Mascherine spillate che graffiano i bambini. La fornitura del ministero alle scuole

scuola Covid

I giorni dell’esplosione della pandemia da Covid, nel 2020, quando trovare mascherine e dispositivi di protezione individuale era difficilissimo, e toccava arrangiarsi, addirittura facendosele da soli, sono un ricordo lontano. Eppure, nonostante siano uno strumento facilmente reperibile in giro, colpisce come la fornitura del ministero del ministero dell’Istruzione alle scuole non sempre sia adeguata. Per esempio, il Salvagente è stato raggiunto da una segnalazione di alcuni genitori di una scuola di Roma che lamentano forniture con graffette sui lati che creano lesioni ai bambini che le indossano anche per otto ore consecutive.

Le abrasioni

La mascherina della fornitura pubblica in uso nella scuola istituto Via Messina a Roma

La segnalazione arriva da Claudia, madre di un bambino che frequenta le elementari al’Istituto Via Messina di Roma. “La scuola – spiega Claudia – ha dato ai bambini alla scoperta del primo caso di positività in classe. Le mascherine come puoi leggere sono da adulti e non da bambini inoltre gli elastici sono tenuti da graffette e hanno una barretta metallica sul naso. L’insieme di queste caratteristiche hanno fatto sì che, dopo un solo giorno di utilizzo, diversi bambini presentassero delle abrasioni in volto”. I genitori della classe hanno quindi acquistato delle mascherine ffp2 considerate più adatte per i bambini e chiesto il rimborso alla preside, che però ha spiegato che la procedura non è consentita.
Le scuole possono comprarle in farmacie convenzionate, ma come raccontato il Salvagente, l’accordo stipulato prevede un costo di 75 centesimi a Ffp2, un prezzo fuori mercato che ha fatto gridare ai presidi italiani allo spreco dei soldi pubblici. E ad ogni modo, come succede nella scuola Messina, prima di poter comprare dalle farmacie, bisogna esaurire le scorte mandate dal ministero.

La scuola: “Mascherine a norma, e quasi nessuno si è lamentato”

Contattata dal Salvagente, la vice dirigente scolastica, Lucia Pozzi, conferma che le mascherine ricevute in dotazione dal ministero hanno le graffette laterali, ma sostiene che “le dimensioni sono assolutamente da bambini” e che “pur indossandole da dicembre, solo in una classe della scuola si sono lamentati”. Com’è risaputo, la scuola italiana è chiamata a fare le nozze coi fichi secchi, fare il massimo pur in presenza di finanziamenti inadeguati dallo Stato, e a farsi bastare quello che passa il convento, in questo caso le mascherine che arrivano dal ministero. Dunque nessuna critica da fare alla scuola, che anche volendo non ha la disponibilità per rimborsare le mascherine comprate dai genitori.

Perché il ministero ha scelto queste mascherine?

La fornitura in questione arriva da Byd, colosso cinese, originariamente specializzato in costruzione di automobili ibride ed elettriche ma oggi diventato il maggior produttore mondiale di mascherine. Quello che ci stupisce è che a due anni dall’inizio della pandemia, in una fase in cui comprare una mascherina Ffp2 senza graffette o archetti in alluminio esposti è più facile che non il contrario, il governo abbia deciso per le scuole, o almeno per una parte di esse, una fornitura così fastidiosa per i bambini. Tanto più che il rischio che molti genitori si rifiutino di farla usare ai propri figli, comprandogliene di tasca propria, è una perdita sia per le tasche delle famiglie, che per le casse dello stato. 

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