Come leggere l’Inci, la lista degli ingredienti dei prodotti di bellezza e per l’igiene personale. La nostra guida per riconoscere le sostanze da evitare nei cosmetici
La produzione nel mondo di articoli cosmetici (detti anche “beauty”) ha un fatturato stimabile in 400 miliardi di dollari. In Italia, questo settore vale almeno 12 miliardi di euro e spinge il Made in Italy nel mondo.
Assolombarda e Cosmetica Italia hanno dato vita all’Osservatorio Cosmetica, per monitorare meglio la tendenza e la qualità di questo mercato, e promuovere il valore economico della filiera, sostenendone la competitività sui mercati internazionali.
Numerose riflessioni sono emerse nel corso dell’evento Milano Beauty Week, dal 3 all’8 maggio scorso.
“Ogni giorno dagli stabilimenti del nostro territorio ha affermato Renato Ancorotti, presidente Cosmetica Italia – partono cosmetici che raggiungono i mercati di tutto il mondo, dove vengono apprezzati e riconosciuti per la loro qualità, sicurezza e creatività. Con un sistema economico che genera un fatturato di oltre 33 miliardi di euro e circa 400mila occupati, la filiera cosmetica gioca un ruolo strategico per l’economia del nostro Paese; Milano Beauty Week ci offre l’opportunità di raccontare, valorizzare e promuovere il dietro le quinte di un settore che vive ‘pelle a pelle’ col consumatore e che rappresenta un fiore all’occhiello del Made in Italy”.
Un mercato variegato, dove spesso è difficile muoversi e scegliere con attenzione prodotti che non siano nocivi o dannosi per l’organismo, in particolare la pelle.
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Le norme sui cosmetici
La normativa di riferimento nell’Unione europea, e quindi anche in Italia, è il Regolamento (CE) n. 1223/2009 e successivi del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 novembre 2009 sui prodotti cosmetici.
Il Regolamento (CE) n.1223/2009 disciplina, in particolare, gli aspetti relativi alle buone pratiche di fabbricazione, alla composizione dei prodotti cosmetici e alla presentazione (intendendosi per presentazione l’etichettatura, il confezionamento ed ogni altra forma di rappresentazione esterna del prodotto), alla valutazione della sicurezza, alla sperimentazione animale, agli adempimenti necessari per la immissione sul mercato di prodotti cosmetici e alle informazioni sugli effetti indesiderabili gravi.
Per poter classificare un prodotto come prodotto cosmetico, quindi, è fondamentale considerare:
- La formulazione;
- Il sito di applicazione;
- La funzione del prodotto.
Cos’è l’Inci dei cosmetici
Tuttavia esiste anche un altro indicatore importante per valutare la qualità di un cosmetico. Parliamo dell’Inci, acronimo di International Nomenclature of Cosmetic Ingredients. È l’elenco degli ingredienti cosmetici espresso secondo una nomenclatura standard.
Dal 1997 è obbligatorio che ogni cosmetico immesso sul mercato riporti sulla confezione l’elenco degli ingredienti in esso contenuti usando la denominazione Inci.
L’adozione della lista degli ingredienti dei prodotti cosmetici, da elencare attraverso l’impiego del codice Inci, rappresenta un’utile informazione per la tutela del consumatore. Lo scopo del codice Inci è infatti prioritariamente quello di permettere alle persone portatrici di allergie di identificare facilmente la presenza della sostanza alla quale sono allergiche all’interno del prodotto prima del suo impiego, in qualunque parte d’Europa (e spesso del mondo) si trovino.
Leggere le etichette e capire l’Inci dei cosmetici
Trattandosi di prodotti che agiscono direttamente sul corpo, è importante una corretta lettura dell’Inci. Ecco le regole di interpretazione:
- Ordine degli ingredienti.Sono elencati in ordine di quantità a decrescere, dall’ingrediente più presente scorrendo fino al meno presente;
- Nomenclatura degli ingredienti.
I nomi degli ingredienti sono indicati in inglese. Le scritte in latino si riferiscono ai componenti vegetali presenti nella farmacopea. Gli ingredienti naturali provenienti da agricoltura biologica sono designati con un asterisco sull’Inci (*).Non sono inoltre considerate ingredienti le impurità contenute nelle materie prime né le sostanze tecniche secondarie usate nella fabbricazione, ma che non compaiono nella composizione del prodotto finito.
Sostanze che possono produrre allergie o intolleranze
Ci sono ingredienti autorizzati, che potrebbero provocare allergie e intolleranze, come i siliconi, i parabeni e petrolati. Sono presenti in prodotti come shampoo, bagnoschiuma, creme per il viso e per il corpo, creme solari e anche prodotti per i bambini.
Come capire se gli ingredienti sono sconsigliabili o meno?
Una volta prese le informazioni dall’etichetta, consigliamo di consultare il Semaforo dei cosmetici stilato dal Salvagente (clicca qui) dove potrete inserire l’ingrediente per ottenere informazioni sulle sue eventuali potenziali tossicità e sulla possibile ecosostenibilità.
Altra fonte interessante è il Biodizionario.it: una volta inserito l’ingrediente, vi appariranno dei pallini di diverso colore. Ecco il loro significato:
- Due pallini verdi significano che l’ingrediente è promosso.
- Un pallino verde vuol dire che è accettabile.
- Un pallino giallo indica che la sostanza è dubbia.
- Un pallino rosso vi sconsiglia dall’utilizzo dell’ingrediente.
- Due pallini rossi quando l’ingrediente è inaccettabile e da evitare.