzato non rientrano in questa categoria ma possono essere considerati a tutti gli effetti biscotti “familiari” e la presenza di questo additivo è certamente penalizzante. Sull’olio di palma e di colza abbiamo scritto tantissimo: sul primo pesa il sospetto di far aumentare in modo significativo la concentrazione di grassi nel sangue, dal colesterolo ai trigliceridi. L’olio di colza, invece, è finito nel mirino dell’Efsa a causa dell’acido erucico: test condotti su animali evidenziano che l’ingestione di oli contenenti acido erucico può portare nel corso del tempo a una malattia del cuore chiamata lipidosi del miocardio.

Acrilammide

L’acrilammide è un contaminante di processo che si forma naturalmente negli alimenti amidacei durante la normale cottura ad alta temperatura. La principale reazione chimica che ne è la causa è nota come “reazione di Maillard”, la stessa che conferisce ai cibi l’aspetto abbrustolito e li rende più gustosi. Questa sostanza è presente in diversi alimenti: dai prodotti fritti a base di patate alle fette biscottate, ai biscotti passando per il pane morbido e i cracker. Nonostante l’acrilammide sia stata classificato nel gruppo 2A dalla Iarc dell’Oms come “probabile cancerogeno per l’uomo” e l’Efsa ne raccomandi l’assenza, non esiste un vero e proprio limite di legge, ma solo delle soglie – periodicamente riviste al ribasso – alle quali le aziende alimentari devono tendere per tenere sotto controllo la sostanza tossica. Presto le cose potrebbero però cambiare, in meglio (per consumatori) e arrivare una stretta più rigida. Supera la soglia solo un campione, quello dei novellini Gentilini.

Don

In laboratorio abbiamo cercato anche la micotossina deossinivalenolo, nota come Don, la “vomitossina” particolarmente pericolosa per i bambini: tutti i campioni sono al di sotto del limite di legge previsto per gli adulti (500 mcg/kg) ma in un campione di frollini, quello a marchio Conad, la concentrazione supera il limite previsto per i bambini sotto i tre anni (200 mcg/kg). Vale la stessa osservazione fatta sui fosfati: se il consumo è familiare e ci sono bambini in casa, è bene prestare attenzione a questo valore.

Altre micotossine

In questa prova tutti i campioni hanno avuto un giudizio eccellente dal momento che le analisi non hanno rilevato concentrazioni preoccupanti delle micotossine cercate.

Pesticidi

In due terzi del campione, le analisi hanno rilevato la presenza di pesticidi. La performance peggiore è quella di Carrefour in cui contiamo la presenza contemporanea di 4 molecole residue. Il piperonyl butoxide è una sostanza di cui si sa ancora poco, sia per quanto riguarda la sua azione in combinazione con altre sostanze tossiche, sia per la sua capacità di favorire tumori o altre malattie degenerative a lunga latenza (ossia, legate a piccole esposizioni ma ripetute e prolungate nel tempo). La deltametrina, invece, è associata a un eccesso di rischio del 48% della leucemia linfocitica cronica. Il pirimiphos methyl e la cypermethrin sono due insetticidi: il primo è sospettato di essere interferente endocrino mentre la cypermethrin è valutata come possibile cancerogeno per l’Epa, l’Agenzia per la protezione ambientale statunitense. Meglio evitarla.