I tempi d’attesa per avere un passaporto elettronico sono lievitati fino a raggiungere i 3 mesi. Tanto quanto basta a gettare nel panico chi, dovendo partire a luglio o ad agosto, ha pensato che poche settimane bastassero a espletare la pratica
C’era d’aspettarsi che dopo due anni di costrizioni dovuti alla pandemia, nella prima estate in cui le barriere sanitarie tra un paese e l’altro vengono abbassate, gli italiani corressero in massa a rinnovare il passaporto per delle vacanze all’estero. Eppure, sembra qualcuno a livello istituzionale si sia lasciato prendere di sorpresa, dato che i tempi d’attesa per avere un passaporto elettronico sono lievitati fino a raggiungere i 3 mesi. Tanto quanto basta a gettare nel panico chi, dovendo partire a luglio o ad agosto, ha pensato che poche settimane bastassero a espletare la pratica.
I ritardi del Poligrafico di Stato
E invece, secondo quanto riporta Leggo.it, il Poligrafico dello Stato non sembra essere riuscito a stampare un numero di libretti sufficienti, quali che siano le cause, attualmente non chiare. A risentire soprattutto dei ritardi è Roma, dove le attese arrivano a parecchi mesi. Per questo, “nelle questure delle grandi città – scrive Leggo – dove il caos è più pressante, si assiste a un anomalo via-vai di libretti destinati a diventare passaporti veri. Sono in viaggio da Cagliari a Roma, ad esempio, ben 8mila libretti giacenti in Sardegna”. Ad aiutare Roma anche i libretti da Latina e Rieti considerati “in eccedenza”. Stessa dinamica sembra interessare le grandi città del Nord, come Milano, Torino, e l’area di Venezia.
La toppa momentanea
Ovviamente, questa è solo una toppa momentanea, se è vero che per risolvere l’emergenza e portare la “bilancia in pari” servirebbero altri 80mila libretti stampati entro metà giugno, quando è atteso il picco di domande. Nel frattempo il Poligrafico sta correndo per affidare la commessa per risolvere la congiuntura o aumentare approvvigionamenti e capacità di stampa. Si spera così di riportare i tempi di attesa da 3 mesi a ben più accettabili 20 giorni.
Il precedente della carta d’identità elettronica
Per quanto riguarda la Capitale, però, l’emergenza non è affatto una novità. Già nel 2017 il Salvagente denunciava le lunghe code e la disperazione nelle sale di attesa dei commissariati per la carta d’identità elettronica. “Mi sembrava di essere in un incubo, e tutto solo per rinnovare un documento nella Capitale d’Italia”. A scriverci era stata Chiara N. romana, che insieme a migliaia (forse decine di migliaia) di concittadini aveva sperimentato sulla propria pelle il sistema di rinnovo della carta d’identità elettronica, che sembrava al collasso, con cittadini rimandati addirittura a dicembre per vedersi riconosciuto il diritto di non circolare con il documento scaduto. Qui il racconto intero di quell’odissea burocratica.