L’approvazione del decreto Aiuti ha introdotto una stretta sul Reddito di cittadinanza: rifiutare la seconda offerta di lavoro da un datore di lavoro privato fa perdere il sostegno. Tutte le regole e a chi spetta
Uno dei temi caldi che ha determinato la crisi del governo Draghi è certamente il reddito di cittadinanza. Più un pretesto, in realtà, poiché l’accordo tra l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il premier dimissionario Mario Draghi sembrava ormai raggiunto. I promotori di questo beneficio economico continuano a difenderne l’utilità. Ma la discussione ruotava attorno al potenziamento dei Centri per l’impiego, più che sul peso della misura per le casse pubbliche.
Caduta del governo: per il momento il reddito di cittadinanza è salvo
La caduta dell’esecutivo in ogni caso porterà al disbrigo degli affari correnti di Stato, almeno fino al 25 settembre prossimo, data fissata per le nuove elezioni politiche 2022. Dopo la proclamazione degli eletti, sul tavolo del prossimo Consiglio dei ministri finiranno alcune misure urgenti le cui riforme, ora, si sono bloccate per effetto delle dimissioni del premier Draghi. Sarà un autunno caldo per Pnrr, riforma delle pensioni, ddl Concorrenza, riforma del fisco, salario minimo, reclutamento insegnanti e appunto, reddito di cittadinanza. Ma anche l’annosa questione del Superbonus e il decreto Aiuti bis, con il rinnovo del bonus 200 euro.
Diciamo subito che per ora il reddito di cittadinanza è salvo. Come salva è la proroga dello sconto benzina (che in queste ore sta calando: la verde è scesa sotto il muro dei 2 euro).
Probabilmente l’introduzione annunciata di nuovi correttivi al reddito di cittadinanza, in particolare sul fronte delle politiche attive sul lavoro, è in bilico, in attesa dell’avvio della prossima legislatura.
La novità: dopo 2 offerte di lavoro rifiutate, il beneficio decade
Qualcosa però cambierà nell’immediato. Con l’approvazione del decreto Aiuti è stata introdotta una stretta ulteriore. Ciò significa che rifiutare la seconda offerta di lavoro consecutiva a chiamata diretta da un datore di lavoro privato dovrebbe far perdere il sostegno. Questa regola valeva anche per la seconda offerta rifiutata da un Centro per l’impiego. I beneficiari del reddito di cittadinanza dopo due rifiuti ad offerte di lavoro – “congrue”, precisa il decreto – pubbliche o private, non potranno rifiutarne altre, pena l’esclusione dall’accesso al beneficio.
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Per ora, l’unico dato certo e che gli attuali percettori del reddito di cittadinanza riceveranno la prossima ricarica il 27 luglio, assieme al bonus 200 euro.
Che cos’è il reddito di cittadinanza?
Si tratta di una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale. Un sostegno economico ad integrazione dei redditi familiari e a sostegno del singolo individuo.
Il sussidio è stato istituito con il decreto legge numero 4 del 28 gennaio 2019, approvato dal governo Conte I (il governo gialloverde) e fortemente voluto dalla forza politica del Movimento 5 Stelle, che all’epoca era in maggioranza insieme alla Lega di Matteo Salvini (che oggi vorrebbe eliminarlo).
Tecnicamente si tratta di una forma condizionata e non individuale di reddito minimo garantito. Viene chiamato impropriamente reddito di cittadinanza pur essendo totalmente privo delle caratteristiche di tale reddito di base. La misura tuttora in vigore, e del cui futuro non si sa molto, in realtà non è un reddito di base, bensì un ammortizzatore sociale (prevede l’obbligo di essere assistiti da “Navigator“/Assistenti Sociali/Centro Impiego).
Piuttosto è una misura di reddito minimo garantito per via delle seguenti caratteristiche:
- non universale (viene versato solo a disoccupati, inoccupati o lavoratori che hanno una situazione economica Isee inferiore alla soglia di 9.360 euro all’anno;
- non incondizionato (ci sono una serie di obblighi, quali iscriversi a un centro d’impiego, eventualmente svolgere senza “ulteriore” compenso lavori di pubblica utilità, eventualmente accettare proposte di lavoro ritenute “congrue” da terzi, attualmente dopo due offerte rifiutate);
- non di tipo individuale (subisce variazioni in riferimento al proprio status familiare, e non può essere richiesto/erogato a ogni singolo individuo facente parte di un nucleo familiare, ma solo a un individuo rappresentante ciascun nucleo familiare);
- non automatico (viene erogato solo in presenza di idonea domanda, correlata inoltre da altri documenti/certificazioni, come l’Isee altrimenti non obbligatori per il cittadino).
Le nuove regole e come ricevere il reddito di cittadinanza
Per ricevere il reddito di cittadinanza è necessario rispettare alcune condizioni che riguardano:
- l’immediata disponibilità al lavoro;
- l’adesione ad un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale che può prevedere attività di servizio alla comunità, per la riqualificazione professionale o il completamento degli studi, nonché altri impegni finalizzati all’inserimento nel mercato del lavoro e all’inclusione sociale.
Un requisito: essere disoccupati o avere un reddito basso
Al rispetto di queste condizioni sono tenuti i componenti del nucleo familiare maggiorenni, non occupati e che non frequentano un regolare corso di studi.
Sono considerati disoccupati i lavoratori a basso reddito, ovvero i dipendenti con redditi da lavoro inferiori a 8.000 euro e i lavoratori autonomi con redditi inferiori 4.800 euro. È erogabile per 18 mesi con possibilità di rinnovo.
Chi è escluso dal reddito di cittadinanza?
Sono esclusi invece i beneficiari della pensione di cittadinanza, i beneficiari del Reddito di cittadinanza pensionati o comunque di età pari o superiore a 65 anni, nonché i componenti con disabilità (fatta salva la possibilità per i componenti del nucleo familiare disabili di richiedere la volontaria adesione a un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale).
A chi è concessa la possibilità di rifiutare più offerte di lavoro?
Possono essere esonerati in occasione della convocazione da parte dei Centri per l’impiego, anche i componenti con carichi di cura legati alla presenza di soggetti minori di 3 anni di età o di componenti del nucleo familiare con disabilità grave o non autosufficienti, ovvero i frequentanti corsi di formazione e gli occupati a basso reddito.
Dove presentare la domanda di reddito di cittadinanza?
La domanda può essere presentata accedendo alla specifica sezione del sito Inps con Pin dispositivo, oppure Spid, Cie o Cns. In alternativa, puoi essere richiesto collegandosi sul sito del ministero del Lavoro www.redditodicittadinanza.gov.it oppure presso l’ufficio postale dopo il giorno 6 di ogni mese. Infine anche tramite studi Caf o Patronato.
Per compilare la richiesta occorrono:
- documento d’identità e codice fiscale del richiedente;
- se non si è singoli, occorre il codice fiscale di tutti i componenti del nucleo familiare ed eventualmente del coniuge non residente e del figlio a carico non residente (se il figlio non è coniugato o se non ha figli o se di età inferiore a 26 anni);
- Modello Isee aggiornato.
Cosa accade una volta che la domanda viene approvata?
Una volta approvata la domanda, il beneficiario viene convocato dai Centri per l’impiego per stipulare il Patto per il lavoro. Questa chiamata dovrebbe avvenire almeno entro 30 giorni dal riconoscimento del reddito di cittadinanza.
Cosa è il Patto per il lavoro
Una volta avvenuta la convocazione, il beneficiario deve collaborare con l’operatore addetto alla redazione del bilancio delle competenze e rispettare gli impegni previsti nel Patto per il lavoro, tra i quali rientra quello di accettare almeno una di due offerte di lavoro congrue.
Ma che significa offerta di lavoro congrua?
Questo è un punto cruciale della discussione politica, e che sarà sicuramente oggetto di revisione dal prossimo governo. La congruità dell’offerta di lavoro viene definita sulla base di tre principi:
- coerenza tra l’offerta di lavoro e le esperienze e competenze maturate;
- distanza del luogo di lavoro dal domicilio e tempi di trasferimento mediante mezzi di trasporto pubblico;
- durata dello stato di disoccupazione.
Con riferimento alla durata di fruizione del Reddito di cittadinanza ed al numero di offerte rifiutate, il principio viene integrato come segue:
- Se si tratta di una prima offerta comunicata nei primi 12 mesi di fruizione del beneficio, si considera congrua un’offerta entro 100 chilometri di distanza dalla residenza del beneficiario o comunque raggiungibile nel limite temporale massimo di 100 minuti con i mezzi di trasporto pubblici;
- La seconda offerta è congrua se offre un lavoro entro 250 chilometri di distanza;
- Ovunque collocata nel territorio italiano se si tratta di terza offerta.
Dopo i 12 mesi di fruizione del beneficio è congrua un’offerta entro 250 chilometri di distanza dalla residenza del beneficiario nel caso si tratti di prima o seconda offerta. La terza si ritiene congrua da qualsiasi zona del territorio italiano.
In caso di rinnovo del beneficio è congrua un’offerta ovunque sia collocata nel territorio italiano anche nel caso si tratti di prima offerta.
Se nel nucleo familiare sono presenti persone con disabilità, la distanza non può eccedere i 100 chilometri dalla residenza del beneficiario sia per la terza offerta di lavoro che nel caso di rinnovo del beneficio.
Se nel nucleo familiare sono presenti figli minori – anche qualora i genitori siano legalmente separati – non operano le disposizioni previste in caso di rinnovo del beneficio. Inoltre, negli altri casi, con esclusivo riferimento alla terza offerta, l’offerta è congrua se non eccede la distanza di 250 chilometri dalla residenza del beneficiario.
Il Patto per l’inclusione sociale
Nel caso in cui il bisogno sia complesso, i servizi dei Comuni competenti per il contrasto alla povertà procedono ad una valutazione multidimensionale del nucleo familiare al fine di avviare il percorso di attivazione sociale e lavorativa coinvolgendo, oltre ai servizi per l’impiego, altri enti territoriali competenti. La valutazione multidimensionale è composta da un’analisi preliminare e da un quadro di analisi approfondito che mettono in luce bisogni e punti di forza della famiglia al fine di condividere con la famiglia gli interventi e gli impegni necessari a garantire il percorso di fuoriuscita dalla povertà che verranno sottoscritti con il Patto per l’inclusione sociale.
Le contraddizioni: niente lusso, gioco e scommesse, ma si possono prelevare contanti
Cosa si può pagare con il reddito di cittadinanza? Questo è un altro punto di domanda che sarà affrontato dal prossimo governo. Attualmente, con la carta gialla dove caricano il beneficio, si possono fare i seguenti movimenti e pagamenti:
- effettuare prelievi di contante entro un limite mensile di 100 euro per i nuclei familiari composti da un singolo individuo (incrementato in base al numero di componenti il nucleo);
- effettuare un bonifico mensile SEPA/Postagiro in Ufficio Postale per pagare la rata dell’affitto, in favore del locatore indicato nel contratto di locazione, o la rata del mutuo all’intermediario che ha concesso il mutuo;
- pagare tutte le utenze domestiche ed altri servizi quali, a titolo esemplificativo, le mense scolastiche, presso gli Uffici Postali (con bollettini o MAV postali) e presso tutti gli esercizi commerciali abilitati (tabaccai, i supermercati, bar, ecc.).
La carta consente inoltre l’acquisto di ogni genere di beni di consumo e servizi ad eccezione di alcune specifiche categorie. Il punto è che si può fare la spesa acquistando liberamente alcolici o prodotti non necessari. E su questo punto bisognerà in futuro riflettere.
È vietato l’utilizzo del beneficio per giochi che prevedono vincite in denaro o altre utilità nonché per l’acquisto dei seguenti beni e servizi: acquisto, noleggio e leasing di navi e imbarcazioni da diporto, nonché servizi portuali; armi; materiale pornografico e beni e servizi per adulti; servizi finanziari e creditizi; servizi di trasferimento di denaro; servizi assicurativi; articoli di gioielleria; articoli di pellicceria; acquisti presso gallerie d’arte e affini; acquisti in club privati.
Tuttavia, come dicevamo prima, si può prelevare un massimo di contante al mese, utilizzando i quali non è possibile tracciarne gli acquisti effettuati. La piaga del gioco non si azzera del tutto. E gli alcolici, in qualche modo, si possono acquistare.
Quante persone ha aiutato il reddito di cittadinanza?
Questo strumento di sostegno è stato impropriamente utilizzato dalla propaganda dei vari partiti. Si è detto che per colpa del reddito di cittadinanza, molti non accettano offerte di lavoro nella ristorazione, tema di attualità in questo momento in cui il turismo sta cercando di risollevarsi dalla crisi della pandemia prima, e dai rincari delle materie prime adesso.
È certamente un beneficio migliorabile. A marzo 2022 era percepito da 1,05 milioni di nuclei familiari con un importo medio di 581 euro. In questi tre anni il Reddito e la Pensione di cittadinanza sono costati complessivamente 23 miliardi di euro. Il 46% dei percettori del Reddito di cittadinanza sono lavoratori poveri. Nel luglio 2022 l’Istat ha sostenuto che l’Italia ha avuto “1 milione di poveri in meno grazie al reddito di cittadinanza”. Ma l’Inps ha chiarito che, a oggi, solo il 20% dei beneficiari ha un lavoro. E solo il 4% ha trovato occupazione tramite centri per l’impiego. I dati sono chiari. Il reddito di cittadinanza serve ma non funziona ancora bene.