Secondo un nuovo studio dell’Ue, il sostegno della politica agricola comune ai proprietari terrieri che non sono attivamente impegnati nell’agricoltura ha avuto un impatto negativo indirettamente sulle comunità agricole.
Lo studio “Future of the European Farming Model“, presentato in una recente audizione al Parlamento europeo e richiesto dalla commissione agricoltura dell’Ue, monitora le tendenze strutturali dell’agricoltura europea in cinque regioni d’Europa. Come riporta Euractiv.com, tutte le regioni in questione hanno mostrato diversi fattori comuni di declino delle aziende agricole, che sono principalmente di natura strutturale, economica e sociale, e in misura minore, ambientale. Secondo la ricerca, inoltre, la politica agricola comune (Pac) ha sostenuto una tendenza verso i cosiddetti couch farmers (agricoltori sul divano): proprietari terrieri che non coltivano attivamente.
Gli “agricoltori da divano”
“Lo studio ha rilevato che i pagamenti per area – scrive Euractiv – compresi i pagamenti diretti, contribuiscono a questo fenomeno. Sebbene questi pagamenti siano per alcuni aspetti positivi, ad esempio nel motivare gli agricoltori a non vendere la loro terra, possono anche indurre un comportamento da ‘agricoltore da divano‘”.
L’impatto negativo sulle comunità agricole
Questo, secondo lo studio inibisce la crescita e il consolidamento contribuendo poco alla sicurezza alimentare, oltre a fare salire i prezzi dei terreni, tagliando fuori i piccoli agricoltori. In questo modo, gli aspetti del programma di sovvenzioni agricole dell’UE hanno avuto un impatto negativo indirettamente sulle comunità agricole, conclude lo studio.
I numeri in calo
Non a caso, il numero complessivo di aziende agricole nell’UE 27 è crollato negli ultimi anni, passando da circa 15 a 10 milioni di aziende agricole, con una diminuzione del 32%. Secondo lo studio, l’Ue potrebbe perdere altri 6,4 milioni di aziende agricole entro il 2040, con una massiccia diminuzione del 62% rispetto ai dati del 2016. Intanto, ad essere colpite di più sono le piccole aziende, che hanno registrato un calo del 38%. Allo stesso tempo, il numero di grandi aziende agricole, quelle di oltre 50 ettari, è aumentato del 7% nello stesso arco temporale.
Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente
Le cause
“È chiaro che c’è un grande impatto di una grande crisi economica sulla diminuzione del numero di aziende. Quindi possiamo aspettarci che ci sia stata anche una nuova significativa diminuzione durante la pandemia di Covid-19“, ha sottolineato l’eurodeputata di centrodestra Veronika Vrecionová durante la presentazione dello studio. A penalizzare le piccole aziende agricole anche il fatto che hanno difficoltà a sfruttare le economie di scala, per esempio per investire in macchinari, irrigazione e automazione e ad accedere ai mercati. Ma, in ogni caso, il commissario all’Agricoltura dell’Ue Janusz Wojciechowski, punta il dito sulla Pac, che ritiene in parte responsabile della rapida perdita in tutta l’UE di fattorie familiari e su piccola scala