Il reato si commette quando si accusa ingiustamente qualcuno di fronte a un pubblico ufficiale. La calunnia prevede il risarcimento danni, sia morali che patrimoniali. Ecco come ottenere giustizia
Commettere un reato di calunnia è molto più facile di quanto si pensi e le conseguenze, come la richiesta di un risarcimento danni, sono tutt’altro che piacevoli. Per prima cosa chiariamo il concetto di calunnia, ossia un’azione che accusa in maniera del tutto ingiusta un altro soggetto. La persona offesa si trova pertanto nella condizione di difendersi da qualcosa che non ha compiuto.
Ciò che cambia sensibilmente le cose è il luogo in cui avviene la calunnia, poiché il fatto deve avvenire di fronte a una qualunque autorità giudiziaria. Attenzione dunque a non confondere la calunnia con la diffamazione, che invece può avvenire anche in un luogo non preposto alla presenza di un’autorità giudiziaria.
Ricordate dunque che, qualora doveste accusare una persona di un reato che non ha commesso, davanti a un pubblico ufficiale, sarete imputabili dell’accusa di calunnia.
Reato di calunnia e risarcimento danni
La persona offesa potrà richiedere il risarcimento dell’eventuale danno subito. Ovviamente non bastano le parole, per quanto siano importanti, ma si dovrà dimostrare che si è trattato di un’azione dolosa, pertanto agita con la volontà di danneggiare la vittima, che avrà l’onere di doverlo dimostrare.
Solo successivamente o contestualmente, si potrà procedere con la richiesta di risarcimento danni. A quanto ammonta il risarcimento e come procedere? A seconda delle prove prodotte durante il procedimento penale, si andranno a differenziare due tipologie di risarcimento danni in caso di calunnia, ossia per danni morali o per danni patrimoniali.
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Da precisare che l’uno non esclude l’altro, vero è che, mentre il danno patrimoniale risulta decisamente più semplice da quantificare perché parliamo di numeri e di termini prettamente economici, il danno morale richiede diverse riflessioni poiché legato alla ricaduta che la calunnia ha prodotto nella vita dell’individuo, ad iniziare dalla sfera sociale.
L’importo del risarcimento danni verrà stabilito in sede legale e non verrà quantificato dal soggetto, bensì durante il procedimento. La competenza dunque sarà sempre e soltanto del giudice che sarà investito dall’obbligo di procedere con la corrispondenza del danno cagionato e delle sue conseguenze in termini economici.
Un aspetto molto importante è la prescizione, particolarmente lunga quando si parla del reato di calunnia. Parliamo infatti di dieci anni, calcolati solo ed esclusivamente dal momento in cui il giudice viene a conoscenza del fatto, ossia della querela e dell’ingiusta accusa.
Non è possibile dunque stabilire una corrispondenza tra danno ricevuto e importo da risarcire, in quanto solo il giudice può individuare e valutare.