Chiedere e ottenere un risarcimento in caso di malasanità non è impresa facile. Si tratta di un accurato lavoro di verifica e raccolta dati. Una recente sentenza ha stabilito che a medici e sanitari non basta attenersi alle linee guida di un ospedale.Â
È sempre bene ricordare che la salute è un diritto di tutti, tutelato dall’articolo 32 della Costituzione, che garantisce e a tutti i cittadini, in condizioni di uguaglianza, l’accesso universale all’erogazione equa delle prestazioni sanitarie.
I principi sono giusti. La realtà è un’altra: il nostro Ssn è appesantito da una macchina amministrativa spesso lenta (le liste d’attesa infinite, l’inefficienza dei servizi, i viaggi della speranza,..). E a volte ci si mette anche lo spoil system tramite il quale la politica decide chi deve occupare i posti di comando nelle Asl e strutture sanitarie, a scapito del merito. Corruzione e scarsa trasparenza hanno anche come conseguenza il fiorire di casi di malasanità .
Secondo Trasparency International Italia, tra inizio 2020 e aprile 2021, nel nostro Paese sono stati riportati dai media 132 casi di corruzione nell’ambito sanitario/farmaceutico. Nel 2016 Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) denunciava il malcostume diffuso: in Italia si ruba in una Asl su tre e la cosa grave è che il 77% dei manager sanitari lo sa.
Un sistema siffatto si regge sulle regole corporative, mosse da un processo che porta a cascata a scaricare sempre più in alto le responsabilità , finché nessuno alla fine risulta essere responsabile. Accade quando esplodono casi di malasanità e il paziente vittima si trova intrappolato negli ingranaggi di questo apparato. Perciò difendersi e tutelare i diritti come malato non è semplice. Tra i vari organi di difesa esiste il Tribunale per i diritti del malato (Tdm), un’iniziativa di Cittadinanzattiva.
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Come ottenere un risarcimento in caso di malasanità ?
Lo Studio Cataldi riporta le ultime novità giuridiche in materia, che risalgono alla fine del 2021.
Marco Sicolo cita la sentenza della Corte di Cassazione, la numero 37617 del 2021, riguardo un caso di malasanità in ospedale che ha portato sul banco degli imputati un ginecologo. Il medico si è difeso sostenendo di aver rispettato le linee guida ospedaliere. Ma la Suprema Corte ha stabilito che questo non è sufficiente e non lo dispensa dalle responsabilità e dal risarcimento del danno.
I giudici hanno così sentenziato:
“Il formale rispetto delle linee guida vigenti presso il nosocomio non poteva (e non può) considerarsi esaustivo ai fini dell’esclusione della responsabilità del ginecologo… le linee guida … costituiscono invece raccomandazioni di massima che non sollevano il sanitario dal dovere di verificarne la praticabilità e l’adattabilità nel singolo caso concreto“.
Le linee guida ospedaliere possono fornire ai medici solo delle indicazioni di massima, ma questi sono in ogni caso tenuti a valutare l’idoneità delle condotte in esse indicate in relazione al caso concreto che li occupa. Quindi, rispondono personalmente in caso di malasanità .
Il principio di questa decisione giuridica si fonda sulla legge Gelli-Bianco del 2017.
Quando si può dire che è malasanità ?
Secondo le statistiche ufficiali, i reparti dove si verificano più sinistri sono ortopedia e traumatologia (20,3%), chirurgia generale (12,9%), nei pronto soccorso (12,6%) e in ostetricia e ginecologia (10,9%). I casi di malasanità si manifestano con:
- Interventi chirurgici eseguiti male (38,4% dei casi);
- Diagnosi non corrette che portano un danno al paziente (20,7%);
- Terapie sbagliate (10,8%);
- Infezioni che si verificano negli ospedali o al pronto soccorso (6,7%).
Molti decessi sono causati da inadempienza o da un errore di medici o personale sanitario. È stato calcolato il tasso di mortalità evitabile, cioè il numero di decessi che potevano essere impediti con cure appropriate. In Trentino questo valore si attesta a 50,81 su 100mila abitanti). In Campania si registra il dato peggiore, che sale a 89,93.
Medici sotto stress: il caso di Taranto
Ricordiamo che recentemente un medico, Giovanni Buccoliero, è morto di infarto all’ospedale di Manduria (Taranto) dopo 24 ore continuative di servizio. Molti sanitari sono costretti a straordinari e a sforzi inaccettabili che non fanno bene ai pazienti e ai professionisti stessi.
Malasanità : come richiedere un risarcimento danni?
In generale, richiedere e ottenere un risarcimento in caso di malasanità è un processo lungo e complesso. Helpconsumatori.it illustra questo percorso. Quando si verifica un episodio di malasanità è possibile chiedere un risarcimento dei danni alla struttura sanitaria intervenuta, ma preliminarmente è fondamentale saper riconoscere se è stato compiuto un errore medico con prove certe e documentazioni chiare. Per questo sarebbe meglio affidarsi a un avvocato o specialista preparato in materia.