Efsa: così deve migliorare il benessere animale negli allevamenti di suini

EFSA SUINI

Le condizioni dei suini negli allevamenti – soprattutto in quelli intensivi – non sono assolutamente sicure né per la salute degli animali, né per quella degli esseri umani che si nutrono dei derivati. Il nuovo documento Efsa

Le condizioni dei suini negli allevamenti non sono tutte uguali. Infatti, negli allevamenti intensivi le attività sono pensate per aumentare la resa il più possibile, mentre il benessere animale è spesso ignorato o messo in secondo piano. In Italia le normative stringenti e i controlli fanno sì che gli stessi allevatori applichino delle misure di emergenza per evitare stress agli animali o danni all’ambiente. Come sono trattati gli animali negli allevamenti intensivi e chi valuta il benessere degli animali? Facciamo chiarezza.

Come vengono trattati gli animali negli allevamenti intensivi

Le condizioni dei suini negli allevamenti intensivi sono precarie. In queste strutture si cerca di ridurre il più possibile il tempo di crescita dell’animale e gli spazi sono notevolmente ridotti.

La promiscuità fa sì che si crei l’ambiente ideale per delle malattie degli animali, per cui spesso si utilizzano ancora antibiotici in modo massivo. In alcuni casi, non c’è illuminazione, oppure c’è l’illuminazione a giorno anche di notte, in base alle esigenze di produzione. Secondo l’Istat, 8 milioni di suini vivono in queste condizioni atroci e rischiano anche di mordersi a vicenda per lo stress e per la mancanza di spazio.

Chi valuta il benessere animale

L’European food safety authority o Efsa è l’autorità europea che si occupa della salute degli animali e della loro sicurezza alimentare all’interno dell’Unione europea. In Italia la competenza è del ministero delle Politiche agricole, con i Carabinieri Forestali e i Nas quando si parla di allevamenti che portano poi alla produzione di cibo. In più, nel nostro paese ci sono consorzi ed enti di certificazione e controllo per le denominazioni di origine controllata o l’indicazione geografica del prodotto. Il benessere dell’animale è fondamentale per capire poi quali caratteristiche avrà il prodotto alimentare finale e non solo.

Quali sono i principali elementi che definiscono il benessere animale

Il benessere animali si definisce in base ai bisogni principali dell’animale e a come vengono soddisfatti. Negli allevamenti intensivi, la fame e la sete vengono soddisfatte al minimo, mentre il bisogno di muoversi non viene soddisfatto. Anche il sonno può non essere garantito. Spesso, la possibilità di vita non viene soddisfatta, con una prospettiva di vita di massimo 1-2 anni, il tempo strettamente necessario per avere un maiale delle dimensioni giuste per poter andare al macello.

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Non si va a vedere solo questo. Infatti, il benessere animale si definisce anche in base ai sintomi che l’animale può avere: se sta fisicamente bene, oppure se ha malattie o ferite e come vengono curate quando ci sono. Infine, i veterinari che si occupano dei controlli si rendono conto anche del comportamento dell’animale.

Cosa ha detto l’Efsa

Gli esperti dell’Efsa hanno pubblicato un rapporto sulle condizioni degli animali che hanno riscontrato e alcune strategie per rispondere le criticità. La prima raccomandazione è dare più spazio agli animali, per dare loro possibilità di movimento, ma anche stimoli per ridurre lo stress. In più, è importante evitare le gabbie parto, dove le scrofe sono rinchiuse solo a scopo riproduttivo.

Invece, per i suini maschi, sarebbe da preferire la castrazione chimica con antibiotici e analgesici a quella fisica senza anestesia, come l’Autorità europea per il controllo animale ha riscontrato. Il rapporto è stato realizzato in vista di una proposta di legge alla Commissione europea in programma nel 2023.