Sempre più italiani sono incuriositi dalla possibilità di installare pannelli fotovoltaici in casa per contenere l’effetto sulle finanze familiari del caro bolletta. Ma non tutti possono permettersi di piazzarli sul tetto. Chi vive in condominio, per esempio, ha bisogno del consenso degli altri proprietari di casa, e la questione non è sempre così facile. In questo caso, rinunciare all’idea non è l’unica strada percorribile. Esistono infatti degli impianti fotovoltaici da balcone. In alcuni casi prevedono dei lavori edilizi veri e propri, in altri sono dei prodotti facilmente posizionabili e attivabili dovunque.
Integrato o inserito sul balcone
Per entrare nel dettaglio, abbiamo intervistato Andrea Parrini, distributore specializzato in fotovoltaico per Pm service: “La collocazione dei moduli sul balcone permette di sfruttare tuti gli spazi disponibili, purché siano esposti a Sud. Una modalità possibile è quella di inserire una struttura vera e propria che funga anche da balaustra, con tanto di fioriera. In questo caso, l’installazione avviene durante la costruzione dell’edificio, dove il balcone viene lasciato solo con la base, e dove viene realizzato in seguito il modulo sotto forma di opera architettonica. in questo caso una superficie di 4 metri per 1,10 è in grado di coprire un picco massimo di potenza di 1 kW. Per intenderci, con tre balconi così si avrebbe la stessa potenza impegnata di un normale contratto di fornitura elettrica domestico”. In alternativa, un pannello con le stesse potenzialità può essere installato sulla balaustra esistente. Questo ha un peso di 40 chili per 1 kW.
Costi e efficienza
“Il costo è di 2.400 euro circa per il pannello con struttura integrata (ma c’è anche un risparmio dovuto al fatto che i muratori utilizzeranno meno materiale e meno lavoro per fare il balcone), mentre il pannello da agganciare al balcone già esistente costerà circa 1.600-1.700 euro” spiega l’esperto. Ma quanta energia è in grado di produrre un pannello del genere posto in verticale sul balcone? “Facciamo un confronto – risponde Parrini – Il pannello da 1 kW posizionato sul terrazzo produce mediamente 1300 kWh l’anno, mentre su un balcone circa 1100, il 20% in meno di efficienza. Rispetto ai consumi, una famiglia media di 3 persone nel centro Italia, che vive in un appartamento di 70 metri quadri, consuma circa 3500 kWh l’anno. Vuol dire che con tre pannelli da balcone si arriva circa alla stessa copertura”. Certamente, va detto che l’unico modo per utilizzare anche la sera l’energia accumulata durante il giorno è quello di accumularla in una batteria. Più è capace più è in grado di attutire i colpi in bolletta anche per i consumi serali.
E quelli portatili?
Esistono poi dei sistemi da balcone ancora più semplici da piazzare ma molto meno efficienti. Sono i pannelli portatili, che si possono spostare dove si preferisce. “Ma sono oggetti quasi da camperisti. Parliamo di 100-150 watt di potenza a pannello”. Questi dispositivi al contrario del normale fotovoltaico, anche da balcone, non possono essere allacciati alla rete elettrica, ma possono essere connessi a una batteria che con una presa da 220 volt permetterà di alimentare una lampada per la sera, magari in un gazebo da giardino. Per esempio un lampione a led alimentato così puà durare 8 ore. Nulla di paragonabile al fotovoltaico da balcone, e per di più con un costo molto alto. Un pannello portatile da 150 watt può costare anche 7-800 euro”.
Le migliorie estetiche
E dal punto di vista estetico? Anche qui si stanno facendo passi avanti. “Ormai esistono pannelli fotovoltaici con cornici colorate, non solo neri. Al momento sono disponibili in verde e in colore tipo mattone in cotto”
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Come funziona con i permessi
Rimane l’ultima domanda: gli aspetti burocratici. Se per i pannelli portatili non ci sono vingoli né autorizzazioni da richiedere (è grossomodo come comprare un elettrodomestico), per quelli da balcone vale la stessa procedura esistente per quelli da tetto. Bisogna chiedere l’autorizzazione al fornitore dell’energia per allacciare il pannello alla rete. “Ma ricordo – conclude l’esperto – che recentemente è stato approvato un decreto per cui per pannelli entro gli 800 watt non è necessario richiedere alcun permesso”.