L’aria condizionata può favorire la circolazione del Covid? Come comportarsi se viene un estraneo in casa? I medici consigliano di far circolare l’aria e adottare la funzione di ventilazione a circolo aperto. Anche perché, il pericolo indoor non è solo il Coronavirus
In questi giornia salire non è solo la colonnina di mercurio ma anche il numero dei contagi da Covid. In presenza di quella che a tutti gli effetti è una nuova ondata (la prima – inaspettata – estiva) tornano in ballo possibili nuove misure restrittive da parte del governo. L’aumento dei contagi da Covid-19, con più ricoveri, è una circostanza che coincide con la salita delle temperature sempre più torride, e con il conseguente avvio degli impianti di aria condizionata. Così si è riaperto il dibattito sulle correlazioni tra l’utilizzo dei condizionatori d’aria e coronavirus e il contagio del virus.
L’aria condizionata facilita la diffusione del virus?
L’Iss, l’Istituto superiore di sanità, ha già fatto chiarezza su questo interrogativo, in un dettagliato rapporto del maggio 2020 dal titolo:
“Indicazioni sugli impianti di ventilazione/climatizzazione in strutture comunitarie non sanitarie e in ambienti domestici in relazione alla diffusione del virus SARS-CoV-2”.
Covid e aria condizionata: i consigli degli esperti
Gli esperti dell’Istituto hanno concluso le analisi suggerendo alcune indicazioni per chi vive in ambienti chiusi o domestici. In casa – suggeriscono – “è opportuno interrompere il funzionamento degli impianti di climatizzazione oppure ridurre la velocità dell’aria in ambiente durante la presenza di persone estranee al nucleo familiare. Dopo l’uscita del visitatore, è opportuno provvedere ad un’intensa ventilazione naturale mediante l’apertura di serramenti, possibilmente su esposizioni diverse.
Ai fini della ventilazione naturale, devono essere prediletti serramenti rivolti verso i lati esterni dell’edificio piuttosto che verso cortili, chiostrine o pozzi luce.
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La pulizia dei filtri degli impianti di climatizzazione, delle cappe filtranti o aspiranti e degli aspirapolvere può esporre la persona che esegue l’intervento a particolato contaminato. Se l’ambiente è utilizzato in via esclusiva dal nucleo familiare di cui fa parte l’operatore intento alla pulizia, ciò non comporta rischi addizionali di esposizione. Altrimenti, è necessario adottare opportuni strumenti di protezione individuale e accortezze e nelle operazioni di pulizia”.
Non è necessario spegnere i condizionatori in ambienti chiusi, dove non vi sia l’ingresso di persone estranee. Spegnerli non riduce il contagio, anzi, aumenterebbe solo lo stress termico. Il problema vero, dunque, è determinato dall’assenza di ventilazione, soprattutto negli spazi ridotti. Basterebbe solo aprire le finestre.
Invece, corrono maggiori rischi le persone che stazionano davanti al flusso d’aria, per esempio in ufficio. Un flusso che potrebbe veicolare il virus dal soggetto infetto a quello sano, comunque in ambienti indoor.
Filtri e manutenzione dei condizionatori d’aria
Può essere utile l’uso del filtro del condizionatore. Su questo punto è stato chiaro anche il virologo Fabrizio Pregliasco: “I filtri presenti all’interno degli impianti hanno il compito di purificare l’aria, trattenendo le particelle nocive, e di deumidificare (ottimo contro il virus) ed evitare la formazione di muffe”. Infatti, i condizionatori possono facilitare anche la diffusione di altre tipologie di virus e batteri (ad esempio la legionella).
Cnr e Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac) consigliano di scegliere, laddove fosse possibile, la funzione di ventilazione a circolo aperto, per avere sempre aria pulita dall’esterno, consentire una ventilazione regolare ogni 2 o massimo 3 ore e pulire i filtri ogni settimana, per evitare l’accumulo di sporco e polvere. Al di là del pericolo Covid, è importante che tutti gli impianti di condizionamento, sia in spazi chiusi che aperti, siano sottoposti a regolare manutenzione e controllo da parte di personale specializzato.