180 bambini negli Usa, più di 100 nel Regno Unito e altri in tutta Europa (Italia compresa). L’epatite grave di origine sconosciuta nei bambini è tutt’altro che risolta. Gli ultimi dati del Cdc statunitense e qualche anticipazione del servizio in edicola col Salvagente il 27 maggio
Centottanta bambini ammalati di epatite grave di origini sconosciute fino ad ora, 71 in più rispetto al rapporto più recente del 5 maggio. Negli Stati Uniti il fenomeno che sta allarmando anche l’Europa e le altre parti del mondo è tutt’altro che risolto, come dimostrano i dati raccolti dal Cdc, il Center for Disease Control and Prevention l’organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti d’America.
Le prime segnalazioni di malattie di origine sconosciuta risalgono all’ottobre 2021. Ci sono pazienti in 36 Stati degli Usa. “La maggior parte di questi numeri riguarda pazienti che vengono segnalati solo ora, piuttosto che nuovi casi di epatite, quindi non tutti sono recenti e alcuni potrebbero alla fine non essere collegati a questa indagine in corso”, ha puntualizzato l’ente nordamericano.
“Inoltre, non sono stati segnalati decessi dal febbraio 2022 e la percentuale di pazienti che necessitano di trapianti di fegato è scesa dal 15% al 9% dal 5 maggio”.
“Il Cdc continua a esaminare le possibili cause. L’adenovirus è stato rilevato in quasi la metà dei bambini (ammalati, ndr)”, riporta il Cdc che ha chiesto a medici e clinici in tutto il paese di verificare la presenza di infezioni da epatite, soprattutto nei bambini di età inferiore ai 10 anni.
“È importante notare che l’epatite grave nei bambini rimane rara. Tuttavia, incoraggiamo i genitori e gli operatori sanitari a essere consapevoli dei sintomi – in particolare l’ittero, che è un ingiallimento della pelle o degli occhi – e di contattare l’operatore sanitario del proprio bambino per qualsiasi preoccupazione”, affermano i funzionari.
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Europa e Italia in allarme
Il primo paese a sollevare la questione è stato il Regno Unito che ha identificato ad aprile 2022 centoundici casi di questa epatite in bambini soprattutto tra i due e i cinque anni di età. Si è subito ipotizzata la causa nell’assunzione di sostanze tossiche ma si è scoperto che i bambini non avevano in comune alcuna possibilità di esposizione a tali sostanze, né avevano contratto il virus delle 5 principali epatiti, e non avevano assunto gli stessi cibi o bevande, né avevano le stesse abitudini personali. Di conseguenza, l’ipotesi più plausibile sembra essere l’infezione ma – blocchiamo subito ogni dubbio dei no vax – non ha nulla a che vedere con i vaccini anti Covid, dal momento che i bambini non erano stati vaccinati.
Al fenomeno dell’epatite di origine sconosciuta nei bambini, il Salvagente dedica un servizio nel prossimo numero, in edicola da venerdì 27 maggio.
Al dottor Giuseppe Maggiore, responsabile di Epatogastroenterologia e nutrizione dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù abbiamo chiesto quali sintomi devono insospettire i genitori.
“Il bambino per un paio di giorni ha sintomi gastrointestinali aspecifici (svogliatezza nell’assumere cibo, diarrea, vomito) che poi si concretizzano nell’ittero, il colorito giallo (perché il fegato non riesce a smaltire la bilirubina, prodotto di scarto con questo colore che aumenta nel sangue) che rappresenta il segno tipico del danno del fegato”.