La Ong Be Slavery Free ha pubblicato la Chocolate ScoreCard, la classifica del cioccolato più etico e sostenibile: al quinto posto Ferrero, poi Nestlé, Mondelez e Mars. Male Ritter, Unilever e Kellogg’s
Tracciabilità della materia prima, impiego di lavoro minorile, deforestazione e inquinamento legato all’uso di pesticidi nelle piantagioni di cacao. Lungo queste direttrici, valutando le politiche aziendali e chiedendo contro direttamente ai big della trasformazione del cacao, la Ong Be Slavery Free insieme ad alcune università australiane, hanno stilato la nuova Chocolate ScoreCard, la classifica dei marchi del cioccolato più etico e sostenibile. Qui si può scaricare il report completo.
Negli ultimi 10 anni, si legge nel rapporto “il numero di bambini a rischio di prodotti chimici e pesticidi pericolosi è aumentato. La Costa d’Avorio e il Ghana insieme hanno perso un’area di foresta tropicale grande circa 25 volte la città di Sydney per far posto alle coltivazioni di cacao. E gli agricoltori non possono ancora guadagnarsi da vivere con i loro raccolti”.
Cioccolato sostenibile: la classifca dei marchi
Le score key (le chiavi di valutazione per il punteggio finale) considerate ai fini della classifica sono: Trasparenza e tracciabilità ; impiego di lavoro minorile; garanzia di un reddito di sussistenza degli agricoltori; impatto delle piantagioni in termini di deforestazione e clima; agroforestazione, l’uso di un sistema più ecologico per coltivare cacao; gestione agrochimica compreso l’impiego di pesticidi.
Ad ogni score key viene affidato un giudizio secondo questi colori:
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Chocolate Scorecard, scrivono gli autori “valuta tutte le principali aziende di cioccolato in base alle loro politiche e pratiche del lavoro e dell’ambiente, per aiutarti a prendere decisioni informate sul tuo cioccolato e aiutarci a orientarci verso un accordo migliore per tutti nella filiera del cacao, dagli agricoltori ai produttori, dai venditori ai consumatori”.
Sulle 38 aziende analizzate, la Ferrero, in questi giorni nella bufera per la presenza di salmonella in alcuni prodotti Kinder, al quinto posto perchè sulla gestione dei pesticidi “ha avviato un processo di miglioramento delle politiche aziendali” mentre su un reddito si sussitenza ha bisogno di intraprendere misure più incisive. Scorrendo la lista dei marchi saltano agli occhi le varie carenze rilevate delle diverse aziende.
Di seguito la classifca complessiva:
C’è poi chi non ha risposto agli autori dello studio: