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A che età fare la prima visita urologica

Di
Redazione
-
13 Agosto 2022
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    VISITA UROLOGICA

    Benché la cultura popolare sia portatrice dell’idea che questi controlli siano per uomini “di una certa età”, numerose evidenze dimostrano che per una corretta prevenzione sarebbe opportuno fare la prima visita urologica intorno ai 40 anni.

    Diverse ricerche hanno ampiamente dimostrato che numerose patologie, benigne e maligne, vedano il loro esordio proprio in questa fascia di età. Alcuni dati? L’iperplasia prostatica benigna ha un’incidenza compresa tra il 5-10% negli uomini di 40 anni; la prostatite, viceversa, colpisce gli uomini di età compresa tra i 30 e i 50 anni, con un picco intorno ai 40. I tumori del testicolo sembrano la tipologia di tumore più frequente nel genere maschile fino ai 50 anni, aggirandosi intorno al 12% dei tumori riscontrati in questa fascia d’età.

    Urologia e prevenzione: perché sono importanti i controlli periodici

    Sottoporsi a controlli precoci e frequenti consente la diagnosi e il conseguente tempestivo intervento di una serie di patologie. Le principali patologie riscontrate durante una visita urologica sono:

    • iperplasia prostatica benigna (adenoma della prostata): si tratta di una patologia non tumorale correlata all’ingrossamento della prostata, che raggiunge da 2 a 3 volte le dimensioni ritenute normali;
    • prostatite, ovvero l’infiammazione della prostata. Può essere causata da infezioni da agenti patogeni (batteri) o comportamenti scorretti nello stile di vita (alimentazione non equilibrata, scarsa idratazione, funzione intestinale irregolare, pratica del coito interrotto, stile di vita sedentario);
    • cancro alla prostata,  il tumore più frequente nel’uomo dopo il tumore del polmone. La diagnosi richiede l’integrazione di due elementi diagnostici: visita urologica con esplorazione digito-rettale e dosaggio del PSA.
    • disfunzione erettile (DE), l’incapacità di ottenere e/o mantenere un’erezione sufficiente a permettere un rapporto sessuale soddisfacente.
    • calcolosi urinaria, causata dalla formazione di cristalli contenuti nelle urine che precipitano e si aggregano, causando l’insorgenza di coliche renali;
    • infertilità di coppia, la mancanza di concepimento dopo 12 mesi di rapporti sessuali non protetti, centrati nei giorni fecondi del ciclo femminile. Nel 50% dei casi la problematica riguarda l’uomo.

    In cosa consiste la visita urologica?

    In genere, una visita urologica specialistica ha inizio con l’anamnesi (valutazione dello stato generale di salute, patologie pregresse, familiarità con patologie urologiche).

    In seguito, si passa all’esame obiettivo urologico che prevede l’osservazione dell’addome superiore e della parte bassa della schiena per individuare eventuali anomalie, ad esempio gonfiori.

    Nel caso degli uomini, per verificare la consistenza della prostata e la presenza di eventuali anomalie, viene eseguita l’esplorazione rettale. Questa indagine è fondamentale in particolare per la diagnosi precoce del cancro alla prostata.

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    Quando e ogni quanto farla?

    Come abbiamo detto, il cut-off per la prima visita urologica si colloca in genere intorno ai 40 anni di età, ma è sempre bene fare una visita anche in altri periodi della vita (ad esempio, già durante la pubertà). In particolar modo, è bene rivolgersi ad uno specialista nel caso in cui siano presenti alcuni tra questi sintomi:

    • disturbi del basso apparato urinario (ad es. difficoltà ad urinare, minzione frequente, urgenza ad urinare, dolore alla minzione e dolori pelvici e/o lombari;
    • ematuria (sangue nelle urine)
    • deficit erettile;
    • colica renale;
    • incontinenza urinaria.

    In quanto alla frequenza, questa potrà variare principalmente in funzione di quanto indicato dallo specialista, che terrà conto di eventuali fattori di rischio come obesità, fumo o familiarità con patologie urologiche (come il tumore alla prostata).

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